Negli ultimi 50 anni, la produzione alimentare globale e i modelli dietetici sono cambiati sostanzialmente, e a livello mondiale sono aumentate le persone che hanno un regime alimentare caratterizzato da un alto contenuto calorico, alimenti di origine animale e altamente trasformati. Considerando il degradante impatto ambientale dell’attuale sistema alimentare, nasce un urgente bisogno di promuovere diete che siano al contempo sane e con un basso impatto ambientale. Alla luce delle informazioni attualmente disponibili, è chiara l’importanza delle scelte del singolo in termini di alimentazione ecosostenibile, e della sua consapevolezza in merito alla stretta relazione tra alimentazione, degradazione ambientale e salute umana. Il presente lavoro di ricerca ha lo scopo di verificare se esistano differenze in termini di conoscenza implicita rispetto agli alimenti ecosostenibili e gli aspetti psicologici legati a fame, restrizione e disinibizione. A tale scopo si è proceduto a promuovere una survey online diffusa tramite i Social Network e i propri contatti personali rivolta alla popolazione italiana. Per la raccolta dei dati si è utilizzato il questionario Three Factor Eating Questionnaire (TFEQ), per misurare i livelli di fame, restrizione al consumo di cibo, e disinibizione. Inoltre è stato somministrato un diario alimentare, per raccogliere le frequenze di consumo settimanali delle principali categorie di alimenti e suddividere i soggetti in quattro stili alimentari: onnivoro western, onnivoro mediterraneo, vegetariano e vegano. Le stesse frequenze sono state utilizzate per valutare l’ecosostenibilità dell’alimentazione. Infine, per mezzo di una lista di alimenti, è stata valutata la conoscenza implicita in merito all’ecosostenibilità dei cibi. Dai dati raccolti è emerso che, la maggior parte dei partecipanti (il 49,7%) segue una dieta onnivora mediterranea e solo il 7,2% del campione segue una dieta ecosostenibile (secondo il modello della Commissione della EAT-Lancet). Invece, per quando concerne il TFEQ, è stato osservato come i soggetti appartenenti alla categoria western mostrino punteggi significativamente superiori rispetto alla categoria mediterranea, in merito al punteggio di restrizione, e la categoria mediterranea risulti significativamente superiore a quella vegana. Per quanto riguarda la conoscenza implicita degli alimenti, si evidenzia come i soggetti con una dieta vegana abbiano una conoscenza superiore rispetto ai soggetti con una dieta mediterranea e con alti livelli di disinibizione, fame, e consumo di cibo. Tuttavia, essendo questo un campo ancora poco esplorato, saranno necessari ulteriori studi in merito per chiarire quali siano le componenti psicologiche che possono influenzare le scelte alimentari della popolazione generale, nell’ottica della sostenibilità alimentare.
Adottare un’alimentazione ecosostenibile: livelli di conoscenza implicita rispetto agli alimenti ecosostenibili e il ruolo delle componenti psicologiche legate a fame, restrizione e disinibizione.
BERTAINA, FLORIANA
2021/2022
Abstract
Negli ultimi 50 anni, la produzione alimentare globale e i modelli dietetici sono cambiati sostanzialmente, e a livello mondiale sono aumentate le persone che hanno un regime alimentare caratterizzato da un alto contenuto calorico, alimenti di origine animale e altamente trasformati. Considerando il degradante impatto ambientale dell’attuale sistema alimentare, nasce un urgente bisogno di promuovere diete che siano al contempo sane e con un basso impatto ambientale. Alla luce delle informazioni attualmente disponibili, è chiara l’importanza delle scelte del singolo in termini di alimentazione ecosostenibile, e della sua consapevolezza in merito alla stretta relazione tra alimentazione, degradazione ambientale e salute umana. Il presente lavoro di ricerca ha lo scopo di verificare se esistano differenze in termini di conoscenza implicita rispetto agli alimenti ecosostenibili e gli aspetti psicologici legati a fame, restrizione e disinibizione. A tale scopo si è proceduto a promuovere una survey online diffusa tramite i Social Network e i propri contatti personali rivolta alla popolazione italiana. Per la raccolta dei dati si è utilizzato il questionario Three Factor Eating Questionnaire (TFEQ), per misurare i livelli di fame, restrizione al consumo di cibo, e disinibizione. Inoltre è stato somministrato un diario alimentare, per raccogliere le frequenze di consumo settimanali delle principali categorie di alimenti e suddividere i soggetti in quattro stili alimentari: onnivoro western, onnivoro mediterraneo, vegetariano e vegano. Le stesse frequenze sono state utilizzate per valutare l’ecosostenibilità dell’alimentazione. Infine, per mezzo di una lista di alimenti, è stata valutata la conoscenza implicita in merito all’ecosostenibilità dei cibi. Dai dati raccolti è emerso che, la maggior parte dei partecipanti (il 49,7%) segue una dieta onnivora mediterranea e solo il 7,2% del campione segue una dieta ecosostenibile (secondo il modello della Commissione della EAT-Lancet). Invece, per quando concerne il TFEQ, è stato osservato come i soggetti appartenenti alla categoria western mostrino punteggi significativamente superiori rispetto alla categoria mediterranea, in merito al punteggio di restrizione, e la categoria mediterranea risulti significativamente superiore a quella vegana. Per quanto riguarda la conoscenza implicita degli alimenti, si evidenzia come i soggetti con una dieta vegana abbiano una conoscenza superiore rispetto ai soggetti con una dieta mediterranea e con alti livelli di disinibizione, fame, e consumo di cibo. Tuttavia, essendo questo un campo ancora poco esplorato, saranno necessari ulteriori studi in merito per chiarire quali siano le componenti psicologiche che possono influenzare le scelte alimentari della popolazione generale, nell’ottica della sostenibilità alimentare.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/52468