Il potenziamento post-attivazione, Postactivation Potentiation (PAP), è un fenomeno biologico che si presenta attraverso un potenziamento della capacità contrattile del muscolo come effetto della storia contrattile del muscolo stesso (Tillin & Bishop 2009). Il PAP sta suscitando interesse nel campo della ricerca scientifica in ambito sportivo in quanto, pare che, attraverso l'introduzione di attività condizionanti ad alta intensità nel riscaldamento pre-gara, possa potenziare in acuto le prestazioni atletiche che richiedono capacità di forza veloce ed esplosiva (Marinella 2018). La sua applicazione risulta però complicata per una serie di aspetti. Come vedremo nei capitoli seguenti, infatti, la maggior parte degli studi incentrati sul PAP cerca di provocare questo effetto di potenziamento utilizzando protocolli di riscaldamento che prevedono serie e ripetizioni di esercizi simili alla prestazione di gara eseguiti con sovraccarichi vicini all'1RM (Suchomel et al 2016). Questo implica che queste metodiche, sebbene efficaci, siano poco applicabili sul campo e in situazione di gara dato che richiedono l'utilizzo di attrezzatura specifica generalmente utilizzabile solo in palestra. Un'altra limitazione all'utilizzo sul campo della metodica PAP risulta essere la quantità di variabili che determinano l'efficacia o meno di questo fenomeno (Tillin & Bishop 2009). Una tra tutte sarebbe la tipologia di atleta che viene sottoposto all'attivazione PAP. Gli atleti più evoluti e abituati agli allenamenti di forza sembrano ottenere molti più benefici rispetto ad atleti con meno esperienza (Chiu et al 2003). Ultimamente la ricerca scientifica sta testando l'efficacia di una nuova metodica PAP che risulterebbe di più facile applicazione sul campo rispetto alle metodiche tradizionali con sovraccarichi. Stiamo parlando della metodica pliometrica dei salti in basso o Drop Jumps (DJ). Gli studi a riguardo sono ancora pochi, ma sembrano evidenziarne l'efficacia (Sharma et al 2018). Non sono ancora stati presentati studi che sperimentino questa metodica su soggetti giovani e non è quindi possibile determinare se la metodica sia efficace esclusivamente su atleti di elite o anche su atleti meno esperti. Fatte queste premesse, il presente studio si propone di raggiungere 2 obiettivi principali. Il primo è quello di verificare l'efficacia della metodica PAP pliometrica su giovani atleti delle categorie Cadetti e Allievi di atletica leggera con l'ipotesi che una metodica a basso volume e potenzialmente poco affaticante possa essere efficace anche su soggetti di questo tipo. Nel caso questo non si fosse verificato, è stato pianificato un secondo obiettivo della ricerca, quello di capire se, far familiarizzare atleti di questo livello col protocollo PAP pliometrico per 3 settimane, sia sufficiente a rendere il fenomeno più visibile attraverso i test statistici, grazie ad una riduzione della variabilità intra-personale, e un aumento dell'esperienza dei soggetti nell'esecuzione del protocollo. La prestazione che si tenta di potenziare in questo studio è il Counter Movement Jump (CMJ), un test che indaga la forza esplosivo-elastica degli arti inferiori durante l'esecuzione di un salto verticale con pre-stiramento degli arti inferiori. Lo studio prevede quindi una sessione di test iniziali (TEST 1) utili a valutare l'efficacia del protocollo PAP pliometrico sui giovani atleti, un periodo di 3 settimane durante il quale viene sviluppata familiarizzazione con i protocolli ed una fase di test finali (TEST 2), identica alla prima fase, nella quale gli effetti PAP vengono misurati dopo il periodo di familiarizzazione.

Efficacia di un Protocollo PAP di Tipo Pliometrico sulla Performance di CMJ in un Campione di Giovani Atleti Osservato Prima e Dopo un Periodo di Familiarizzazione

PARMA, LEONARDO
2018/2019

Abstract

Il potenziamento post-attivazione, Postactivation Potentiation (PAP), è un fenomeno biologico che si presenta attraverso un potenziamento della capacità contrattile del muscolo come effetto della storia contrattile del muscolo stesso (Tillin & Bishop 2009). Il PAP sta suscitando interesse nel campo della ricerca scientifica in ambito sportivo in quanto, pare che, attraverso l'introduzione di attività condizionanti ad alta intensità nel riscaldamento pre-gara, possa potenziare in acuto le prestazioni atletiche che richiedono capacità di forza veloce ed esplosiva (Marinella 2018). La sua applicazione risulta però complicata per una serie di aspetti. Come vedremo nei capitoli seguenti, infatti, la maggior parte degli studi incentrati sul PAP cerca di provocare questo effetto di potenziamento utilizzando protocolli di riscaldamento che prevedono serie e ripetizioni di esercizi simili alla prestazione di gara eseguiti con sovraccarichi vicini all'1RM (Suchomel et al 2016). Questo implica che queste metodiche, sebbene efficaci, siano poco applicabili sul campo e in situazione di gara dato che richiedono l'utilizzo di attrezzatura specifica generalmente utilizzabile solo in palestra. Un'altra limitazione all'utilizzo sul campo della metodica PAP risulta essere la quantità di variabili che determinano l'efficacia o meno di questo fenomeno (Tillin & Bishop 2009). Una tra tutte sarebbe la tipologia di atleta che viene sottoposto all'attivazione PAP. Gli atleti più evoluti e abituati agli allenamenti di forza sembrano ottenere molti più benefici rispetto ad atleti con meno esperienza (Chiu et al 2003). Ultimamente la ricerca scientifica sta testando l'efficacia di una nuova metodica PAP che risulterebbe di più facile applicazione sul campo rispetto alle metodiche tradizionali con sovraccarichi. Stiamo parlando della metodica pliometrica dei salti in basso o Drop Jumps (DJ). Gli studi a riguardo sono ancora pochi, ma sembrano evidenziarne l'efficacia (Sharma et al 2018). Non sono ancora stati presentati studi che sperimentino questa metodica su soggetti giovani e non è quindi possibile determinare se la metodica sia efficace esclusivamente su atleti di elite o anche su atleti meno esperti. Fatte queste premesse, il presente studio si propone di raggiungere 2 obiettivi principali. Il primo è quello di verificare l'efficacia della metodica PAP pliometrica su giovani atleti delle categorie Cadetti e Allievi di atletica leggera con l'ipotesi che una metodica a basso volume e potenzialmente poco affaticante possa essere efficace anche su soggetti di questo tipo. Nel caso questo non si fosse verificato, è stato pianificato un secondo obiettivo della ricerca, quello di capire se, far familiarizzare atleti di questo livello col protocollo PAP pliometrico per 3 settimane, sia sufficiente a rendere il fenomeno più visibile attraverso i test statistici, grazie ad una riduzione della variabilità intra-personale, e un aumento dell'esperienza dei soggetti nell'esecuzione del protocollo. La prestazione che si tenta di potenziare in questo studio è il Counter Movement Jump (CMJ), un test che indaga la forza esplosivo-elastica degli arti inferiori durante l'esecuzione di un salto verticale con pre-stiramento degli arti inferiori. Lo studio prevede quindi una sessione di test iniziali (TEST 1) utili a valutare l'efficacia del protocollo PAP pliometrico sui giovani atleti, un periodo di 3 settimane durante il quale viene sviluppata familiarizzazione con i protocolli ed una fase di test finali (TEST 2), identica alla prima fase, nella quale gli effetti PAP vengono misurati dopo il periodo di familiarizzazione.
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