Il tumore della prostata (PCa) è una patologia multifattoriale, la cui insorgenza è influenzata dall’interazione tra fattori genetici, ormonali ed ambientali, alcuni dei quali rappresentano fattori di rischio modificabili. Tra questi, un ruolo importante viene attribuito allo stile di vita, in particolare all’attività fisica e all’alimentazione. In questo progetto di ricerca, per verificare l’impatto dello stile di vita sul PCa sono stati presi in considerazione cinque parametri: BMI, attività fisica, fumo, alcol e abitudini alimentari. Seguendo le “Raccomandazioni sulla prevenzione del cancro” del WCRF, e integrandole, ove necessario, con le indicazioni delle “Linee Guida per una sana alimentazione”, a ciascun parametro è stato attribuito un punteggio che ha contribuito a stabilire uno score finale che riflettesse lo stile di vita complessivo dei soggetti: a valori più elevati corrisponde una maggiore aderenza alle Raccomandazioni, quindi uno stile di vita più salutare. Dalle analisi è emersa un’associazione significativa tra la presenza di PCa e il BMI e l’attività fisica. In merito alle abitudini alimentari, il consumo di alimenti vegetali ed integrali e il consumo di caffè sono stati significativamente associati ad un minor rischio di sviluppare il PCa. Infine, lo score finale ha evidenziato come un miglior stile di vita determini un effetto protettivo sul rischio di PCa, confermando l’importanza di adottare abitudini salutari per la prevenzione del tumore. La diagnosi del PCa prevede come primo esame diagnostico il dosaggio del PSA, un test non invasivo e poco costoso, ma caratterizzato da un basso valore predittivo positivo. Casi sospetti di PCa richiedono quindi ulteriori indagini invasive, evidenziando la necessità di identificare nuovi biomarcatori circolanti che migliorino il percorso diagnostico del tumore. Con questo obiettivo, l’attenzione è stata focalizzata sull’analisi di alcuni microRNA e metaboliti nel plasma. In particolare, sono stati valutati 4 microRNA (let-7a-5p, 103a-3p, miR375, miR5100) e 52 diversi sfingolipidi. La regressione logistica ha permesso di selezionare le variabili maggiormente associate al PCa; le variabili significative (microRNA, metaboliti, loro combinazione ± PSA) sono state utilizzate per la creazione di diversi classificatori e il loro potenziale predittivo è stato paragonato a quello ottenuto con il solo PSA. La combinazione di alcune di queste molecole con il PSA ha consentito di aumentare il potenziale predittivo del solo PSA. In un sottogruppo di soggetti sottoposti ad indagini di secondo livello è inoltre emerso che il potenziale predittivo di due combinazioni di sfingolipidi supera quello del PSA. I risultati ottenuti suggeriscono quindi che l’introduzione di questi potenziali biomarcatori circolanti nel percorso diagnostico del tumore potrebbe consentire di diminuire il tasso di indagini invasive, riducendo i costi per il Sistema Sanitario Nazionale.

Prevenzione e diagnosi precoce del tumore della prostata: dalla promozione di un corretto stile di vita all’identificazione di potenziali biomarcatori circolanti

SAVIOLI, MELISSA
2021/2022

Abstract

Il tumore della prostata (PCa) è una patologia multifattoriale, la cui insorgenza è influenzata dall’interazione tra fattori genetici, ormonali ed ambientali, alcuni dei quali rappresentano fattori di rischio modificabili. Tra questi, un ruolo importante viene attribuito allo stile di vita, in particolare all’attività fisica e all’alimentazione. In questo progetto di ricerca, per verificare l’impatto dello stile di vita sul PCa sono stati presi in considerazione cinque parametri: BMI, attività fisica, fumo, alcol e abitudini alimentari. Seguendo le “Raccomandazioni sulla prevenzione del cancro” del WCRF, e integrandole, ove necessario, con le indicazioni delle “Linee Guida per una sana alimentazione”, a ciascun parametro è stato attribuito un punteggio che ha contribuito a stabilire uno score finale che riflettesse lo stile di vita complessivo dei soggetti: a valori più elevati corrisponde una maggiore aderenza alle Raccomandazioni, quindi uno stile di vita più salutare. Dalle analisi è emersa un’associazione significativa tra la presenza di PCa e il BMI e l’attività fisica. In merito alle abitudini alimentari, il consumo di alimenti vegetali ed integrali e il consumo di caffè sono stati significativamente associati ad un minor rischio di sviluppare il PCa. Infine, lo score finale ha evidenziato come un miglior stile di vita determini un effetto protettivo sul rischio di PCa, confermando l’importanza di adottare abitudini salutari per la prevenzione del tumore. La diagnosi del PCa prevede come primo esame diagnostico il dosaggio del PSA, un test non invasivo e poco costoso, ma caratterizzato da un basso valore predittivo positivo. Casi sospetti di PCa richiedono quindi ulteriori indagini invasive, evidenziando la necessità di identificare nuovi biomarcatori circolanti che migliorino il percorso diagnostico del tumore. Con questo obiettivo, l’attenzione è stata focalizzata sull’analisi di alcuni microRNA e metaboliti nel plasma. In particolare, sono stati valutati 4 microRNA (let-7a-5p, 103a-3p, miR375, miR5100) e 52 diversi sfingolipidi. La regressione logistica ha permesso di selezionare le variabili maggiormente associate al PCa; le variabili significative (microRNA, metaboliti, loro combinazione ± PSA) sono state utilizzate per la creazione di diversi classificatori e il loro potenziale predittivo è stato paragonato a quello ottenuto con il solo PSA. La combinazione di alcune di queste molecole con il PSA ha consentito di aumentare il potenziale predittivo del solo PSA. In un sottogruppo di soggetti sottoposti ad indagini di secondo livello è inoltre emerso che il potenziale predittivo di due combinazioni di sfingolipidi supera quello del PSA. I risultati ottenuti suggeriscono quindi che l’introduzione di questi potenziali biomarcatori circolanti nel percorso diagnostico del tumore potrebbe consentire di diminuire il tasso di indagini invasive, riducendo i costi per il Sistema Sanitario Nazionale.
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