Mi tesina de licenciatura examina uno de los problemas más interesantes concernientes Carlo Emilio Gadda, su interés por las artes visuales, y lo integra en el pensamiento sistémico del escritor, donde todas las ramas del saber se entrelazan. El primer capítulo profundiza las referencias a la pintura, a la escultura y a la arquitectura desde la Antigüedad hasta la Edad Contemporánea contenidas en sus obras, evidenciando sus artistas favoridos ¿ los pintores vénetos del Renacimiento (Giovanni Bellini, Giorgione, Tiziano) y los pintores lombardos entre los siglos XV y XVII (Foppa, Bergognone, Moretto, Savoldo y Caravaggio, el artista mas estimado por Gadda) ¿ y señalando los recuerdos iconográficos que probablemente se celan en muchas páginas del autor. Se pueden notar muchas analogías con el pensamiento del crítico Roberto Longhi, porque ambos tienen una relación compleja con las tendencias idealistas del Renacimiento toscano y romano (Michelangelo, Raffaello), prefieren a los artistas de la provincia padana y aprecian particularmente a los pintores lombardos, en el realismo de los cuales Gadda coge inspiración para su poética de la «maccheronea». El segundo capítulo subraya que sobretodo la reflexión de Caravaggio sobre la muerte, la violencia y el dolor, con su «disperata serietà morale», filtrada por la «indagine atroce» del Manzoni de Promessi Sposi, muestra remarcables consonancias estéticas y éticas con Gadda. El análisis sugiere una confrontación entre Gadda y algunos biógrafos, históricos y críticos del arte que desde el siglo XVII propusieron una interpretación de Caravaggio: Baglione, Bellori, Lanzi, Berenson y sobretodo Longhi, que, como hace el escritor, entiende la importancia de la rivolución naturalista y luminista del pintor. En Racconto italiano di ignoto del novecento, en Apologia manzoniana, en Quer pasticciaccio brutto de via Merulana Gadda reinterpreta el dramático contraste entre la luz y la sombra de las obras maestras de Caravaggio, por exemplo la Vocazione y el Martirio di San Matteo y la Vocazione di San Paolo, y en numerosos escritos utiliza imágenes recurrentes sacadas de los cuadros del pintor. El tercer capítulo recalca el rol fundamental de los aspectos visuales en la escritura de Gadda, en la cual la descripción tiende a prevalecer sobre la narración, en una estructura llena de digresiones que manifestan la obsesión del autor por los detalles grotescos y barrocos. La habilidad descriptiva de Gadda aparece especialmente en las recensiones de exposiciones, donde se revelan por ejemplo las afinidades del escritor con la investigación científica de la realidad de Leonardo, con la deformación expresionista de Ensor y con la exquisitez de De Pisis, y en las digresiones de tono a veces lírico y a veces cómico sobre obras de arte (ekphrasis) como la Vocazione di San Matteo de Caravaggio, la Pala di Castelfranco de Giorgione, las «sacre conversazioni» de Crivelli descritas en Il cetriolo del Crivelli, el San Giorgio de Tura, la Leda de Correggio y la Europa de Veronese. La tesina se propone de demostrar que Gadda, porque tiene una amplia enciclopedia figurativa, sabe captar los tratos relevantes del estilo de cada artista, sacar de las obras de arte elementos para sus retratos, paisajes y bodegones, exprimir intuiciones y juicios estéticos originales y profundos ¿ dignos de un crítico de arte ¿ y escribir ekphrasis con pericia magistral, traduciendo eficazmente las imágenes en palabras.

La tesi esamina l'interesse di Gadda per le arti visive e lo integra nel pensiero sistemico dello scrittore, dove tutti gli ambiti del sapere si intrecciano. Il primo capitolo approfondisce i riferimenti alla pittura, alla scultura e all'architettura dall'Antichità all'Età Contemporanea contenuti nelle sue opere, evidenziando gli artisti prediletti ¿ i pittori veneti del Rinascimento (Giovanni Bellini, Giorgione, Tiziano) e quelli lombardi fra i secoli XV e XVII (Foppa, Bergognone, Moretto, Savoldo e Caravaggio, l'artista più stimato da Gadda) ¿ e segnalando le memorie figurative che probabilmente si celano in molte pagine dell'autore. Il filo conduttore è stato dipanato attraverso un confronto puntuale con Roberto Longhi, giacché entrambi intrattengono un rapporto complesso con le tendenze auliche e idealizzanti del Rinascimento toscano e romano (Michelangelo, Raffaello), preferiscono gli artisti della provincia padana e apprezzano particolarmente i pittori lombardi, dal realismo dei quali Gadda trae ispirazione per la sua poetica della «maccheronea». Il secondo capitolo sottolinea che soprattutto la riflessione di Caravaggio sulla morte, la violenza e il dolore, con la sua «disperata serietà morale», filtrata dall'«indagine atroce» del Manzoni dei Promessi Sposi, rivela significative consonanze estetiche e morali con Gadda. L'analisi suggerisce un confronto fra quest'ultimo e alcuni biografi, storici e critici d'arte che dal XVII secolo hanno proposto un'interpretazione del Merisi: Baglione, Bellori, Lanzi, Berenson e soprattutto Longhi, che, al pari dello scrittore, intuisce la portata della rivoluzione naturalistica e luministica dell'artista. Nel Racconto italiano di ignoto del novecento, nell'Apologia manzoniana, nel Pasticciaccio Gadda reinterpreta il drammatico contrasto di luce e ombra dei capolavori del Merisi, quali la Vocazione e il Martirio di San Matteo e la Vocazione di San Paolo, e in numerosi scritti si avvale di immagini ricorrenti prelevate da tele caravaggesche. Il terzo capitolo rimarca l'imprescindibile ruolo degli aspetti visivi nella scrittura gaddiana, nella quale la descrizione tende a prevalere sulla narrazione, in una struttura costellata di digressioni che manifestano l'ossessione dell'autore per i dettagli grotteschi e barocchi. L'abilità descrittiva di Gadda appare in particolare nelle recensioni di mostre, dove si registrano ad esempio le affinità dello scrittore con l'investigazione scientifica della realtà di Leonardo, con la deformazione espressionistica di Ensor e con la ricercatezza di De Pisis, e nelle digressioni di tono ora lirico ora comico su opere d'arte (ekphrasis) come la Vocazione di San Matteo di Caravaggio, la Pala di Castelfranco di Giorgione, le sacre conversazioni di Crivelli rilette ne Il cetriolo del Crivelli, il San Giorgio di Tura, la Leda di Correggio e la Europa di Veronese. La tesi si propone di mostrare che Gadda, possedendo una vasta enciclopedia figurativa, sa cogliere i tratti salienti dello stile di ogni artista, ricavare dalle opere d'arte elementi per i suoi ritratti, paesaggi e nature morte, esprimere giudizi estetici originali e profondi ¿ degni di un critico di professione ¿ e cimentarsi nelle ekphrasis con perizia magistrale, traducendo efficacemente le immagini in parole sulla scorta della «equivalenza verbale» longhiana.

«Leggi: e te tu vedrai». Gadda e le arti visive

LONGO, FRANCESCA
2016/2017

Abstract

La tesi esamina l'interesse di Gadda per le arti visive e lo integra nel pensiero sistemico dello scrittore, dove tutti gli ambiti del sapere si intrecciano. Il primo capitolo approfondisce i riferimenti alla pittura, alla scultura e all'architettura dall'Antichità all'Età Contemporanea contenuti nelle sue opere, evidenziando gli artisti prediletti ¿ i pittori veneti del Rinascimento (Giovanni Bellini, Giorgione, Tiziano) e quelli lombardi fra i secoli XV e XVII (Foppa, Bergognone, Moretto, Savoldo e Caravaggio, l'artista più stimato da Gadda) ¿ e segnalando le memorie figurative che probabilmente si celano in molte pagine dell'autore. Il filo conduttore è stato dipanato attraverso un confronto puntuale con Roberto Longhi, giacché entrambi intrattengono un rapporto complesso con le tendenze auliche e idealizzanti del Rinascimento toscano e romano (Michelangelo, Raffaello), preferiscono gli artisti della provincia padana e apprezzano particolarmente i pittori lombardi, dal realismo dei quali Gadda trae ispirazione per la sua poetica della «maccheronea». Il secondo capitolo sottolinea che soprattutto la riflessione di Caravaggio sulla morte, la violenza e il dolore, con la sua «disperata serietà morale», filtrata dall'«indagine atroce» del Manzoni dei Promessi Sposi, rivela significative consonanze estetiche e morali con Gadda. L'analisi suggerisce un confronto fra quest'ultimo e alcuni biografi, storici e critici d'arte che dal XVII secolo hanno proposto un'interpretazione del Merisi: Baglione, Bellori, Lanzi, Berenson e soprattutto Longhi, che, al pari dello scrittore, intuisce la portata della rivoluzione naturalistica e luministica dell'artista. Nel Racconto italiano di ignoto del novecento, nell'Apologia manzoniana, nel Pasticciaccio Gadda reinterpreta il drammatico contrasto di luce e ombra dei capolavori del Merisi, quali la Vocazione e il Martirio di San Matteo e la Vocazione di San Paolo, e in numerosi scritti si avvale di immagini ricorrenti prelevate da tele caravaggesche. Il terzo capitolo rimarca l'imprescindibile ruolo degli aspetti visivi nella scrittura gaddiana, nella quale la descrizione tende a prevalere sulla narrazione, in una struttura costellata di digressioni che manifestano l'ossessione dell'autore per i dettagli grotteschi e barocchi. L'abilità descrittiva di Gadda appare in particolare nelle recensioni di mostre, dove si registrano ad esempio le affinità dello scrittore con l'investigazione scientifica della realtà di Leonardo, con la deformazione espressionistica di Ensor e con la ricercatezza di De Pisis, e nelle digressioni di tono ora lirico ora comico su opere d'arte (ekphrasis) come la Vocazione di San Matteo di Caravaggio, la Pala di Castelfranco di Giorgione, le sacre conversazioni di Crivelli rilette ne Il cetriolo del Crivelli, il San Giorgio di Tura, la Leda di Correggio e la Europa di Veronese. La tesi si propone di mostrare che Gadda, possedendo una vasta enciclopedia figurativa, sa cogliere i tratti salienti dello stile di ogni artista, ricavare dalle opere d'arte elementi per i suoi ritratti, paesaggi e nature morte, esprimere giudizi estetici originali e profondi ¿ degni di un critico di professione ¿ e cimentarsi nelle ekphrasis con perizia magistrale, traducendo efficacemente le immagini in parole sulla scorta della «equivalenza verbale» longhiana.
ITA
Mi tesina de licenciatura examina uno de los problemas más interesantes concernientes Carlo Emilio Gadda, su interés por las artes visuales, y lo integra en el pensamiento sistémico del escritor, donde todas las ramas del saber se entrelazan. El primer capítulo profundiza las referencias a la pintura, a la escultura y a la arquitectura desde la Antigüedad hasta la Edad Contemporánea contenidas en sus obras, evidenciando sus artistas favoridos ¿ los pintores vénetos del Renacimiento (Giovanni Bellini, Giorgione, Tiziano) y los pintores lombardos entre los siglos XV y XVII (Foppa, Bergognone, Moretto, Savoldo y Caravaggio, el artista mas estimado por Gadda) ¿ y señalando los recuerdos iconográficos que probablemente se celan en muchas páginas del autor. Se pueden notar muchas analogías con el pensamiento del crítico Roberto Longhi, porque ambos tienen una relación compleja con las tendencias idealistas del Renacimiento toscano y romano (Michelangelo, Raffaello), prefieren a los artistas de la provincia padana y aprecian particularmente a los pintores lombardos, en el realismo de los cuales Gadda coge inspiración para su poética de la «maccheronea». El segundo capítulo subraya que sobretodo la reflexión de Caravaggio sobre la muerte, la violencia y el dolor, con su «disperata serietà morale», filtrada por la «indagine atroce» del Manzoni de Promessi Sposi, muestra remarcables consonancias estéticas y éticas con Gadda. El análisis sugiere una confrontación entre Gadda y algunos biógrafos, históricos y críticos del arte que desde el siglo XVII propusieron una interpretación de Caravaggio: Baglione, Bellori, Lanzi, Berenson y sobretodo Longhi, que, como hace el escritor, entiende la importancia de la rivolución naturalista y luminista del pintor. En Racconto italiano di ignoto del novecento, en Apologia manzoniana, en Quer pasticciaccio brutto de via Merulana Gadda reinterpreta el dramático contraste entre la luz y la sombra de las obras maestras de Caravaggio, por exemplo la Vocazione y el Martirio di San Matteo y la Vocazione di San Paolo, y en numerosos escritos utiliza imágenes recurrentes sacadas de los cuadros del pintor. El tercer capítulo recalca el rol fundamental de los aspectos visuales en la escritura de Gadda, en la cual la descripción tiende a prevalecer sobre la narración, en una estructura llena de digresiones que manifestan la obsesión del autor por los detalles grotescos y barrocos. La habilidad descriptiva de Gadda aparece especialmente en las recensiones de exposiciones, donde se revelan por ejemplo las afinidades del escritor con la investigación científica de la realidad de Leonardo, con la deformación expresionista de Ensor y con la exquisitez de De Pisis, y en las digresiones de tono a veces lírico y a veces cómico sobre obras de arte (ekphrasis) como la Vocazione di San Matteo de Caravaggio, la Pala di Castelfranco de Giorgione, las «sacre conversazioni» de Crivelli descritas en Il cetriolo del Crivelli, el San Giorgio de Tura, la Leda de Correggio y la Europa de Veronese. La tesina se propone de demostrar que Gadda, porque tiene una amplia enciclopedia figurativa, sabe captar los tratos relevantes del estilo de cada artista, sacar de las obras de arte elementos para sus retratos, paisajes y bodegones, exprimir intuiciones y juicios estéticos originales y profundos ¿ dignos de un crítico de arte ¿ y escribir ekphrasis con pericia magistral, traduciendo eficazmente las imágenes en palabras.
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