La tecnologia tradizionale di invecchiamento del vino prevede l’utilizzo di botti di legno e, in alternativa, è possibile ricorrere alla micro-ossigenazione e all'uso di prodotti alternativi al rovere dove ammessi. Il vino di migliore qualità si ottiene attraverso l'invecchiamento in botte, ma è un processo dispendioso in termini di tempo, denaro e spazio in cantina, oltre al fatto che il legno sta diventando una risorsa naturale sempre più limitata. In questi ultimi anni la società ha realizzato che le questioni ambientali e il cambiamento climatico non sono più solamente un problema, ma sono diventati un’emergenza che è necessario fronteggiare al più presto riducendo drasticamente le emissioni di gas serra. Anche il settore del vino è chiamato a fare la propria parte e, in questo contesto, l’utilizzo delle botti di legno per l’invecchiamento, una pratica “costosa” dal punto di vista dell’impronta ambientale anche in virtù del limitato tempo di utilizzo delle botti, offre ai ricercatori un ottimo caso di studio per sperimentare pratiche più sostenibili. Attraverso l’utilizzo dei serbatoi HDPE, contenitori riutilizzabili per diversi anni, meno costosi e meno ingombrati delle botti, è possibile mettere in atto delle pratiche di invecchiamento del vino più sostenibili, sia per l’ambiente che per la cantina. A livello tecnologico, per rendere il processo di invecchiamento il più simile possibile a quello in botte di legno vengono inseriti prodotti di rovere alternativi. Lo studio prevede quindi il monitoraggio dell'evoluzione del vino in quattro serbatoi di polietilene ad alta densità (HDPE) e in un serbatoio di acciaio inossidabile utilizzato come controllo. I serbatoi in HDPE hanno tre diversi tipi di permeabilità all’ossigeno: bassa, media e alta. All'interno di questi contenitori in HDPE sono state collocate doghe di legno francese (Quercus petraea) rispettivamente nei contenitori a bassa, media e alta permeabilità, mentre il quarto contenitore a media permeabilità non presenta doghe. Il vino oggetto della prova è prodotto da uve vendemmia 2020 e, dopo il processo di vinificazione, il trattamento è iniziato nel marzo 2021. Durate l’esperimento, al fine di verificarne la bontà, le analisi dei vini sono state condotte sui seguenti parametri: colore, pigmenti e composti fenolici (flavonoli, flavanoli, antociani) mediante spettrofotometro. Sono state condotte anche le analisi periodiche sulle quantità di SO₂, sull'acidità volatile e sui valori di pH. I serbatoi in HDPE hanno mostrato una maggiore evoluzione dei composti fenolici rispetto al vino conservato in acciaio; questo effetto è stato osservato anche nell'evoluzione del vino tra gli stessi HDPE, in cui si riscontrano evidenti differenze in funzione del grado di permeabilità e dalla presenza del legno. Dalle analisi effettuate, si suppone che il polietilene ad alta densità possa essere una valida alternativa all'uso di botti di legno consentendo da un lato un buon sviluppo dell'invecchiamento, e dall’altro riducendo i costi di manutenzione e anche l'impatto ambientale del processo. L'invecchiamento del vino in vasche di HDPE potrebbe diventare idealmente una pratica complementare all'invecchiamento in barrique, andando così a limitare l’utilizzo di questa materia prima.
Flexcube (serbatoi in polietilene ad alta densità) e derivati legnosi come tecnica alternativa per l'affinamento dei vini rossi
CLAP, GIACOMO
2021/2022
Abstract
La tecnologia tradizionale di invecchiamento del vino prevede l’utilizzo di botti di legno e, in alternativa, è possibile ricorrere alla micro-ossigenazione e all'uso di prodotti alternativi al rovere dove ammessi. Il vino di migliore qualità si ottiene attraverso l'invecchiamento in botte, ma è un processo dispendioso in termini di tempo, denaro e spazio in cantina, oltre al fatto che il legno sta diventando una risorsa naturale sempre più limitata. In questi ultimi anni la società ha realizzato che le questioni ambientali e il cambiamento climatico non sono più solamente un problema, ma sono diventati un’emergenza che è necessario fronteggiare al più presto riducendo drasticamente le emissioni di gas serra. Anche il settore del vino è chiamato a fare la propria parte e, in questo contesto, l’utilizzo delle botti di legno per l’invecchiamento, una pratica “costosa” dal punto di vista dell’impronta ambientale anche in virtù del limitato tempo di utilizzo delle botti, offre ai ricercatori un ottimo caso di studio per sperimentare pratiche più sostenibili. Attraverso l’utilizzo dei serbatoi HDPE, contenitori riutilizzabili per diversi anni, meno costosi e meno ingombrati delle botti, è possibile mettere in atto delle pratiche di invecchiamento del vino più sostenibili, sia per l’ambiente che per la cantina. A livello tecnologico, per rendere il processo di invecchiamento il più simile possibile a quello in botte di legno vengono inseriti prodotti di rovere alternativi. Lo studio prevede quindi il monitoraggio dell'evoluzione del vino in quattro serbatoi di polietilene ad alta densità (HDPE) e in un serbatoio di acciaio inossidabile utilizzato come controllo. I serbatoi in HDPE hanno tre diversi tipi di permeabilità all’ossigeno: bassa, media e alta. All'interno di questi contenitori in HDPE sono state collocate doghe di legno francese (Quercus petraea) rispettivamente nei contenitori a bassa, media e alta permeabilità, mentre il quarto contenitore a media permeabilità non presenta doghe. Il vino oggetto della prova è prodotto da uve vendemmia 2020 e, dopo il processo di vinificazione, il trattamento è iniziato nel marzo 2021. Durate l’esperimento, al fine di verificarne la bontà, le analisi dei vini sono state condotte sui seguenti parametri: colore, pigmenti e composti fenolici (flavonoli, flavanoli, antociani) mediante spettrofotometro. Sono state condotte anche le analisi periodiche sulle quantità di SO₂, sull'acidità volatile e sui valori di pH. I serbatoi in HDPE hanno mostrato una maggiore evoluzione dei composti fenolici rispetto al vino conservato in acciaio; questo effetto è stato osservato anche nell'evoluzione del vino tra gli stessi HDPE, in cui si riscontrano evidenti differenze in funzione del grado di permeabilità e dalla presenza del legno. Dalle analisi effettuate, si suppone che il polietilene ad alta densità possa essere una valida alternativa all'uso di botti di legno consentendo da un lato un buon sviluppo dell'invecchiamento, e dall’altro riducendo i costi di manutenzione e anche l'impatto ambientale del processo. L'invecchiamento del vino in vasche di HDPE potrebbe diventare idealmente una pratica complementare all'invecchiamento in barrique, andando così a limitare l’utilizzo di questa materia prima.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/51925