L’origine delle Sirene non è di facile attribuzione. Esse potrebbero essere entrate a far parte della mitologia greca grazie al contatto con le tradizioni asiatiche nella creazione e diffusione delle opere d’arte dell’Antica Grecia. La maggior parte delle fonti, comunque, concorda sulla discendenza del dio fluviale Acheloo unitosi a una musa. Le prime raffigurazioni delle Sirene nella mitologia greca le raffiguravano come creature aviformi, ovvero donne nella parte superiore del corpo e uccello in quella inferiore, d’aspetto maggiormente simile alle arpie, che vivevano in riva al mare. Intorno al Medioevo, tuttavia, le Sirene assunsero gradualmente l’aspetto ittiforme con testa e torso femminili insieme a una coda di pesce, caratteristiche fisiche che sono giunte a noi e che hanno preso forma in tutte le rappresentazioni delle espressioni culturali contemporanee. L’Ottocento è il secolo che ha visto venire alla luce i racconti che ho deciso di portare all’interno dello studio di questo lavoro e sui quali ho voluto soffermarmi maggiormente sin dal principio. Lo scrittore tedesco Friedrich Heinrich La Motte Fouqué, ascrivibile alla corrente letteraria del Romanticismo, e lo scrittore e poeta danese Hans Christian Andersen, esponente mondiale di riferimento della letteratura per l’infanzia e per adulti. Negli anni ’90, la scrittrice britannica J.K. Rowling ha creato la serie di Harry Potter, che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo e ha generato un franchise di enorme successo, che comprende anche le pellicole cinematografiche. La storia del mago, della scuola di magia di Hogwarts e di tutto l’universo magico ha attirato una incalcolabile quantità di pubblico grazie a una trama ben congegnata in un mondo magico parallelo al nostro. Infine, si chiude il discorso intorno alla questione della rappresentazione secondo canoni che stiamo scardinando al fine di ottenere più visibilità per i gruppi sottorappresentati verso un futuro più inclusivo.
La sirena tra voce e rappresentazione, dai canoni mitologici e letterari al dibattito contemporaneo
GRECO, GIADA BEATRICE
2021/2022
Abstract
L’origine delle Sirene non è di facile attribuzione. Esse potrebbero essere entrate a far parte della mitologia greca grazie al contatto con le tradizioni asiatiche nella creazione e diffusione delle opere d’arte dell’Antica Grecia. La maggior parte delle fonti, comunque, concorda sulla discendenza del dio fluviale Acheloo unitosi a una musa. Le prime raffigurazioni delle Sirene nella mitologia greca le raffiguravano come creature aviformi, ovvero donne nella parte superiore del corpo e uccello in quella inferiore, d’aspetto maggiormente simile alle arpie, che vivevano in riva al mare. Intorno al Medioevo, tuttavia, le Sirene assunsero gradualmente l’aspetto ittiforme con testa e torso femminili insieme a una coda di pesce, caratteristiche fisiche che sono giunte a noi e che hanno preso forma in tutte le rappresentazioni delle espressioni culturali contemporanee. L’Ottocento è il secolo che ha visto venire alla luce i racconti che ho deciso di portare all’interno dello studio di questo lavoro e sui quali ho voluto soffermarmi maggiormente sin dal principio. Lo scrittore tedesco Friedrich Heinrich La Motte Fouqué, ascrivibile alla corrente letteraria del Romanticismo, e lo scrittore e poeta danese Hans Christian Andersen, esponente mondiale di riferimento della letteratura per l’infanzia e per adulti. Negli anni ’90, la scrittrice britannica J.K. Rowling ha creato la serie di Harry Potter, che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo e ha generato un franchise di enorme successo, che comprende anche le pellicole cinematografiche. La storia del mago, della scuola di magia di Hogwarts e di tutto l’universo magico ha attirato una incalcolabile quantità di pubblico grazie a una trama ben congegnata in un mondo magico parallelo al nostro. Infine, si chiude il discorso intorno alla questione della rappresentazione secondo canoni che stiamo scardinando al fine di ottenere più visibilità per i gruppi sottorappresentati verso un futuro più inclusivo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/52231