L’oggetto di ricerca della tesi è rappresentato dalle operazioni di cartolarizzazione compiute dalle banche. Attraverso questa tecnica finanziaria, gli intermediari possono smobilizzare attività illiquide ed indivisibili, come i crediti, al fine di ottenere una serie di benefici. Tali vantaggi sono riconducibili principalmente ad un aumento della liquidità, alla diversificazione delle fonti di funding, alla ristrutturazione dell’attivo di bilancio e al rilascio di capitale regolamentare detenuto secondo le norme di vigilanza prudenziale. La cartolarizzazione, tuttavia, in seguito alla crisi finanziaria del 2007, è stata considerata da diversi esperti una tecnica pericolosa per la stabilità del sistema finanziario; inoltre, i prodotti ad essa associati sono stati definiti come “titoli tossici”. Il presente elaborato si propone di analizzare gli aspetti tecnici, operativi e regolamentari delle cartolarizzazioni bancarie, cercando di comprendere se tale tecnica finanziaria sia davvero da considerarsi pericolosa, oppure se essa possa costituire, all’interno dell’attuale contesto bancario, uno strumento utile per gli intermediari al fine di supportare l’economia reale. L’analisi viene condotta attraverso una rassegna della letteratura in materia, dalla quale emerge che i contributi teorici ed empirici apportati dagli studiosi non vanno verso un’unica direzione, bensì le opinioni sul tema sono discordanti. Vista anche la scarsità di dati relativi al mercato attuale, la ricerca passa per lo studio di un recente caso aziendale, il quale può aiutare a comprendere le prospettive presenti e future del mercato dei prodotti strutturati. Nel corso della trattazione vengono evidenziate le caratteristiche fondamentali delle operazioni, esaminando i diversi soggetti coinvolti ed i relativi ruoli. Vengono mostrati poi i benefici che la cartolarizzazione può portare alle banche che perfezionano questo tipo di operazioni. Successivamente, si analizzano le tecniche operative possibili che la prassi internazionale ha messo in luce, distinguendo per ognuna gli obiettivi compatibili. Dopo averne compreso il funzionamento, la ricerca mette in evidenza la relazione esistente tra crisi e cartolarizzazione, con particolare focus sui prodotti strutturati denominati CDO. L’analisi, inoltre, approfondisce la normativa di riferimento, sia a livello europeo che italiano. A tal proposito, la Legge n. 130/99 e le norme di vigilanza prudenziale dettate dal Comitato di Basilea risultano essere l’argomento di maggior interesse. Infine, dopo un’analisi del panorama italiano, condotta anche attraverso lo studio delle operazioni di cartolarizzazione poste in essere da Santander Consumer Bank S.p.A., si cercano di evidenziare criticità e potenziali vantaggi della cartolarizzazione nell’attuale contesto economico-finanziario, delineando anche le possibili prospettive future. In conclusione, si può affermare che un utilizzo corretto e trasparente della cartolarizzazione non è da considerare pericoloso, anzi, tale tecnica può costituire un’importante risorsa per le banche, anche nell’ottica del supporto all’economia reale e, in particolare, alle PMI. Il framework normativo, in questo senso, riveste un ruolo di primaria importanza, poiché l’utilizzo improprio della cartolarizzazione con riferimento alla crisi del 2007 è stato possibile a causa di importanti lacune regolamentari.
Cartolarizzazioni bancarie: vigilanza prudenziale e aspetti tecnico-operativi
SASSOE' POGNETTO, PAOLO
2021/2022
Abstract
L’oggetto di ricerca della tesi è rappresentato dalle operazioni di cartolarizzazione compiute dalle banche. Attraverso questa tecnica finanziaria, gli intermediari possono smobilizzare attività illiquide ed indivisibili, come i crediti, al fine di ottenere una serie di benefici. Tali vantaggi sono riconducibili principalmente ad un aumento della liquidità, alla diversificazione delle fonti di funding, alla ristrutturazione dell’attivo di bilancio e al rilascio di capitale regolamentare detenuto secondo le norme di vigilanza prudenziale. La cartolarizzazione, tuttavia, in seguito alla crisi finanziaria del 2007, è stata considerata da diversi esperti una tecnica pericolosa per la stabilità del sistema finanziario; inoltre, i prodotti ad essa associati sono stati definiti come “titoli tossici”. Il presente elaborato si propone di analizzare gli aspetti tecnici, operativi e regolamentari delle cartolarizzazioni bancarie, cercando di comprendere se tale tecnica finanziaria sia davvero da considerarsi pericolosa, oppure se essa possa costituire, all’interno dell’attuale contesto bancario, uno strumento utile per gli intermediari al fine di supportare l’economia reale. L’analisi viene condotta attraverso una rassegna della letteratura in materia, dalla quale emerge che i contributi teorici ed empirici apportati dagli studiosi non vanno verso un’unica direzione, bensì le opinioni sul tema sono discordanti. Vista anche la scarsità di dati relativi al mercato attuale, la ricerca passa per lo studio di un recente caso aziendale, il quale può aiutare a comprendere le prospettive presenti e future del mercato dei prodotti strutturati. Nel corso della trattazione vengono evidenziate le caratteristiche fondamentali delle operazioni, esaminando i diversi soggetti coinvolti ed i relativi ruoli. Vengono mostrati poi i benefici che la cartolarizzazione può portare alle banche che perfezionano questo tipo di operazioni. Successivamente, si analizzano le tecniche operative possibili che la prassi internazionale ha messo in luce, distinguendo per ognuna gli obiettivi compatibili. Dopo averne compreso il funzionamento, la ricerca mette in evidenza la relazione esistente tra crisi e cartolarizzazione, con particolare focus sui prodotti strutturati denominati CDO. L’analisi, inoltre, approfondisce la normativa di riferimento, sia a livello europeo che italiano. A tal proposito, la Legge n. 130/99 e le norme di vigilanza prudenziale dettate dal Comitato di Basilea risultano essere l’argomento di maggior interesse. Infine, dopo un’analisi del panorama italiano, condotta anche attraverso lo studio delle operazioni di cartolarizzazione poste in essere da Santander Consumer Bank S.p.A., si cercano di evidenziare criticità e potenziali vantaggi della cartolarizzazione nell’attuale contesto economico-finanziario, delineando anche le possibili prospettive future. In conclusione, si può affermare che un utilizzo corretto e trasparente della cartolarizzazione non è da considerare pericoloso, anzi, tale tecnica può costituire un’importante risorsa per le banche, anche nell’ottica del supporto all’economia reale e, in particolare, alle PMI. Il framework normativo, in questo senso, riveste un ruolo di primaria importanza, poiché l’utilizzo improprio della cartolarizzazione con riferimento alla crisi del 2007 è stato possibile a causa di importanti lacune regolamentari. File | Dimensione | Formato | |
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