Tra il 2017 e il 2020, circa il 34,3% della popolazione tra i 65 e i 74 anni risultava essere fisicamente inattiva, con un incremento fino al 45,6% in soggetti con età superiore a 75 anni e 63,5% in età maggiore a 85 anni. L’inattività è strettamente correlata ad una perdita di trofismo muscolare e conseguente diminuzione di forza degli arti, riduzione di mobilità, nonché maggiore fatica, stanchezza e dolori articolari. Queste paiono tra le più rilevanti condizioni funzionali che facilitano le cadute negli anziani, uno dei problemi clinici più seri nella terza età. Le cadute possono essere il primo step di lunghe e costose degenze, oppure dirette conseguenze di problematiche già avanzate, talvolta prevenibili. In alcuni fortunati casi questi eventi si risolvono con semplici contusioni o escoriazioni, ma in altri sono possibili fratture, con conseguenti tassi di mortalità e morbidità elevati, contribuendo alla limitazione della mobilità e all’ingresso prematuro in residenze assistite, nonché difficoltà a recuperare la qualità della vita antecedente al trauma. Secondo i dati del Siniaca (Sistema informativo sugli infortuni in ambienti di civile abitazione dell'Istituto superiore di sanità), le cadute rappresentano la prima causa di incidente tra le mura di casa, soprattutto con l’aumentare dell’età, quando cominciano a comparire eventi strettamente legati a problemi di salute e inattività fisica. Questi fenomeni possono essere però prevenuti tramite la pratica di esercizio fisico. Risulta dimostrato da anni che l'esercizio fisico porti grandi ed evidenti benefici alla salute e i risultati maggiormente evidenti sono l'equilibrio, il mantenimento di tono, una espressione di forza muscolare appropriata e conservati pattern coordinativi. Inoltre, la pratica dell'esercizio fisico favorisce la socialità, riducendo così gli stati di ansia e depressione. Basandosi su tali affermazioni è possibile ritenere che l'esercizio fisico adattato per soggetti anziani, attuato con finalità preventiva possa risultare un corretto intervento per prevenire le cadute in suddetta fascia di popolazione. Attraverso una revisione della letteratura scientifica questa tesi si pone i seguenti obiettivi: - l’analisi della camminata nell’uomo, la sua biomeccanica, dinamica e cinematica del passo - la valutazione di parametri predisponenti alla caduta nel ciclo del passo durante l’età anziana, in relazione a cambi di biodinamica - valutare se l'esercizio fisico può essere considerato valido come terapia preventiva, nonché come abitudine per ridurre l'incidenza del fenomeno. Il seguente studio prende in esame il movimento, la postura, la deambulazione, le fasi e il ciclo del passo, i parametri spazio-temporali, la cinematica e la dinamica del passo, esamina strumenti e metodi quali la Gait Analysis, l’APC, la BPM, i test qualitativi della camminata (Tinetti Test e TUG Test) e considera i dati inerenti alla caduta e l'utilizzo di esercizio come azione preventiva. Il fine del seguente studio è quello di stabilire quali siano i parametri biomeccanici che influenzano il ciclo del passo e aumentano il rischio di caduta in soggetti anziani, successivamente confermare e analizzare le tipologie di 'esercizio fisico maggiormente efficaci per ridurre l’incidenza del fenomeno.

Variazioni di biomeccanica e cinematica nel ciclo del passo in soggetti anziani over 65: fattori predisponenti alla caduta? L’esercizio fisico adattato come intervento preventivo.

TARICCO, MARCO
2021/2022

Abstract

Tra il 2017 e il 2020, circa il 34,3% della popolazione tra i 65 e i 74 anni risultava essere fisicamente inattiva, con un incremento fino al 45,6% in soggetti con età superiore a 75 anni e 63,5% in età maggiore a 85 anni. L’inattività è strettamente correlata ad una perdita di trofismo muscolare e conseguente diminuzione di forza degli arti, riduzione di mobilità, nonché maggiore fatica, stanchezza e dolori articolari. Queste paiono tra le più rilevanti condizioni funzionali che facilitano le cadute negli anziani, uno dei problemi clinici più seri nella terza età. Le cadute possono essere il primo step di lunghe e costose degenze, oppure dirette conseguenze di problematiche già avanzate, talvolta prevenibili. In alcuni fortunati casi questi eventi si risolvono con semplici contusioni o escoriazioni, ma in altri sono possibili fratture, con conseguenti tassi di mortalità e morbidità elevati, contribuendo alla limitazione della mobilità e all’ingresso prematuro in residenze assistite, nonché difficoltà a recuperare la qualità della vita antecedente al trauma. Secondo i dati del Siniaca (Sistema informativo sugli infortuni in ambienti di civile abitazione dell'Istituto superiore di sanità), le cadute rappresentano la prima causa di incidente tra le mura di casa, soprattutto con l’aumentare dell’età, quando cominciano a comparire eventi strettamente legati a problemi di salute e inattività fisica. Questi fenomeni possono essere però prevenuti tramite la pratica di esercizio fisico. Risulta dimostrato da anni che l'esercizio fisico porti grandi ed evidenti benefici alla salute e i risultati maggiormente evidenti sono l'equilibrio, il mantenimento di tono, una espressione di forza muscolare appropriata e conservati pattern coordinativi. Inoltre, la pratica dell'esercizio fisico favorisce la socialità, riducendo così gli stati di ansia e depressione. Basandosi su tali affermazioni è possibile ritenere che l'esercizio fisico adattato per soggetti anziani, attuato con finalità preventiva possa risultare un corretto intervento per prevenire le cadute in suddetta fascia di popolazione. Attraverso una revisione della letteratura scientifica questa tesi si pone i seguenti obiettivi: - l’analisi della camminata nell’uomo, la sua biomeccanica, dinamica e cinematica del passo - la valutazione di parametri predisponenti alla caduta nel ciclo del passo durante l’età anziana, in relazione a cambi di biodinamica - valutare se l'esercizio fisico può essere considerato valido come terapia preventiva, nonché come abitudine per ridurre l'incidenza del fenomeno. Il seguente studio prende in esame il movimento, la postura, la deambulazione, le fasi e il ciclo del passo, i parametri spazio-temporali, la cinematica e la dinamica del passo, esamina strumenti e metodi quali la Gait Analysis, l’APC, la BPM, i test qualitativi della camminata (Tinetti Test e TUG Test) e considera i dati inerenti alla caduta e l'utilizzo di esercizio come azione preventiva. Il fine del seguente studio è quello di stabilire quali siano i parametri biomeccanici che influenzano il ciclo del passo e aumentano il rischio di caduta in soggetti anziani, successivamente confermare e analizzare le tipologie di 'esercizio fisico maggiormente efficaci per ridurre l’incidenza del fenomeno.
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