Il presente lavoro analizza il fenomeno del ritorno volontario dei profughi siriani sfollati in Libano, processo che si presenta ancora in una fase iniziale, ma in progressiva crescita. La scelta del tema e del caso di studio derivano dal valore sociale e politico dell'argomento, in particolare in termini di ripercussioni e conseguenze in una prospettiva futura. La scelta del caso libanese, rispetto agli altri Paesi limitrofi protagonisti della diaspora siriana, si motiva anche per le specificità del contesto, con riferimento al passato di accoglienza della diaspora palestinese, ai rapporti storici con la Siria e soprattutto alle posizioni politiche e alle misure messe in atto dal governo in merito alla crisi siriana che rappresenta la più ingente crisi umanitaria dalla II Guerra Mondiale e che ha portato in Libano circa un milione e mezzo di sfollati siriani. La tesi qui proposta si declina secondo due ipotesi di ricerca: la prima sostiene che il ritorno volontario dei siriani dal Libano, così come sta avvenendo in questa fase, si presenti come un fenomeno prematuro, avviato in modo informale e non controllato, senza garanzie e contro le norme stabilite dal diritto. La seconda ipotesi riguarda invece la prospettiva e la sostenibilità di questo ritorno sul lungo periodo, sostenendo che questo tipo di gestione, fortemente politicizzata, ma slegata da una vera e propria soluzione politica, escluda la possibilità del ritorno per molti cittadini siriani che per vari motivi non potranno tornare in patria né adesso né in futuro. Inoltre non avendo possibilità di integrazione, come previsto dalla Costituzione libanese, e poste le condizioni attuali, si ipotizza che questa componente di sfollati siriani vada a riversarsi e ad ingrossare le fila dell'invisibilità e della marginalizzazione socio-economica e politica, riproponendo così uno scenario già noto e ancora evidente quale è quello della presenza dei Palestinesi in Libano. La ricerca sul campo si inserisce nel framework teorico dell'humanitarianism, riproponendo alcuni dibattiti teorici funzionali all'interpretazione del contesto specifico (quali la categorizzazione dei rifugiati, il concetto di emergenza umanitaria che diventa ¿emergenza protratta¿) e al tempo stesso dialoga con il quadro giuridico che regola il ritorno volontario, le norme e i principi di riferimento, che definiscono il ritorno prima come diritto e, solo successivamente, come soluzione durevole auspicata per le crisi di rifugiati. L'intento della ricerca è quello di presentare il quadro complessivo del fenomeno del ritorno, evidenziando sia i fattori di spinta, sia i rischi e le possibili conseguenze di un ritorno ancora prematuro e non preparato. Obiettivo ultimo del lavoro è quello di interrogarsi su cosa si intenda per ritorno volontario e in che senso e in quali termini, esso può rappresentare veramente una soluzione di lunga durata alla questione dello sfollamento dei siriani in Libano. Lo studio che si propone è il risultato della ricerca sul campo condotta per un periodo di oltre sei mesi in Libano, realizzata attraverso interviste formali e informali con rappresentanti delle principali organizzazioni UN e altre ONG internazionali attive nell'ambito dell'assistenza ai rifugiati siriani. Ulteriori e importanti contributi alla ricerca sono giunti da conversazioni informali e field visits realizzate presso famiglie siriane sfollate in campi o insediamenti informali.
Il Ritorno Volontario per i Siriani dal Libano: una vera durable solution?
PANNUNZIO, MARTA
2018/2019
Abstract
Il presente lavoro analizza il fenomeno del ritorno volontario dei profughi siriani sfollati in Libano, processo che si presenta ancora in una fase iniziale, ma in progressiva crescita. La scelta del tema e del caso di studio derivano dal valore sociale e politico dell'argomento, in particolare in termini di ripercussioni e conseguenze in una prospettiva futura. La scelta del caso libanese, rispetto agli altri Paesi limitrofi protagonisti della diaspora siriana, si motiva anche per le specificità del contesto, con riferimento al passato di accoglienza della diaspora palestinese, ai rapporti storici con la Siria e soprattutto alle posizioni politiche e alle misure messe in atto dal governo in merito alla crisi siriana che rappresenta la più ingente crisi umanitaria dalla II Guerra Mondiale e che ha portato in Libano circa un milione e mezzo di sfollati siriani. La tesi qui proposta si declina secondo due ipotesi di ricerca: la prima sostiene che il ritorno volontario dei siriani dal Libano, così come sta avvenendo in questa fase, si presenti come un fenomeno prematuro, avviato in modo informale e non controllato, senza garanzie e contro le norme stabilite dal diritto. La seconda ipotesi riguarda invece la prospettiva e la sostenibilità di questo ritorno sul lungo periodo, sostenendo che questo tipo di gestione, fortemente politicizzata, ma slegata da una vera e propria soluzione politica, escluda la possibilità del ritorno per molti cittadini siriani che per vari motivi non potranno tornare in patria né adesso né in futuro. Inoltre non avendo possibilità di integrazione, come previsto dalla Costituzione libanese, e poste le condizioni attuali, si ipotizza che questa componente di sfollati siriani vada a riversarsi e ad ingrossare le fila dell'invisibilità e della marginalizzazione socio-economica e politica, riproponendo così uno scenario già noto e ancora evidente quale è quello della presenza dei Palestinesi in Libano. La ricerca sul campo si inserisce nel framework teorico dell'humanitarianism, riproponendo alcuni dibattiti teorici funzionali all'interpretazione del contesto specifico (quali la categorizzazione dei rifugiati, il concetto di emergenza umanitaria che diventa ¿emergenza protratta¿) e al tempo stesso dialoga con il quadro giuridico che regola il ritorno volontario, le norme e i principi di riferimento, che definiscono il ritorno prima come diritto e, solo successivamente, come soluzione durevole auspicata per le crisi di rifugiati. L'intento della ricerca è quello di presentare il quadro complessivo del fenomeno del ritorno, evidenziando sia i fattori di spinta, sia i rischi e le possibili conseguenze di un ritorno ancora prematuro e non preparato. Obiettivo ultimo del lavoro è quello di interrogarsi su cosa si intenda per ritorno volontario e in che senso e in quali termini, esso può rappresentare veramente una soluzione di lunga durata alla questione dello sfollamento dei siriani in Libano. Lo studio che si propone è il risultato della ricerca sul campo condotta per un periodo di oltre sei mesi in Libano, realizzata attraverso interviste formali e informali con rappresentanti delle principali organizzazioni UN e altre ONG internazionali attive nell'ambito dell'assistenza ai rifugiati siriani. Ulteriori e importanti contributi alla ricerca sono giunti da conversazioni informali e field visits realizzate presso famiglie siriane sfollate in campi o insediamenti informali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/51310