The purpose of this paper is to show one of the many poetics within the rich landscape of Contemporary Japanese free verse poetry through to translation proposal of Homeuta, a book of poetry published by Takahashi Mutsuo in 1971. The first chapter provides the historical coordinates of analysis: from the postwar period to the new millennium. However, it was decided not to leave out the milestones that marked the shintaishi before 1945: namely, the publication of Shintaishishō in 1882; the magazine Omokage edited by Mori Ōgai; the diatribes in academia regarding the most appropriate style to use; and two prominent figures like Hagiwara Sakutarō and Nishiwaki Junzaburō. The chapter then focuses on the major journals that emerged in the postwar period: Arechi, Rettō, and Kai, around which gravitated those poets who marked the "reconstruction" of postwar Japan through the poetic word. With the interest of delving into some poetics, the following sub-chapters present some landmark figures in contemporary Japanese free verse poetry: Tanikawa Shuntarō, Ōoka Makoto, Ishimure Michiko, Yoshino Hiroshi, Yoshimasu Gōzō, Arakawa Yōji, Nomura Kiwao, Yoshihara Sachiko and Itō Hiromi. Also in keeping with this sampling perspective, mention is later made of some new voices that emerged as we entered the new millennium (Misumi Mizuki, Fuzuki Yumi, and Saihate Tahi) and poets who became established in the 2000s (Park Kyongmi and Hachikai Mimi). In addition, it was deemed imperative to present the response of poetry with respect to the triple disaster that struck Tōhoku in March 2011, through the voices of Wagō Ryōichi and Arai Takako. The second chapter is devoted purely to the translation (in communication with the original text) of the poem-book Homeuta, with the aim of ferrying Takahashi Mutsuo's eclectic poetry to Italy. Finally, the third chapter, starting from the analysis of Homeuta, aims to delve into the peculiar features of his poetic, beginning with the homoerotic element that distinguishes all his early production. The historical context of the postwar period is examined, in which the crisis of the Japanese model of masculinity comes to a head, and with the death of the "national body," new ways are opened involving a new discourse of the body and sexuality. Indeed, the 1960s represent the decade of the nikutai bungaku (literature of the flesh) boom, and homosexuality also finds a place in this narrative. Homeuta adapts religious allegory to the description of the homosexual phenomenon represented by cruisung, yet without fear of lapsing into blasphemy, thanks to a very refined rhetorical expressions. Indeed, the refined language allows the book to be placed between pure literature and pornography: it is Takahashi himself who speaks of "sacred pornography" to frame the characters presented in his poem. However, the depiction of homoerotic desire serves as a means of representing erotic desire as a whole, universalizing eroticism.

La finalità di questo elaborato è mostrare una delle tante poetiche all’interno del ricco panorama della poesia giapponese contemporanea a verso libero, attraverso a una proposta di traduzione di Homeuta, libro di poesia pubblicato da Takahashi Mutsuo nel 1971. Nel primo capitolo vengono fornite le coordinate storiche di analisi: dal periodo postbellico fino al nuovo millennio. Tuttavia si è deciso di non tralasciare le tappe fondamentali che hanno segnato lo shintaishi prima del 1945: ovvero la pubblicazione dello Shintaishishō nel 1882; la rivista Omokage curata da Mori Ōgai; le diatribe nell’ambiente accademico riguardo lo stile più idoneo da utilizzare; e due figure di spicco come Hagiwara Sakutarō e Nishiwaki Junzaburō. Il capitolo poi si concentra sulle principali riviste nate nel dopoguerra: Arechi, Rettō, e Kai, attorno alle quali gravitano quei poeti che hanno segnato la “ricostruzione” del Giappone postbellico mediante la parola poetica. Con l’interesse di approfondire alcune poetiche, nei sotto-capitoli successivi vengono presentate alcune figure di riferimento per la poesia giapponese contemporanea a verso libero: Tanikawa Shuntarō, Ōoka Makoto, Ishimure Michiko, Yoshino Hiroshi, Yoshimasu Gōzō, Arakawa Yōji, Nomura Kiwao, Yoshihara Sachiko, e Itō Hiromi. Sempre in accordo a quest’ottica di campionamento, successivamente si fa menzione ad alcune nuove voci emerse con l’entrata nel nuovo millennio (Misumi Mizuki, Fuzuki Yumi, e Saihate Tahi) e a poetesse affermate negli anni Duemila (Park Kyongmi e Hachikai Mimi). Inoltre, si è ritenuto imprescindibile presentare la risposta della poesia rispetto al triplice disastro che ha colpito il Tōhoku nel marzo 2011, attraverso le voci di Wagō Ryōichi e di Arai Takako. Il secondo capitolo è dedicato prettamente alla traduzione (in comunicazione col testo originale) del poema-libro Homeuta, con lo scopo di traghettare in Italia la poesia eclettica di Takahashi Mutsuo. Infine, il terzo capitolo, partendo dall’analisi di Homeuta, ha la finalità di approfondire i tratti peculiari della sua poetica, a cominciare dal carattere omoerotico che contraddistingue tutta la sua produzione giovanile. Viene esaminato il contesto storico del dopoguerra, in cui la crisi del modello di mascolinità giapponese entra in crisi, e con la morte del “corpo nazionale”, si aprono nuove strade che prevedono una nuova messa in discorso del corpo e della sessualità. Gli anni Sessanta rappresentano infatti il decennio del boom del nikutai bungaku (letteratura della carne) e anche l’omosessualità trova spazio in questa narrazione. Homeuta adegua l’allegoria religiosa alla descrizione del fenomeno omosessuale rappresentato dal cruisung, tuttavia senza paura di scadere nella blasfemia, grazie a un impianto retorico molto raffinato. Il linguaggio ricercato infatti permette di collocare il libro tra la letteratura pura e la pornografia: è lo stesso Takahashi a parlare di “pornografia sacra” per inquadrare i personaggi presentati nel suo poema. Tuttavia la raffigurazione del desiderio omoerotico funge da strumento per rappresentare il desiderio erotico nel suo complesso, universalizzando l’erotismo.

Nihon no gendaishi: la poesia giapponese contemporanea a verso libero e una proposta di traduzione di Homeuta di Takahashi Mutsuo

OCCHIONERO, EDOARDO
2021/2022

Abstract

La finalità di questo elaborato è mostrare una delle tante poetiche all’interno del ricco panorama della poesia giapponese contemporanea a verso libero, attraverso a una proposta di traduzione di Homeuta, libro di poesia pubblicato da Takahashi Mutsuo nel 1971. Nel primo capitolo vengono fornite le coordinate storiche di analisi: dal periodo postbellico fino al nuovo millennio. Tuttavia si è deciso di non tralasciare le tappe fondamentali che hanno segnato lo shintaishi prima del 1945: ovvero la pubblicazione dello Shintaishishō nel 1882; la rivista Omokage curata da Mori Ōgai; le diatribe nell’ambiente accademico riguardo lo stile più idoneo da utilizzare; e due figure di spicco come Hagiwara Sakutarō e Nishiwaki Junzaburō. Il capitolo poi si concentra sulle principali riviste nate nel dopoguerra: Arechi, Rettō, e Kai, attorno alle quali gravitano quei poeti che hanno segnato la “ricostruzione” del Giappone postbellico mediante la parola poetica. Con l’interesse di approfondire alcune poetiche, nei sotto-capitoli successivi vengono presentate alcune figure di riferimento per la poesia giapponese contemporanea a verso libero: Tanikawa Shuntarō, Ōoka Makoto, Ishimure Michiko, Yoshino Hiroshi, Yoshimasu Gōzō, Arakawa Yōji, Nomura Kiwao, Yoshihara Sachiko, e Itō Hiromi. Sempre in accordo a quest’ottica di campionamento, successivamente si fa menzione ad alcune nuove voci emerse con l’entrata nel nuovo millennio (Misumi Mizuki, Fuzuki Yumi, e Saihate Tahi) e a poetesse affermate negli anni Duemila (Park Kyongmi e Hachikai Mimi). Inoltre, si è ritenuto imprescindibile presentare la risposta della poesia rispetto al triplice disastro che ha colpito il Tōhoku nel marzo 2011, attraverso le voci di Wagō Ryōichi e di Arai Takako. Il secondo capitolo è dedicato prettamente alla traduzione (in comunicazione col testo originale) del poema-libro Homeuta, con lo scopo di traghettare in Italia la poesia eclettica di Takahashi Mutsuo. Infine, il terzo capitolo, partendo dall’analisi di Homeuta, ha la finalità di approfondire i tratti peculiari della sua poetica, a cominciare dal carattere omoerotico che contraddistingue tutta la sua produzione giovanile. Viene esaminato il contesto storico del dopoguerra, in cui la crisi del modello di mascolinità giapponese entra in crisi, e con la morte del “corpo nazionale”, si aprono nuove strade che prevedono una nuova messa in discorso del corpo e della sessualità. Gli anni Sessanta rappresentano infatti il decennio del boom del nikutai bungaku (letteratura della carne) e anche l’omosessualità trova spazio in questa narrazione. Homeuta adegua l’allegoria religiosa alla descrizione del fenomeno omosessuale rappresentato dal cruisung, tuttavia senza paura di scadere nella blasfemia, grazie a un impianto retorico molto raffinato. Il linguaggio ricercato infatti permette di collocare il libro tra la letteratura pura e la pornografia: è lo stesso Takahashi a parlare di “pornografia sacra” per inquadrare i personaggi presentati nel suo poema. Tuttavia la raffigurazione del desiderio omoerotico funge da strumento per rappresentare il desiderio erotico nel suo complesso, universalizzando l’erotismo.
ITA
The purpose of this paper is to show one of the many poetics within the rich landscape of Contemporary Japanese free verse poetry through to translation proposal of Homeuta, a book of poetry published by Takahashi Mutsuo in 1971. The first chapter provides the historical coordinates of analysis: from the postwar period to the new millennium. However, it was decided not to leave out the milestones that marked the shintaishi before 1945: namely, the publication of Shintaishishō in 1882; the magazine Omokage edited by Mori Ōgai; the diatribes in academia regarding the most appropriate style to use; and two prominent figures like Hagiwara Sakutarō and Nishiwaki Junzaburō. The chapter then focuses on the major journals that emerged in the postwar period: Arechi, Rettō, and Kai, around which gravitated those poets who marked the "reconstruction" of postwar Japan through the poetic word. With the interest of delving into some poetics, the following sub-chapters present some landmark figures in contemporary Japanese free verse poetry: Tanikawa Shuntarō, Ōoka Makoto, Ishimure Michiko, Yoshino Hiroshi, Yoshimasu Gōzō, Arakawa Yōji, Nomura Kiwao, Yoshihara Sachiko and Itō Hiromi. Also in keeping with this sampling perspective, mention is later made of some new voices that emerged as we entered the new millennium (Misumi Mizuki, Fuzuki Yumi, and Saihate Tahi) and poets who became established in the 2000s (Park Kyongmi and Hachikai Mimi). In addition, it was deemed imperative to present the response of poetry with respect to the triple disaster that struck Tōhoku in March 2011, through the voices of Wagō Ryōichi and Arai Takako. The second chapter is devoted purely to the translation (in communication with the original text) of the poem-book Homeuta, with the aim of ferrying Takahashi Mutsuo's eclectic poetry to Italy. Finally, the third chapter, starting from the analysis of Homeuta, aims to delve into the peculiar features of his poetic, beginning with the homoerotic element that distinguishes all his early production. The historical context of the postwar period is examined, in which the crisis of the Japanese model of masculinity comes to a head, and with the death of the "national body," new ways are opened involving a new discourse of the body and sexuality. Indeed, the 1960s represent the decade of the nikutai bungaku (literature of the flesh) boom, and homosexuality also finds a place in this narrative. Homeuta adapts religious allegory to the description of the homosexual phenomenon represented by cruisung, yet without fear of lapsing into blasphemy, thanks to a very refined rhetorical expressions. Indeed, the refined language allows the book to be placed between pure literature and pornography: it is Takahashi himself who speaks of "sacred pornography" to frame the characters presented in his poem. However, the depiction of homoerotic desire serves as a means of representing erotic desire as a whole, universalizing eroticism.
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