Artificial intelligence, and its silent pervasiveness in our lives, have led our existences towards an ever-increasing reflection on what it means to be human. Devices created as we are that lead us to question our humanity. How does a human being work? What are the best ethical values to pursue in the world? What is the best kind of society to establish for all to achieve equity and social equality? These seem to be questions that lend themselves little to a discourse on artificial intelligence, which reflects much more than we can imagine. This analysis attempts to probe the cultural models of our society that address the subject of artificial intelligence. The purpose is to discover if a development that is humanly appropriate to the survival and benefit of all living beings is possible. Attitudes of alienation and oppression can lead to the sclerotization of a society increasingly chained in the cage we have built. This thesis semiotically analyses audio-visual narratives about artificial intelligence to investigate the new configurations of what it means to be human, inhuman, or in-human, and what ideals we must pursue to become one day, thanks to Artificial Intelligence, a new category of living beings: superhumans.

L’intelligenza Artificiale, e la sua pervasività spesso silente nelle vite quotidiane, ha condotto le nostre esistenze verso una sempre più crescente riflessione su che cosa significhi essere umani. Dispositivi creati a nostra immagine e somiglianza che ci pongono di fronte ad un riflesso (oltre che una riflessione) sulla conformazione stessa della nostra umanità. Come funziona l’essere umano? Quali sono i migliori valori etici da perseguire? Qual è il miglior tipo di società da instaurare al fine di consentire a tutti di raggiungere l’equità e la parità sociale? Sembrano quesiti che poco si prestano ad un discorso sull’intelligenza Artificiale, ma che in realtà rispecchiano molto più di quanto non possiamo immaginare. La presente analisi tenta di sondare i modelli culturali costitutivi della nostra realtà che affrontano il tema dell’intelligenza artificiale con lo scopo di perseguire uno sviluppo che sia il più umanamente adeguato alla sopravvivenza e al beneficio di tutti gli esseri viventi, rilevando e ripudiando un atteggiamento di tipo disumano, laddove i principi alienanti e i precetti economici portano all’oppressione ed alla sclerotizzazione di una società sempre più incatenata in una gabbia che noi stessi abbiamo costruito. Attraverso un’analisi semiotica di alcune delle narrazioni audiovisive sull’IA, portate avanti dai discorsi cinematografici e seriali, mi propongo di indagare nuove configurazioni di che cosa voglia dire essere umani, inumani, disumani e quali sono gli ideali che dobbiamo perseguire per poter un giorno diventare, grazie all’Intelligenza Artificiale, una nuova categoria di esseri viventi: i superumani.

A nostra immagine e dissonanza. Analisi sociosemiotica delle narrazioni audiovisive sulla configurazione valoriale dell’essere umano attraverso la relazione riflessa con l’I.A.

INGRAO, ILARIA
2021/2022

Abstract

L’intelligenza Artificiale, e la sua pervasività spesso silente nelle vite quotidiane, ha condotto le nostre esistenze verso una sempre più crescente riflessione su che cosa significhi essere umani. Dispositivi creati a nostra immagine e somiglianza che ci pongono di fronte ad un riflesso (oltre che una riflessione) sulla conformazione stessa della nostra umanità. Come funziona l’essere umano? Quali sono i migliori valori etici da perseguire? Qual è il miglior tipo di società da instaurare al fine di consentire a tutti di raggiungere l’equità e la parità sociale? Sembrano quesiti che poco si prestano ad un discorso sull’intelligenza Artificiale, ma che in realtà rispecchiano molto più di quanto non possiamo immaginare. La presente analisi tenta di sondare i modelli culturali costitutivi della nostra realtà che affrontano il tema dell’intelligenza artificiale con lo scopo di perseguire uno sviluppo che sia il più umanamente adeguato alla sopravvivenza e al beneficio di tutti gli esseri viventi, rilevando e ripudiando un atteggiamento di tipo disumano, laddove i principi alienanti e i precetti economici portano all’oppressione ed alla sclerotizzazione di una società sempre più incatenata in una gabbia che noi stessi abbiamo costruito. Attraverso un’analisi semiotica di alcune delle narrazioni audiovisive sull’IA, portate avanti dai discorsi cinematografici e seriali, mi propongo di indagare nuove configurazioni di che cosa voglia dire essere umani, inumani, disumani e quali sono gli ideali che dobbiamo perseguire per poter un giorno diventare, grazie all’Intelligenza Artificiale, una nuova categoria di esseri viventi: i superumani.
ITA
Artificial intelligence, and its silent pervasiveness in our lives, have led our existences towards an ever-increasing reflection on what it means to be human. Devices created as we are that lead us to question our humanity. How does a human being work? What are the best ethical values to pursue in the world? What is the best kind of society to establish for all to achieve equity and social equality? These seem to be questions that lend themselves little to a discourse on artificial intelligence, which reflects much more than we can imagine. This analysis attempts to probe the cultural models of our society that address the subject of artificial intelligence. The purpose is to discover if a development that is humanly appropriate to the survival and benefit of all living beings is possible. Attitudes of alienation and oppression can lead to the sclerotization of a society increasingly chained in the cage we have built. This thesis semiotically analyses audio-visual narratives about artificial intelligence to investigate the new configurations of what it means to be human, inhuman, or in-human, and what ideals we must pursue to become one day, thanks to Artificial Intelligence, a new category of living beings: superhumans.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/51887