Tra le demenze oggi conosciute, l'Alzheimer è quella che più colpisce la popolazione anziana. L'invecchiamento della popolazione ha infatti contribuito significativamente all'aumento esponenziale del numero di anziani affetti da Alzheimer. Nel mio elaborato ho sottolineato come la particolarità di questa specifica forma di demenza è che essa non coinvolge solamente il malato che ne è affetto ma anche tutti coloro che si prendono cura di lui, in particolare la famiglia: questo fattore ben spiega perché essa sia definita una ¿malattia sociale e familiare¿. Il problema principale consiste nel fatto che i Paesi tendano ancora a delegare la maggior parte dell'assistenza dei malati alle famiglie, e quindi al di fuori del contesto ospedaliero. La risposta più importante rimane infatti quella di tipo informale, quella fornita principalmente dai familiari, figure non professionali che svolgono il ruolo primario di supporto: figli, coniugi, fratelli o altri familiari, ovvero i caregivers informali, coloro su cui ricade il maggior peso psicologico e che sono la primaria fonte di sostegno per il familiare malato. Ho voluto concentrare la tesi proprio sulle conseguenze che la famiglia, caregiver primario in primis, è costretta a subire a seguito della responsabilità dei compiti di cura che ha sul paziente, siano esse economiche, psicologiche o fisiche. Ho riportato infatti, anche attraverso la presentazione di alcuni studi e ricerche che si sono svolte sul tema, come durante il decorso di questa demenza coloro che si prendono cura del malato debbano confrontarsi con sintomi depressivi, ansia, preoccupazioni persistenti per la salute del familiare, situazioni di emarginazione e stress, cioè quello che viene generalmente definito ¿caregiver burden¿, che li portano ad essere considerati i ¿malati nascosti delle demenze¿.

Alzheimer: il carico psicologico di una malattia familiare

ZANARDI, ROBERTO
2018/2019

Abstract

Tra le demenze oggi conosciute, l'Alzheimer è quella che più colpisce la popolazione anziana. L'invecchiamento della popolazione ha infatti contribuito significativamente all'aumento esponenziale del numero di anziani affetti da Alzheimer. Nel mio elaborato ho sottolineato come la particolarità di questa specifica forma di demenza è che essa non coinvolge solamente il malato che ne è affetto ma anche tutti coloro che si prendono cura di lui, in particolare la famiglia: questo fattore ben spiega perché essa sia definita una ¿malattia sociale e familiare¿. Il problema principale consiste nel fatto che i Paesi tendano ancora a delegare la maggior parte dell'assistenza dei malati alle famiglie, e quindi al di fuori del contesto ospedaliero. La risposta più importante rimane infatti quella di tipo informale, quella fornita principalmente dai familiari, figure non professionali che svolgono il ruolo primario di supporto: figli, coniugi, fratelli o altri familiari, ovvero i caregivers informali, coloro su cui ricade il maggior peso psicologico e che sono la primaria fonte di sostegno per il familiare malato. Ho voluto concentrare la tesi proprio sulle conseguenze che la famiglia, caregiver primario in primis, è costretta a subire a seguito della responsabilità dei compiti di cura che ha sul paziente, siano esse economiche, psicologiche o fisiche. Ho riportato infatti, anche attraverso la presentazione di alcuni studi e ricerche che si sono svolte sul tema, come durante il decorso di questa demenza coloro che si prendono cura del malato debbano confrontarsi con sintomi depressivi, ansia, preoccupazioni persistenti per la salute del familiare, situazioni di emarginazione e stress, cioè quello che viene generalmente definito ¿caregiver burden¿, che li portano ad essere considerati i ¿malati nascosti delle demenze¿.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/51120