Il lavoro di tesi di laurea, condotto in collaborazione con ARPA Valle d'Aosta e Centro Funzionale regionale, ha previsto il campionamento, durante la seconda metà dell'anno 2019, delle acque di 7 corsi d'acqua e delle acque sotterranee e di precipitazioni in 10 comuni dell'Alta Valle d'Aosta. Il lavoro ha inoltre comportato la realizzazione e il posizionamento di una rete di campionatori delle precipitazioni autocostruiti. I 200 ca. campioni prelevati sono stati analizzati, in situ e ex situ, sia attraverso l'analisi chimico-fisica ordinaria (temperatura, conducibilità elettrolitica, pH e ioni in soluzione) sia ricorrendo ad una disciplina finora non applicata sull'intero territorio studiato ovvero l'idrochimica isotopica (δ18O e δ2H). Inoltre non essendo disponibile una carta idrogeologica, si è integrato il lavoro di tesi con la realizzazione di una carta idrogeologica dell'area di studio alla scala 1:250.000 ottenuta mediante la raccolta di informazioni bibliografiche successivamente elaborate in ambiente GIS. L'esame dei dati ottenuti dalle analisi chimico-fisiche ha permesso di delineare i trend di variazione nel tempo e nello spazio dei parametri indagati e di confermare lo stato qualitativo buono delle acque superficiali e sotterranee della regione, condizione che emerge anche dalle campagne di monitoraggio periodico dell'Arpa Valle d'Aosta. Le analisi chimiche condotte hanno permesso di definire la facies idrochimica e il grado di durezza delle acque oltre a confermare la dipendenza del chimismo delle stesse da diversi fattori tra cui la litologia dell'area o la vicinanza ai centri abitati; infine hanno permesso di individuare una relazione diretta tra il chimismo delle precipitazioni e le polveri disperse in atmosfera sotto forma di aerosol, condizione che riporta all'attenzione l'importanza del monitoraggio e della riduzione anche dell'inquinamento atmosferico. I risultati dell'idrochimica isotopica hanno permesso di creare le condizioni per inserire la regione, sebbene non ufficialmente, nella rete di monitoraggio nazionale che fino ad ora non prevedeva dati nell'area valdostana né, più in generale, nel NO-Italia. La buona qualità dei dati raccolti ha permesso di calcolare sia il gradiente isotopico verticale che soprattutto la Local Meteroric Water Line per la regione andando a correggere i coefficienti di tale retta proposti da autori precedenti negli anni Novanta. I risultati della chimica isotopica delle acque superficiali e sotterranee hanno dimostrato come queste ultime rappresentino la principale fonte di alimentazione dei corsi d'acqua. Inoltre è emerso che nella Regione la disponibilità d'acqua non sia legata unicamente alle precipitazioni, ma in buona parte dipenda dalla disponibilità di acqua immagazzinata sotto forma solida in nevai e ghiacciai, da diversi anni soggetti ad importanti riduzioni a causa delle variazioni climatiche in atto. Lo studio isotopico delle acque di precipitazione ha infine permesso di individuare sperimentalmente il doppio contributo nella formazione delle nubi da parte sia dell'Oceano Atlantico sia del Mar Mediterraneo, ipotesi avanzata nei primi anni Novanta, confermando così come la regione alpina studiata si trovi in un settore a doppia influenza e quindi suscettibile alle modificazioni sia qualitative che quantitative delle due distinte riserve d'acqua.

Studio idrochimico e isotopico delle acque dell'Alta Valle d'Aosta (Italia)

GRAPPEIN, BARBARA
2018/2019

Abstract

Il lavoro di tesi di laurea, condotto in collaborazione con ARPA Valle d'Aosta e Centro Funzionale regionale, ha previsto il campionamento, durante la seconda metà dell'anno 2019, delle acque di 7 corsi d'acqua e delle acque sotterranee e di precipitazioni in 10 comuni dell'Alta Valle d'Aosta. Il lavoro ha inoltre comportato la realizzazione e il posizionamento di una rete di campionatori delle precipitazioni autocostruiti. I 200 ca. campioni prelevati sono stati analizzati, in situ e ex situ, sia attraverso l'analisi chimico-fisica ordinaria (temperatura, conducibilità elettrolitica, pH e ioni in soluzione) sia ricorrendo ad una disciplina finora non applicata sull'intero territorio studiato ovvero l'idrochimica isotopica (δ18O e δ2H). Inoltre non essendo disponibile una carta idrogeologica, si è integrato il lavoro di tesi con la realizzazione di una carta idrogeologica dell'area di studio alla scala 1:250.000 ottenuta mediante la raccolta di informazioni bibliografiche successivamente elaborate in ambiente GIS. L'esame dei dati ottenuti dalle analisi chimico-fisiche ha permesso di delineare i trend di variazione nel tempo e nello spazio dei parametri indagati e di confermare lo stato qualitativo buono delle acque superficiali e sotterranee della regione, condizione che emerge anche dalle campagne di monitoraggio periodico dell'Arpa Valle d'Aosta. Le analisi chimiche condotte hanno permesso di definire la facies idrochimica e il grado di durezza delle acque oltre a confermare la dipendenza del chimismo delle stesse da diversi fattori tra cui la litologia dell'area o la vicinanza ai centri abitati; infine hanno permesso di individuare una relazione diretta tra il chimismo delle precipitazioni e le polveri disperse in atmosfera sotto forma di aerosol, condizione che riporta all'attenzione l'importanza del monitoraggio e della riduzione anche dell'inquinamento atmosferico. I risultati dell'idrochimica isotopica hanno permesso di creare le condizioni per inserire la regione, sebbene non ufficialmente, nella rete di monitoraggio nazionale che fino ad ora non prevedeva dati nell'area valdostana né, più in generale, nel NO-Italia. La buona qualità dei dati raccolti ha permesso di calcolare sia il gradiente isotopico verticale che soprattutto la Local Meteroric Water Line per la regione andando a correggere i coefficienti di tale retta proposti da autori precedenti negli anni Novanta. I risultati della chimica isotopica delle acque superficiali e sotterranee hanno dimostrato come queste ultime rappresentino la principale fonte di alimentazione dei corsi d'acqua. Inoltre è emerso che nella Regione la disponibilità d'acqua non sia legata unicamente alle precipitazioni, ma in buona parte dipenda dalla disponibilità di acqua immagazzinata sotto forma solida in nevai e ghiacciai, da diversi anni soggetti ad importanti riduzioni a causa delle variazioni climatiche in atto. Lo studio isotopico delle acque di precipitazione ha infine permesso di individuare sperimentalmente il doppio contributo nella formazione delle nubi da parte sia dell'Oceano Atlantico sia del Mar Mediterraneo, ipotesi avanzata nei primi anni Novanta, confermando così come la regione alpina studiata si trovi in un settore a doppia influenza e quindi suscettibile alle modificazioni sia qualitative che quantitative delle due distinte riserve d'acqua.
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