Nel corso dell’elaborato si è affrontato il tema della realtà strategica dell’ambiente securitario del XXI secolo. A tal proposito, nel primo capitolo si è analizzato il concetto di Hybrid Warfare, altresì meglio definito Gray Zone Warfare o Non Linear Warfare. Si sono dunque osservati i fattori peculiari di questa nuova concezione del conflitto, nonché il quadro legale all’interno di cui il concetto di Grand Strategy e quello di Political Warfare aprono verso nuove concezioni applicative e dottrinali la nozione di Grey Zone Warfare. Nel secondo capitolo dell’elaborato è stato analizzato il ruolo della deterrenza, partendo dalla sua concezione classica, legata alla Guerra Fredda, per approdare poi alla configurazione del sistema internazionale attuale, tra bipolarismo, unipolarismo e multipolarismo, e all’utilizzo di tale strumento all’interno del warfare contemporaneo. Si è quindi affrontata la deterrenza alla luce delle sfide del contesto securitario attuale, che richiede una deterrenza grigia, con peculiari meccanismi e strategie. Infine, si è analizzato prima l’approccio alla deterrenza russo, la cosiddetta “deterrenza strategica”, un tentativo teorico di dare un senso e una veste legittima alla vasta gamma di strumenti di politica di sicurezza che Mosca sta sviluppando e utilizzando sull’arena internazionale in chiave revisionista, e poi il metodo europeo, tra Comprehensive security e Strategic Compass. Infine, il terzo e ultimo capitolo dell’elaborato ha toccato gli aspetti (dis)informativi, psicologici e propagandistici del warfare contemporaneo, con una peculiare attenzione ai concetti di Information warfare, Weaponizing information e Information operations. La guerra psicologica e cibernetica, così come gli strumenti della propaganda e del controllo della narrazione, si sono in quest’ultimo capitolo unite nel grande motivo della guerra delle informazioni che ha svelato importanti ripercussioni riguardo ai temi della disinformazione e della legittimità delle democrazie. Parte integrante di quest’ultimo capitolo analizza poi le strategie dell’Information warfare a sostegno degli obiettivi geopolitici del Cremlino, a cui si legano i concetti di “Weaponise information” e “Weaponization of history”, così come il ruolo dei social media. Si è infatti cercato di analizzare come le narrazioni strategiche sulla guerra in Ucraina promosse dall’ecosistema di disinformazione e propaganda filo-Cremlino e spesso divulgate da attori italiani, consapevolmente, inconsapevolmente, o perché mossi da autentica convinzione, continuino a esercitare una influenza notevole sui dibattiti politici, mediatici e culturali italiani. Un esempio riportato in varie fasi, nel corso dell’elaborato, è infatti quello della Russia, uno degli attori geopolitici che pratica la guerra cognitivo-informativa con maggiore intensità e sistematicità a livello globale. Nel corso del capitolo si è trattato il trasferimento del conflitto sul piano “cognitivo”, da contrastare ricorrendo alle cosiddette Info Ops e Psyops. Ecco allora ogni tentativo di contaminazione informativa, ovvero di intossicazione dell’informazione del nemico attraverso strumenti comunicativi che vogliono creare un tessuto di disinformazione che la realtà di oggi amplifica, sono tutti strumenti che nel mondo contemporaneo possono danneggiare l’avversario tanto da poter essere considerati strumenti che precedono, o che a volte sostituiscono senza escludere a priori, un’escalation militare attiva.
Gli aspetti informativi del Non Linear Warfare. Nuove declinazioni operative e sistemazioni dottrinali di approccio alla guerra non dichiarata.
FURIA, MELANIA
2021/2022
Abstract
Nel corso dell’elaborato si è affrontato il tema della realtà strategica dell’ambiente securitario del XXI secolo. A tal proposito, nel primo capitolo si è analizzato il concetto di Hybrid Warfare, altresì meglio definito Gray Zone Warfare o Non Linear Warfare. Si sono dunque osservati i fattori peculiari di questa nuova concezione del conflitto, nonché il quadro legale all’interno di cui il concetto di Grand Strategy e quello di Political Warfare aprono verso nuove concezioni applicative e dottrinali la nozione di Grey Zone Warfare. Nel secondo capitolo dell’elaborato è stato analizzato il ruolo della deterrenza, partendo dalla sua concezione classica, legata alla Guerra Fredda, per approdare poi alla configurazione del sistema internazionale attuale, tra bipolarismo, unipolarismo e multipolarismo, e all’utilizzo di tale strumento all’interno del warfare contemporaneo. Si è quindi affrontata la deterrenza alla luce delle sfide del contesto securitario attuale, che richiede una deterrenza grigia, con peculiari meccanismi e strategie. Infine, si è analizzato prima l’approccio alla deterrenza russo, la cosiddetta “deterrenza strategica”, un tentativo teorico di dare un senso e una veste legittima alla vasta gamma di strumenti di politica di sicurezza che Mosca sta sviluppando e utilizzando sull’arena internazionale in chiave revisionista, e poi il metodo europeo, tra Comprehensive security e Strategic Compass. Infine, il terzo e ultimo capitolo dell’elaborato ha toccato gli aspetti (dis)informativi, psicologici e propagandistici del warfare contemporaneo, con una peculiare attenzione ai concetti di Information warfare, Weaponizing information e Information operations. La guerra psicologica e cibernetica, così come gli strumenti della propaganda e del controllo della narrazione, si sono in quest’ultimo capitolo unite nel grande motivo della guerra delle informazioni che ha svelato importanti ripercussioni riguardo ai temi della disinformazione e della legittimità delle democrazie. Parte integrante di quest’ultimo capitolo analizza poi le strategie dell’Information warfare a sostegno degli obiettivi geopolitici del Cremlino, a cui si legano i concetti di “Weaponise information” e “Weaponization of history”, così come il ruolo dei social media. Si è infatti cercato di analizzare come le narrazioni strategiche sulla guerra in Ucraina promosse dall’ecosistema di disinformazione e propaganda filo-Cremlino e spesso divulgate da attori italiani, consapevolmente, inconsapevolmente, o perché mossi da autentica convinzione, continuino a esercitare una influenza notevole sui dibattiti politici, mediatici e culturali italiani. Un esempio riportato in varie fasi, nel corso dell’elaborato, è infatti quello della Russia, uno degli attori geopolitici che pratica la guerra cognitivo-informativa con maggiore intensità e sistematicità a livello globale. Nel corso del capitolo si è trattato il trasferimento del conflitto sul piano “cognitivo”, da contrastare ricorrendo alle cosiddette Info Ops e Psyops. Ecco allora ogni tentativo di contaminazione informativa, ovvero di intossicazione dell’informazione del nemico attraverso strumenti comunicativi che vogliono creare un tessuto di disinformazione che la realtà di oggi amplifica, sono tutti strumenti che nel mondo contemporaneo possono danneggiare l’avversario tanto da poter essere considerati strumenti che precedono, o che a volte sostituiscono senza escludere a priori, un’escalation militare attiva.File | Dimensione | Formato | |
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