Cette thèse parle de la notion de patrimoine mondial et le premier chapitre commence par un aperçu historique de son origine. En 1972, une définition précise de ce terme a été adoptée avec la Convention pour la protection du patrimoine mondial culturel et naturel, créée par l'UNESCO, l'Organisation des Nations Unies pour l'éducation, la science et la culture. Ensuite, on présente les raisons historiques qui ont conduit à la création de cette organisation. Pendant la Seconde Guerre mondiale, établir cette organisation semblait être la seule solution pour garantir la paix après la guerre. En analysant la notion de patrimoine, il est essentiel de souligner la division du patrimoine en deux grandes catégories : le patrimoine matériel et le patrimoine immatériel. Le patrimoine culturel matériel comprend les biens tangibles ayant une grande importance sur le plan historique, artistique, culturel, social, ethnographique et scientifique comme des monuments, des éléments ou des structures de caractère archéologique, des ensembles de bâtiments et des sites. La notion de patrimoine culturel immatériel est introduite par l’Unesco suite à la convention du octobre 2003 dont le deuxième article le définit comme les pratiques, expressions, savoir-faire, objets et artefacts transmis de génération en génération répartis en cinq catégories : les traditions et expressions orales, les arts du spectacle et le théâtre, les coutumes sociales, les événements rituels et festifs, ainsi que les savoirs et pratiques sur la nature et l'univers, et l'artisanat traditionnel. Après avoir brièvement présenté les différentes catégories de patrimoine selon l'UNESCO, une explication succincte du processus de reconnaissance par cette organisation a été fournie. Ce processus consiste en la soumission d'une candidature qui doit être approuvée par le Comité du patrimoine mondial, qui se réunit chaque année. Dans le deuxième chapitre, on analyse le couscous dans le Grand Maghreb, classé comme patrimoine culturel immatériel par l'UNESCO. Lorsqu'on parle du Grand Maghreb, il est essentiel de mentionner les pays qui le composent : le Maroc, l'Algérie, la Tunisie, la Libye et la Mauritanie. Pour analyser cet objet, il est essentiel d'examiner l'étymologie de son nom et les influences linguistiques qui ont conduit à sa création. Selon les analyses effectuées, il apparaît que le terme "couscous" est d'origine berbère. Le couscous a été inscrit au patrimoine culturel immatériel de l'UNESCO le 16 décembre 2020, après la soumission de la candidature en 2019 par le Maroc, l'Algérie, la Tunisie et la Mauritanie. Le couscous est un plat qui réunit toute la région du Maghreb, mais chaque pays, voire chaque ville de chaque pays, le prépare à sa manière. Au cours de ce chapitre, les recettes les plus connues de chaque pays ont été présentées. Le troisième et dernier chapitre se concentre sur le rôle du couscous d'un point de vue convivial, illustrant les occasions où ce plat est incontournable au menu et comment il peut mettre fin à tout conflit, en abattant toutes les barrières.
Questa tesi esplora la nozione di patrimonio mondiale, iniziando con una panoramica storica delle sue origini. Nel 1972, l'UNESCO ha adottato la Convenzione per la protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale, definendo chiaramente il termine. La creazione dell'UNESCO è stata motivata dalla necessità di garantire la pace dopo la Seconda guerra mondiale. Il patrimonio si divide in due categorie principali: materiale e immateriale. Il patrimonio culturale materiale include beni tangibili di grande importanza storica e culturale, come monumenti e siti archeologici. Il patrimonio culturale immateriale, definito dall'UNESCO nella convenzione del 2003, comprende pratiche, espressioni e saperi trasmessi di generazione in generazione, suddivisi in cinque categorie: tradizioni orali, arti dello spettacolo, pratiche sociali sulla natura e l’universo, eventi rituali e artigianato tradizionale. Il processo di riconoscimento di questo patrimonio avviene tramite la presentazione di candidature al Comitato del patrimonio mondiale. Il secondo capitolo analizza il couscous nel Grande Maghreb, riconosciuto come patrimonio culturale immateriale. I paesi coinvolti sono Marocco, Algeria, Tunisia, Libia e Mauritania. L'analisi parte dall'etimologia del termine "couscous", di origine berbera. Questo piatto è stato iscritto nel patrimonio dell'UNESCO il 16 dicembre 2020, grazie alla candidatura presentata dai paesi del Maghreb. Sebbene il couscous unisca la regione, ogni paese ha la sua variante e le ricette più famose sono state esaminate nel capitolo. Il terzo capitolo si concentra sul ruolo conviviale del couscous, evidenziando le occasioni in cui è presente e come riesca a superare conflitti e barriere culturali.
Il Couscous nella regione del Gran Maghreb: identità culturale e patrimonio immateriale.
KHAFI, JINANE
2023/2024
Abstract
Questa tesi esplora la nozione di patrimonio mondiale, iniziando con una panoramica storica delle sue origini. Nel 1972, l'UNESCO ha adottato la Convenzione per la protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale, definendo chiaramente il termine. La creazione dell'UNESCO è stata motivata dalla necessità di garantire la pace dopo la Seconda guerra mondiale. Il patrimonio si divide in due categorie principali: materiale e immateriale. Il patrimonio culturale materiale include beni tangibili di grande importanza storica e culturale, come monumenti e siti archeologici. Il patrimonio culturale immateriale, definito dall'UNESCO nella convenzione del 2003, comprende pratiche, espressioni e saperi trasmessi di generazione in generazione, suddivisi in cinque categorie: tradizioni orali, arti dello spettacolo, pratiche sociali sulla natura e l’universo, eventi rituali e artigianato tradizionale. Il processo di riconoscimento di questo patrimonio avviene tramite la presentazione di candidature al Comitato del patrimonio mondiale. Il secondo capitolo analizza il couscous nel Grande Maghreb, riconosciuto come patrimonio culturale immateriale. I paesi coinvolti sono Marocco, Algeria, Tunisia, Libia e Mauritania. L'analisi parte dall'etimologia del termine "couscous", di origine berbera. Questo piatto è stato iscritto nel patrimonio dell'UNESCO il 16 dicembre 2020, grazie alla candidatura presentata dai paesi del Maghreb. Sebbene il couscous unisca la regione, ogni paese ha la sua variante e le ricette più famose sono state esaminate nel capitolo. Il terzo capitolo si concentra sul ruolo conviviale del couscous, evidenziando le occasioni in cui è presente e come riesca a superare conflitti e barriere culturali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/5176