Le piante legnose sono tendenzialmente recalcitranti, il fine di questo lavoro è quello di analizzare metodi efficaci di micropropagazione in piante di nostro interesse (Quercus robur, Castanea sativa x Castanea crenata e Corylus avellana). Le specie prese in considerazione hanno grande importanza sia dal punto di vista forestale che per la produzione del legname e del frutto. Il legno di farnia, commercialmente assimilato a quello di rovere, è di grande pregio. Il nocciolo e il castagno sono invece coltivati quasi esclusivamente per la produzione del frutto edule. La micropropagazione di queste specie non ha ancora avuto riscontro su scala commerciale, questo a causa delle difficoltà insite nell'instaurazione della coltura in vitro. Motivi di questa difficoltà sono la scarsa plasticità dei tessuti vegetali adulti, l'inquinamento di tipo sistemico dovuto a batteri e funghi, il rilascio di polifenoli nel mezzo di coltura e l'imbrunimento degli apici. In questo lavoro si è tentato, prendendo spunto dalla letteratura disponibile, di instaurare una coltura in vitro, utilizzando come espianto di partenza la gemma ascellare. Questa tecnica viene generalmente considerata una delle migliori al fine dell'ottenimento di cloni true-to-type, ovvero di piante prive di variabilità somaclonale (variazioni nella ploidia, modificazione epigenetiche e mutazioni genetiche).

Comparazione di metodi di micropropagazione in piante recalcitranti

CAYRE, ELISABETTA
2015/2016

Abstract

Le piante legnose sono tendenzialmente recalcitranti, il fine di questo lavoro è quello di analizzare metodi efficaci di micropropagazione in piante di nostro interesse (Quercus robur, Castanea sativa x Castanea crenata e Corylus avellana). Le specie prese in considerazione hanno grande importanza sia dal punto di vista forestale che per la produzione del legname e del frutto. Il legno di farnia, commercialmente assimilato a quello di rovere, è di grande pregio. Il nocciolo e il castagno sono invece coltivati quasi esclusivamente per la produzione del frutto edule. La micropropagazione di queste specie non ha ancora avuto riscontro su scala commerciale, questo a causa delle difficoltà insite nell'instaurazione della coltura in vitro. Motivi di questa difficoltà sono la scarsa plasticità dei tessuti vegetali adulti, l'inquinamento di tipo sistemico dovuto a batteri e funghi, il rilascio di polifenoli nel mezzo di coltura e l'imbrunimento degli apici. In questo lavoro si è tentato, prendendo spunto dalla letteratura disponibile, di instaurare una coltura in vitro, utilizzando come espianto di partenza la gemma ascellare. Questa tecnica viene generalmente considerata una delle migliori al fine dell'ottenimento di cloni true-to-type, ovvero di piante prive di variabilità somaclonale (variazioni nella ploidia, modificazione epigenetiche e mutazioni genetiche).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/52710