The thesis examines the figure of Camillo Golgi and the neuroanatomical research of his time. The twilight of the nineteenth century was inflamed by the controversy on the anatomical substrate of thought, in which was opposed, on the one hand, the holistic view of the reticularists, represented by Camillo Golgi, who proposed many theories united by the assumption of the existence of a reticular nerve structure; on the other, the reductionist conception of the neuronists, headed by Santiago Ramón y Cajal, who formed a compact front and elaborated the “neuron doctrine”, assigning to the nerve cell the status of morphological and functional individuality. Paradoxically, the role of the neuron as anatomical and functional unity was made possible by the “black reaction”, the revolutionary method of microscopic investigation, developed by Camillo Golgi, which unveiled the intimate structure of the nervous system. The first chapter introduces the figure of Camillo Golgi, focusing on his academic education and the monograph he wrote at the conclusion of medical internship at the psychiatric clinic of Cesare Lombroso. The second chapter traces the period in which Golgi, attending the laboratory directed by Giulio Bizzozero, approached histological microscopy and extended his horizon to the works of Rudolf Virchow and Albert von Kölliker. The chapter contains some digressions focusing on the theme of observation: from the path of the microscope’s affirmation to the relationship and influences between art and science, when artists such as Gustav Klimt, Paul Klee and Vassili Kandinskij drew on the images of microscopy to go beyond the threshold of the visible, while the scientists borrowed from art the instrument of the “camera lucida”. Lastly, it is noted that Golgi’s early histological research was conditioned by coeval scientific iconography, particularly the drawings of Otto Deiters, and by doctrines referable to Cartesian dualism, such as Joseph von Gerlach's theory of the “protoplasmic network” and Pierre Flourens conception of the brain as the unique and indivisible location of intellectual faculties. The third chapter is dedicated to “black reaction”, the method that marked a new era of neuroanatomical research. The complex procedure of this method and the selective, and still mysterious, mechanism of visual emergence of nerve elements are illustrated. Golgi used the technique in many areas of research, but it was on the basis of neuroanatomic observations that he developed the theory of the “diffuse nervous network”. At this phase, the thought of Claude Bernard was significative, and an entire paragraph is devoted to his figure. The fourth, and final, chapter describes how the controversy between reticularists and neuronists, which ended with the definitive affirmation of the neuron. An extensive focus is devoted to Santiago Ramón y Cajal and the neuron theory. The complex, and not only conflictual, relationship between Golgi and Cajal is rendered in terms of irreconcilable affinity through the lens of Norwood Russel Hanson's theory-laden observation. The concluding paragraph, dedicated to the legacy of this conflict, ideally closes in 1906, the year in which Golgi and Cajal shared the Nobel Prize and Charles Scott Sherrington formalized the hypothesis that the centre of impulse transmission was the space of separation interposed between nerve endings; a space whose existence he had intuited years earlier, proposing to call it synapsis.
La tesi prende in esame la figura di Camillo Golgi e la ricerca neuroanatomica del suo tempo. Il tramonto dell’Ottocento fu infiammato dalla controversia sul substrato anatomico del pensiero, in cui si contrapposero, da un lato, la visione olistica dei reticolaristi, rappresentati da Camillo Golgi, i quali proposero molteplici teorie unite dal presupposto dell’esistenza di una struttura nervosa reticolare; dall’altro, la concezione riduzionistica dei neuronisti, capeggiati da Santiago Ramón y Cajal, che costituirono un fronte compatto ed elaborarono la “dottrina del neurone”, assegnando alla cellula nervosa lo status di individualità morfologica e funzionale. Paradossalmente, il ruolo del neurone come unità funzionale oltre che anatomica fu reso possibile dalla “colorazione nera”, il rivoluzionario metodo di indagine microscopica messo a punto da Camillo Golgi, che disvelò l’intima struttura del sistema nervoso. Il primo capitolo introduce la figura di Golgi, soffermandosi sulla sua formazione accademica e sulla monografia che scrisse a conclusione del praticantato medico presso la clinica psichiatrica di Cesare Lombroso. Il secondo capitolo ripercorre il periodo in cui Golgi, frequentando il laboratorio di Giulio Bizzozero, si avvicinò alla microscopia istologica ed estese il suo orizzonte ai lavori di Rudolf Virchow e Albert von Kölliker. Il capitolo contiene alcune digressioni sul tema dell’osservazione: al percorso di affermazione del microscopio si ricollega il rapporto (con le reciproche influenze) tra arte e scienza, quando artisti come Gustav Klimt, Paul Klee e Vassili Kandinskij attinsero alle immagini della microscopia per andare oltre la soglia del visibile, mentre gli scienziati mutuarono dall’arte lo strumento della camera lucida. Si evidenzia, infine, come le prime ricerche istologiche di Golgi furono condizionate dalla coeva iconografia scientifica, in particolare dai disegni di Otto Deiters, e dalle dottrine riconducibili al dualismo cartesiano, quali la teoria della “rete protoplasmatica” di Joseph von Gerlach e la concezione di Pierre Flourens del cervello come sede unica e indivisibile delle facoltà intellettuali. Il terzo capitolo è dedicato alla “colorazione nera”, il metodo che segnò una nuova era delle ricerche neuroanatomiche. Sono illustrati la complessa procedura del metodo e il selettivo, e tuttora misterioso, meccanismo di emersione visiva degli elementi nervosi. Golgi utilizzò la tecnica in molteplici ambiti di ricerca, ma fu sulla base delle osservazioni neuroanatomiche che elaborò la teoria della “rete nervosa diffusa”. In questa fase, fu determinante il pensiero di Claude Bernard, a cui è dedicato un paragrafo. Il quarto, e ultimo, capitolo spiega come la controversia tra reticolaristi e neuronisti si concluse con la definitiva affermazione del neurone. Un ampio focus è dedicato a Santiago Ramón y Cajal e alla teoria del neurone. La complessa, e non solo conflittuale, relazione tra Golgi e Cajal, viene restituita in termini di inconciliabile affinità, attraverso la lente della theory-laden observation, l’osservazione carica di teoria, di Norwood Russel Hanson. Il paragrafo conclusivo, dedicato al lascito di questo conflitto, si chiude idealmente nel 1906, l’anno in cui Golgi e Cajal condivisero il premio Nobel e Charles Scott Sherrington formalizzò l’ipotesi che il centro di trasmissione degli impulsi fosse lo spazio di separazione interposto tra le terminazioni nervose; uno spazio di cui aveva intuito l’esistenza anni prima, proponendo di denominarlo synapsis.
Camillo Golgi e il suo tempo: la controversia sul substrato anatomico del pensiero
CRAVERI, CARLOTTA
2022/2023
Abstract
La tesi prende in esame la figura di Camillo Golgi e la ricerca neuroanatomica del suo tempo. Il tramonto dell’Ottocento fu infiammato dalla controversia sul substrato anatomico del pensiero, in cui si contrapposero, da un lato, la visione olistica dei reticolaristi, rappresentati da Camillo Golgi, i quali proposero molteplici teorie unite dal presupposto dell’esistenza di una struttura nervosa reticolare; dall’altro, la concezione riduzionistica dei neuronisti, capeggiati da Santiago Ramón y Cajal, che costituirono un fronte compatto ed elaborarono la “dottrina del neurone”, assegnando alla cellula nervosa lo status di individualità morfologica e funzionale. Paradossalmente, il ruolo del neurone come unità funzionale oltre che anatomica fu reso possibile dalla “colorazione nera”, il rivoluzionario metodo di indagine microscopica messo a punto da Camillo Golgi, che disvelò l’intima struttura del sistema nervoso. Il primo capitolo introduce la figura di Golgi, soffermandosi sulla sua formazione accademica e sulla monografia che scrisse a conclusione del praticantato medico presso la clinica psichiatrica di Cesare Lombroso. Il secondo capitolo ripercorre il periodo in cui Golgi, frequentando il laboratorio di Giulio Bizzozero, si avvicinò alla microscopia istologica ed estese il suo orizzonte ai lavori di Rudolf Virchow e Albert von Kölliker. Il capitolo contiene alcune digressioni sul tema dell’osservazione: al percorso di affermazione del microscopio si ricollega il rapporto (con le reciproche influenze) tra arte e scienza, quando artisti come Gustav Klimt, Paul Klee e Vassili Kandinskij attinsero alle immagini della microscopia per andare oltre la soglia del visibile, mentre gli scienziati mutuarono dall’arte lo strumento della camera lucida. Si evidenzia, infine, come le prime ricerche istologiche di Golgi furono condizionate dalla coeva iconografia scientifica, in particolare dai disegni di Otto Deiters, e dalle dottrine riconducibili al dualismo cartesiano, quali la teoria della “rete protoplasmatica” di Joseph von Gerlach e la concezione di Pierre Flourens del cervello come sede unica e indivisibile delle facoltà intellettuali. Il terzo capitolo è dedicato alla “colorazione nera”, il metodo che segnò una nuova era delle ricerche neuroanatomiche. Sono illustrati la complessa procedura del metodo e il selettivo, e tuttora misterioso, meccanismo di emersione visiva degli elementi nervosi. Golgi utilizzò la tecnica in molteplici ambiti di ricerca, ma fu sulla base delle osservazioni neuroanatomiche che elaborò la teoria della “rete nervosa diffusa”. In questa fase, fu determinante il pensiero di Claude Bernard, a cui è dedicato un paragrafo. Il quarto, e ultimo, capitolo spiega come la controversia tra reticolaristi e neuronisti si concluse con la definitiva affermazione del neurone. Un ampio focus è dedicato a Santiago Ramón y Cajal e alla teoria del neurone. La complessa, e non solo conflittuale, relazione tra Golgi e Cajal, viene restituita in termini di inconciliabile affinità, attraverso la lente della theory-laden observation, l’osservazione carica di teoria, di Norwood Russel Hanson. Il paragrafo conclusivo, dedicato al lascito di questo conflitto, si chiude idealmente nel 1906, l’anno in cui Golgi e Cajal condivisero il premio Nobel e Charles Scott Sherrington formalizzò l’ipotesi che il centro di trasmissione degli impulsi fosse lo spazio di separazione interposto tra le terminazioni nervose; uno spazio di cui aveva intuito l’esistenza anni prima, proponendo di denominarlo synapsis.File | Dimensione | Formato | |
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