In this work, I propose a critical review of several readings of the phenomenon of aoristic drift, a process of gradual aoristicization of the past perfect, generalized in the Romance area and beyond. The first chapter serves to illustrate a typological framework within which to place the analysis of the phenomenon: starting from Comrie's (1976) study on aspectual categories, I outline the foundations for a general discourse on the perfect, regarding its varied semantics and a general diachrony of change, following the study by Bybee, Perkins, and Pagliuca (1994). The studies on grammaticalization processes (Heine and Reh 1984; Bybee and Dahl 1989; Heine, Claudi, and Hunnemeyer 1991) are fundamental to this discussion. In the second chapter, which is the central part of the work, the phenomenon is observed in relation to the Romance languages, with references to the Germanic languages, from different perspectives: I start from the study by Squartini and Bertinetto (2000), which outlines the change by emphasizing the typological coordinates found in the various languages examined. This perspective is contrasted by the more recent study by Drinka (2017a; 2017b), which instead observes the phenomenon by highlighting the contact mechanisms that occurred as a result of the historical, political, and cultural events that have unfolded over time. A key concept of this approach is the linguistic area she defines as "three-dimensional," where linguistic innovations unfold and overlap within a diachronic perspective of continuous interaction. The contribution of Detges (2000) is added, analyzing the change in aoristic drift by relating it to discursive and communicative mechanisms that, according to the scholar, motivate the change. Central to this approach is the role of theories on subjectivization described by Traugott and Dasher (2005), which we also find in the discussion regarding Greek. The third chapter focuses on the analysis of the phenomenon within ancient Greek, with some references to the current situation of modern Greek. It refers to the studies of Chantraine (1927) regarding the Greek perfect, to Romagno (2005) for an in-depth look at the semantics of the Homeric perfect, and to Haug (2008) concerning aoristic drift, specifically the trigger of change: we see a theory that departs from the study of pragmatic-discursive phenomena to concentrate on the paradigmatic influences acting internally within the language. To illustrate the evolution of the perfect's change over the centuries following the classical age, I draw on the perspectives of Horrocks (1997) and again of Drinka (2017a; 2017b).
In questo lavoro mi propongo una rassegna critica di alcune letture del fenomeno dell’aoristic drift, processo di graduale aoristicizzazione del passato composto, generalizzato nell’area romanza e non solo. Il primo capitolo serve a illustrare un quadro tipologico entro cui collocare l’analisi del fenomeno: partendo dallo studio di Comrie (1976) sulle categorie aspettuali delineo le basi per un discorso generale sul perfetto, riguardo alla sua varia semantica e a una generale diacronia del mutamento, seguendo lo studio di Bybee, Perkins e Pagliuca (1994). Sono fondamentali all’interno del discorso gli studi sui processi di grammaticalizzazione (Heine e Reh 1984; Bybee e Dahl 1989; Heine, Claudi e Hunnemeyer 1991). Nel secondo capitolo, che è quello centrale del lavoro, si osserva il fenomeno relativamente alle lingue romanze, con accenni alle lingue germaniche, secondo prospettive differenti: parto dallo studio di Squartini e Bertinetto (2000) che delineano il mutamento dando maggiore risalto alle coordinate tipologiche che si riscontrano nelle diverse lingue trattate. A questa prospettiva si contrappone il più recente studio di Drinka (2017a; 2017b) che osserva invece il fenomeno dando particolare risalto ai meccanismi di contatto avvenuti a seguito degli eventi storici, politici e culturali che si sono susseguiti nel corso del tempo. Funge da concetto chiave di questo approccio l’area linguistica da lei definita “tridimensionale”, che vede dispiegarsi e sovrapporsi al proprio interno le innovazioni linguistiche in una prospettiva diacronica e di continua interazione. Si aggiunge il contributo di Detges (2000) che analizza il mutamento della deriva aoristica mettendolo in relazione ai meccanismi discorsivi e comunicativi, che secondo lo studioso motivano il mutamento. È centrale in questo approccio il ruolo delle teorie sulla soggettivizzazione descritte da Traugott e Dasher (2005), che ritroviamo anche nella trattazione riguardo al greco. Il terzo capitolo si focalizza sull’analisi del fenomeno all’interno del greco antico, con qualche accenno alla situazione attuale del greco moderno. Si fa riferimento agli studi di Chantraine (1927) 6 per quanto riguarda il perfetto greco, a Romagno (2005) per un approfondimento sulla semantica del perfetto omerico e all’analisi di Haug (2008) per quanto concerne l’aoristic drift, nello specifico l’innesco del mutamento: vediamo una teoria che si discosta dallo studio dei fenomeni pragmatico- discorsivi per concentrarsi sulle influenze paradigmatiche che agiscono internamente alla lingua. Per illustrare l’andamento del mutamento del perfetto nel corso dei secoli successivi all’età classica, mi rifaccio alle prospettive di Horrocks (1997) e nuovamente di Drinka (2017a; 2017b).
La deriva aoristica in alcune famiglie indoeuropee: diverse prospettive a confronto.
FEDERICO, VIOLA
2023/2024
Abstract
In questo lavoro mi propongo una rassegna critica di alcune letture del fenomeno dell’aoristic drift, processo di graduale aoristicizzazione del passato composto, generalizzato nell’area romanza e non solo. Il primo capitolo serve a illustrare un quadro tipologico entro cui collocare l’analisi del fenomeno: partendo dallo studio di Comrie (1976) sulle categorie aspettuali delineo le basi per un discorso generale sul perfetto, riguardo alla sua varia semantica e a una generale diacronia del mutamento, seguendo lo studio di Bybee, Perkins e Pagliuca (1994). Sono fondamentali all’interno del discorso gli studi sui processi di grammaticalizzazione (Heine e Reh 1984; Bybee e Dahl 1989; Heine, Claudi e Hunnemeyer 1991). Nel secondo capitolo, che è quello centrale del lavoro, si osserva il fenomeno relativamente alle lingue romanze, con accenni alle lingue germaniche, secondo prospettive differenti: parto dallo studio di Squartini e Bertinetto (2000) che delineano il mutamento dando maggiore risalto alle coordinate tipologiche che si riscontrano nelle diverse lingue trattate. A questa prospettiva si contrappone il più recente studio di Drinka (2017a; 2017b) che osserva invece il fenomeno dando particolare risalto ai meccanismi di contatto avvenuti a seguito degli eventi storici, politici e culturali che si sono susseguiti nel corso del tempo. Funge da concetto chiave di questo approccio l’area linguistica da lei definita “tridimensionale”, che vede dispiegarsi e sovrapporsi al proprio interno le innovazioni linguistiche in una prospettiva diacronica e di continua interazione. Si aggiunge il contributo di Detges (2000) che analizza il mutamento della deriva aoristica mettendolo in relazione ai meccanismi discorsivi e comunicativi, che secondo lo studioso motivano il mutamento. È centrale in questo approccio il ruolo delle teorie sulla soggettivizzazione descritte da Traugott e Dasher (2005), che ritroviamo anche nella trattazione riguardo al greco. Il terzo capitolo si focalizza sull’analisi del fenomeno all’interno del greco antico, con qualche accenno alla situazione attuale del greco moderno. Si fa riferimento agli studi di Chantraine (1927) 6 per quanto riguarda il perfetto greco, a Romagno (2005) per un approfondimento sulla semantica del perfetto omerico e all’analisi di Haug (2008) per quanto concerne l’aoristic drift, nello specifico l’innesco del mutamento: vediamo una teoria che si discosta dallo studio dei fenomeni pragmatico- discorsivi per concentrarsi sulle influenze paradigmatiche che agiscono internamente alla lingua. Per illustrare l’andamento del mutamento del perfetto nel corso dei secoli successivi all’età classica, mi rifaccio alle prospettive di Horrocks (1997) e nuovamente di Drinka (2017a; 2017b).File | Dimensione | Formato | |
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