La crescita dell'urbanizzazione mette a disposizione risorse antropogeniche per le specie ornitiche, in special modo quelle opportuniste le quali modificano così la loro ecologia trofico-spaziale. Tra i vari impatti, i rifugi e i ristoranti nell'ambiente alpino forniscono tali risorse ai corvidi presenti, come nel caso della specie studio, il gracchio alpino (Pyrrochorax graculus). Studi precedenti hanno definito che il suo comportamento plastico nell'assunzione delle risorse presenti modifica la sua ecologia trofico-spaziale, variando l'home-range degli individui in zone antropizzate rispetto ad aree naturali. Per tale motivo, si è deciso in questo lavoro di tesi, di utilizzare diversi approcci per studiare le variazioni della dieta e dell'ecologia del gracchio alpino potenzialmente indotti dalla presenza dell'uomo e di scarti antropogenici. Tali approcci sono il DNA barcoding, la relazione preda-predatore a livello altimetrico tra il gracchio e gli ortotteri (preda principale) e il confronto delle analisi chimiche degli alimenti, tra un area antropizzata, Breuil-Cervinia, e un area naturale, località Dondena. Inoltre sono stati esaminati precedenti studi effettuati sulla dieta della stessa specie in aree naturali. Il DNA barcoding è stato applicato sulle componenti vegetali presenti nei campioni fecali raccolti. Una volta selezionati i morfotipi diversi, si è estratto, amplificato e sequenziato il DNA di tali campioni, identificando le specie vegetali assunte. Per quanto riguarda la relazione preda-predatore, utilizzando i dati sull'abbondanza degli ortotteri estrapolati dai transetti e del numero degli individui dei flocks di gracchio alpino, per ogni fascia altimetrica, si sono effettuate analisi tramite modelli lineari generalizzati (GLM) rispetto al sito, alla quota e al periodo. Le analisi chimiche e calorimetriche di due alimenti naturali (ortotteri e lepidotteri) e di due di origine antropica (pane e pasta), effettuate da un laboratorio esterno, sono state confrontate tra di loro per ogni componente chimica e valore energetico estrapolato. Anche senza giungere a risultati esaustivi sulle due aree messe a confronto, il DNA barcoding conferma e integra la presenza di alimenti vegetali assunti dal gracchio nel periodo invernale. Per quanto riguarda la relazione preda-predatore si osserva un andamento costante tra l'abbondanza degli ortotteri e dei gracchi fino a quote intorno ai 2300 m s.l.m. e una successiva relazione negativa a quote superiori, a causa dello shift dei gracchi nell'area di Cervinia nelle zone dei rifugi, e a Dondena, in zone altimetriche superiori al campionamento degli ortotteri. Le analisi chimiche hanno dimostrato che pane e paste sono più energetici grazie ad un alto livello di carboidrati e una ridotta quantità di acqua, rispetto agli artropodi, caratterizzati da un alto livello proteico. Tali risultati, sono in linea con studi precedenti nei quali il gracchio selezionava cibi antropogenici durante l'inverno rispetto alla componente vegetale che risulta meno energetica, e in estate, sfruttava la componente proteica per la crescita della prole, scegliendo per i mesi successivi, una dieta più energetica derivante dagli alimenti antropogenici. Tali conclusioni non sono esaustive, ma integrano le conoscenze pregresse e pongono le basi verso studi futuri sulla variazione della dieta e dell'ecologia trofico-spaziale del gracchio alpino, utilizzando i tre approcci integrati in maniera multidisciplinare.
DIETA ED ECOLOGIA TROFICO-SPAZIALE DEL GRACCHIO ALPINO ( Pyrrhocorax graculus)
BROTTO, GIOELE
2017/2018
Abstract
La crescita dell'urbanizzazione mette a disposizione risorse antropogeniche per le specie ornitiche, in special modo quelle opportuniste le quali modificano così la loro ecologia trofico-spaziale. Tra i vari impatti, i rifugi e i ristoranti nell'ambiente alpino forniscono tali risorse ai corvidi presenti, come nel caso della specie studio, il gracchio alpino (Pyrrochorax graculus). Studi precedenti hanno definito che il suo comportamento plastico nell'assunzione delle risorse presenti modifica la sua ecologia trofico-spaziale, variando l'home-range degli individui in zone antropizzate rispetto ad aree naturali. Per tale motivo, si è deciso in questo lavoro di tesi, di utilizzare diversi approcci per studiare le variazioni della dieta e dell'ecologia del gracchio alpino potenzialmente indotti dalla presenza dell'uomo e di scarti antropogenici. Tali approcci sono il DNA barcoding, la relazione preda-predatore a livello altimetrico tra il gracchio e gli ortotteri (preda principale) e il confronto delle analisi chimiche degli alimenti, tra un area antropizzata, Breuil-Cervinia, e un area naturale, località Dondena. Inoltre sono stati esaminati precedenti studi effettuati sulla dieta della stessa specie in aree naturali. Il DNA barcoding è stato applicato sulle componenti vegetali presenti nei campioni fecali raccolti. Una volta selezionati i morfotipi diversi, si è estratto, amplificato e sequenziato il DNA di tali campioni, identificando le specie vegetali assunte. Per quanto riguarda la relazione preda-predatore, utilizzando i dati sull'abbondanza degli ortotteri estrapolati dai transetti e del numero degli individui dei flocks di gracchio alpino, per ogni fascia altimetrica, si sono effettuate analisi tramite modelli lineari generalizzati (GLM) rispetto al sito, alla quota e al periodo. Le analisi chimiche e calorimetriche di due alimenti naturali (ortotteri e lepidotteri) e di due di origine antropica (pane e pasta), effettuate da un laboratorio esterno, sono state confrontate tra di loro per ogni componente chimica e valore energetico estrapolato. Anche senza giungere a risultati esaustivi sulle due aree messe a confronto, il DNA barcoding conferma e integra la presenza di alimenti vegetali assunti dal gracchio nel periodo invernale. Per quanto riguarda la relazione preda-predatore si osserva un andamento costante tra l'abbondanza degli ortotteri e dei gracchi fino a quote intorno ai 2300 m s.l.m. e una successiva relazione negativa a quote superiori, a causa dello shift dei gracchi nell'area di Cervinia nelle zone dei rifugi, e a Dondena, in zone altimetriche superiori al campionamento degli ortotteri. Le analisi chimiche hanno dimostrato che pane e paste sono più energetici grazie ad un alto livello di carboidrati e una ridotta quantità di acqua, rispetto agli artropodi, caratterizzati da un alto livello proteico. Tali risultati, sono in linea con studi precedenti nei quali il gracchio selezionava cibi antropogenici durante l'inverno rispetto alla componente vegetale che risulta meno energetica, e in estate, sfruttava la componente proteica per la crescita della prole, scegliendo per i mesi successivi, una dieta più energetica derivante dagli alimenti antropogenici. Tali conclusioni non sono esaustive, ma integrano le conoscenze pregresse e pongono le basi verso studi futuri sulla variazione della dieta e dell'ecologia trofico-spaziale del gracchio alpino, utilizzando i tre approcci integrati in maniera multidisciplinare.File | Dimensione | Formato | |
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