Gli erbari sono collezioni di piante essiccate che costituiscono un patrimonio di grande valore dal punto di vista scientifico, storico e documentario. Negli erbari, infatti, ogni esemplare è accompagnato da un cartellino sul quale sono indicati il nome scientifico della pianta, il raccoglitore, la data e il luogo della raccolta. I campioni essiccati si possono conservare per molti anni e anche per secoli purché siano mantenuti protetti da umidità, insetti, luce e polvere. L’uso dell’erbario come strumento di ricerca botanica ebbe origine nel XVI secolo e si affermò fra il XIX e il XX. Attualmente vi sono nel mondo circa 3400 erbari riconosciuti a livello internazionale. Il focus di questa ricerca è dedicato a come le piante conservate negli erbari in genere, e soprattutto in quelli storici, possano svolgere un ruolo fondamentale nella conoscenza della biodiversità e della sua variazione negli ultimi secoli, in particolare in relazione ai cambiamenti ambientali, e rappresentare un riferimento per orientare azioni di salvaguardia e ripristino di ecosistemi a rischio. A tal fine, negli ultimi decenni, è divenuto prioritario rendere i dati conservati negli erbari più facilmente accessibili ed elaborabili con i moderni sistemi informatici, cosicché per le principali collezioni è stato avviato un processo di digitalizzazione. In tale contesto, il presente studio è stato sviluppato nell’ambito del progetto HERB-TO-CHANGE, avviato nel 2021 e dedicato alla digitalizzazione di parte dell’Herbarium Pedemontanum, sezione dell’Erbario dell’Università di Torino nella quale sono conservate le raccolte effettuate dal principio del XIX secolo nel territorio piemontese e valdostano. Obiettivo dell’indagine è stato quello di realizzare prime elaborazioni dei dati informatizzati dai cartellini, andando in particolare a valutare la loro possibile fruibilità per ricerche non solo su base tassonomica, ma anche per area geografica e per range temporali, approcci impossibili prima dell’avvio del progetto. Il dataset utilizzato ha riguardato i primi 12000 esemplari digitalizzati. Per l’estrazione dei dati su base geografica, a scopo esemplificativo, sono stati considerati l’area di Torino sud (quartiere Nizza Millefonti/Molinette) e i comuni limitrofi (Nichelino, con Stupinigi, e Moncalieri), settori oggi inclusi nel tessuto metropolitano, ma fino alla fine del XIX secolo esterni all’area urbana del capoluogo piemontese. L’estrazione di dati dal dataset di partenza (in formato Excel) ha permesso di individuare 120 esemplari erborizzati nell’area di interesse fra il 1803 e il 2013. L’insieme include un ricco nucleo di specie correlate a condizioni di elevata naturalità, per lo più igrofite e idrofite, ma anche piante tipiche dei coltivi e specie esotiche. Tali segnalazioni relative al passato sono state correlate con informazioni sull’attuale stato di conservazione delle diverse specie a livello nazionale e locale tramite l’accesso a banche dati disponibili in rete, quali Acta Plantarum e i-Naturalist. Inoltre, nell’area di Nizza-Millefonti è stata effettuata una prima azione di revisiting per valutare l’eventuale persistenza nell’area di alcune delle specie. Fra i diversi casi considerati, risulta particolarmente rilevante il caso di Myosurus minimus (Ranunculaceae), abbondantemente erborizzato nel XIX secolo nell’area di Nichelino e oggi ritenuto estinto nel territorio regionale. In conclusione, lo studio ha evidenziato il potenziale della collezione storica
Perdita di habitat e di biodiversità nel territorio dell'attuale area metropolitana di Torino letta attraverso i dati storici conservati nell'Herbarium Pedemontanum (TO)
GHIRARDI, FEDERICA
2021/2022
Abstract
Gli erbari sono collezioni di piante essiccate che costituiscono un patrimonio di grande valore dal punto di vista scientifico, storico e documentario. Negli erbari, infatti, ogni esemplare è accompagnato da un cartellino sul quale sono indicati il nome scientifico della pianta, il raccoglitore, la data e il luogo della raccolta. I campioni essiccati si possono conservare per molti anni e anche per secoli purché siano mantenuti protetti da umidità, insetti, luce e polvere. L’uso dell’erbario come strumento di ricerca botanica ebbe origine nel XVI secolo e si affermò fra il XIX e il XX. Attualmente vi sono nel mondo circa 3400 erbari riconosciuti a livello internazionale. Il focus di questa ricerca è dedicato a come le piante conservate negli erbari in genere, e soprattutto in quelli storici, possano svolgere un ruolo fondamentale nella conoscenza della biodiversità e della sua variazione negli ultimi secoli, in particolare in relazione ai cambiamenti ambientali, e rappresentare un riferimento per orientare azioni di salvaguardia e ripristino di ecosistemi a rischio. A tal fine, negli ultimi decenni, è divenuto prioritario rendere i dati conservati negli erbari più facilmente accessibili ed elaborabili con i moderni sistemi informatici, cosicché per le principali collezioni è stato avviato un processo di digitalizzazione. In tale contesto, il presente studio è stato sviluppato nell’ambito del progetto HERB-TO-CHANGE, avviato nel 2021 e dedicato alla digitalizzazione di parte dell’Herbarium Pedemontanum, sezione dell’Erbario dell’Università di Torino nella quale sono conservate le raccolte effettuate dal principio del XIX secolo nel territorio piemontese e valdostano. Obiettivo dell’indagine è stato quello di realizzare prime elaborazioni dei dati informatizzati dai cartellini, andando in particolare a valutare la loro possibile fruibilità per ricerche non solo su base tassonomica, ma anche per area geografica e per range temporali, approcci impossibili prima dell’avvio del progetto. Il dataset utilizzato ha riguardato i primi 12000 esemplari digitalizzati. Per l’estrazione dei dati su base geografica, a scopo esemplificativo, sono stati considerati l’area di Torino sud (quartiere Nizza Millefonti/Molinette) e i comuni limitrofi (Nichelino, con Stupinigi, e Moncalieri), settori oggi inclusi nel tessuto metropolitano, ma fino alla fine del XIX secolo esterni all’area urbana del capoluogo piemontese. L’estrazione di dati dal dataset di partenza (in formato Excel) ha permesso di individuare 120 esemplari erborizzati nell’area di interesse fra il 1803 e il 2013. L’insieme include un ricco nucleo di specie correlate a condizioni di elevata naturalità, per lo più igrofite e idrofite, ma anche piante tipiche dei coltivi e specie esotiche. Tali segnalazioni relative al passato sono state correlate con informazioni sull’attuale stato di conservazione delle diverse specie a livello nazionale e locale tramite l’accesso a banche dati disponibili in rete, quali Acta Plantarum e i-Naturalist. Inoltre, nell’area di Nizza-Millefonti è stata effettuata una prima azione di revisiting per valutare l’eventuale persistenza nell’area di alcune delle specie. Fra i diversi casi considerati, risulta particolarmente rilevante il caso di Myosurus minimus (Ranunculaceae), abbondantemente erborizzato nel XIX secolo nell’area di Nichelino e oggi ritenuto estinto nel territorio regionale. In conclusione, lo studio ha evidenziato il potenziale della collezione storicaFile | Dimensione | Formato | |
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