Basandosi sui criteri del DSM V non sembrano esserci differenze tra uomini e donne, se non per quanto riguarda la prevalenza, infatti, il disturbo è diagnosticato 4 volte più spesso nei maschi che nelle femmine (4:1). Però, i dati riportati dai clinici e dagli insegnanti mostrano numerose differenze di genere. Tra le varie differenze, risulta rilevante la presenza di bassi livelli di interessi ristretti nelle donne rispetto agli uomini; le donne riportano bassi livelli di comportamenti stereotipati, mostrando interessi difficilmente identificabili come atipici. Le varie ricerche convergono sull'idea che nelle donne con autismo ad alto funzionamento è presente una sintomatologia autistica più attenuata e alta capacità di sviluppare strategie compensatorie di adattamento sociale, quindi migliori abilità socio-comunicative. Sono state individuate delle tecniche, messe in atto da soggetti autistici, con il fine di trovare un modo per nascondere le proprie difficoltà sociali e apparire socialmente competenti. In particolare, le donne mostrano una forte motivazione a mimare i comportamenti osservati nelle varie situazioni sociali (sia reali, che fantastiche). La pratica di camuffamento, sebbene permetta di intrattenere relazioni con gli altri, e quindi avere un carattere adattivo, porta con se anche un aspetto disadattivo, ovvero quello provocare confusione dell'identità a causa dell'impulso a limitare l'espressione della propria personalità. E' probabile che queste differenze e la conseguente messa in atto di strategie compensatorie abbia delle ripercussioni sulla traccia del profilo diagnostico delle donne ASD. Infatti, La diagnosi, anche qualora fosse identificata correttamente come autismo, nelle ragazze arriva sempre in ritardo rispetto alla controparte maschile. Per soddisfare i criteri necessari per porre diagnosi di disturbo dello spettro autistico, le femmine devono presentare sintomi più gravi nonché maggiori problemi cognitivi e comportamentali.
Autismo al femminile: tra camuffamento sociale, vissuti soggettivi e questioni diagnostiche
BLANCO, ESTER
2016/2017
Abstract
Basandosi sui criteri del DSM V non sembrano esserci differenze tra uomini e donne, se non per quanto riguarda la prevalenza, infatti, il disturbo è diagnosticato 4 volte più spesso nei maschi che nelle femmine (4:1). Però, i dati riportati dai clinici e dagli insegnanti mostrano numerose differenze di genere. Tra le varie differenze, risulta rilevante la presenza di bassi livelli di interessi ristretti nelle donne rispetto agli uomini; le donne riportano bassi livelli di comportamenti stereotipati, mostrando interessi difficilmente identificabili come atipici. Le varie ricerche convergono sull'idea che nelle donne con autismo ad alto funzionamento è presente una sintomatologia autistica più attenuata e alta capacità di sviluppare strategie compensatorie di adattamento sociale, quindi migliori abilità socio-comunicative. Sono state individuate delle tecniche, messe in atto da soggetti autistici, con il fine di trovare un modo per nascondere le proprie difficoltà sociali e apparire socialmente competenti. In particolare, le donne mostrano una forte motivazione a mimare i comportamenti osservati nelle varie situazioni sociali (sia reali, che fantastiche). La pratica di camuffamento, sebbene permetta di intrattenere relazioni con gli altri, e quindi avere un carattere adattivo, porta con se anche un aspetto disadattivo, ovvero quello provocare confusione dell'identità a causa dell'impulso a limitare l'espressione della propria personalità. E' probabile che queste differenze e la conseguente messa in atto di strategie compensatorie abbia delle ripercussioni sulla traccia del profilo diagnostico delle donne ASD. Infatti, La diagnosi, anche qualora fosse identificata correttamente come autismo, nelle ragazze arriva sempre in ritardo rispetto alla controparte maschile. Per soddisfare i criteri necessari per porre diagnosi di disturbo dello spettro autistico, le femmine devono presentare sintomi più gravi nonché maggiori problemi cognitivi e comportamentali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/52096