L'obiettivo di questa tesi è quello di fornire una proposta di traduzione dal giapponese all'italiano del manga inedito di Furuya Minoru, Himeanōru, pubblicato in sei volumi durante l'arco temporale che va dal 2008 al 2010. La tesi è articolata in quattro capitoli seguiti da un'appendice: nel primo capitolo il focus è sull'autore, punto di partenza necessario per comprendere lo stile sui generis che caratterizza tutta la sua opera. In tale capitolo vengono esposti i punti salienti e le caratteristiche degne di attenzione delle sue scelte stilistiche, come nella scelta dei titoli, per poi proseguire con l'analisi dell'opera oggetto di traduzione. Il secondo capitolo si concentra su un aspetto lessicale che si è rivelato cruciale nel processo traduttivo e che contribuisce, allo stesso tempo, a dare specificità al linguaggio dell'autore: si tratta delle cosiddette gitaigo o “parole mimetiche”, che convenzionalmente vengono fatte rientrare nel repertorio di onomatopee della lingua giapponese, ma sarà fatta una distinzione da quest'ultime. Il giapponese, a differenza dell'italiano, è una lingua che utilizza le onomatopee in generale come parte integrante del discorso, ed è proprio grazie all'analisi di questo aspetto lessicale che è possibile segnalare come il linguaggio di Furuya possa essere considerato “emotivo”, “vitale”, svincolato da parametri grammaticali standard e legato più all'aspetto immediato e colloquiale della parola. Non è un caso che le gitaigo, essendo manifestazione di una visione del mondo propria della cultura giapponese e dotate di significato fortemente connotativo, causino spesso ripercussioni in materia di traducibilità nella lingua d'arrivo. Il terzo capitolo è una diramazione del secondo capitolo e consiste in una parte più pratica: le parole gitaigo di maggior interesse traduttivo, segnalate nel manga Himeanōru, sono utilizzate come esempio per i concetti teorici espressi in precedenza. Il quarto capitolo riguarda la proposta di traduzione vera e propria: il testo è suddiviso in paragrafi corrispondenti ai sei volumi, suddivisione necessaria volta a non appesantire la lettura. Infine, in appendice è stato inserito un esempio di prodotto finale elaborato per il primo volume: un'operazione complessa e ardua in quanto va ben oltre il ruolo del traduttore. Sebbene l'editor, il traduttore, il letterista e altre figure professionali che stanno dietro alla pubblicazione di un fumetto sono e devono essere ruoli diversi e distinti, la decisione è stata dettata da un desiderio personale di fornire una dimostrazione “pratica” del lavoro traduttivo, dal momento che esso si presenta come scrittura su un documento, separato dalle vignette a esso imprescindibili.

Il culto della "normalità" e il lessico emotivo: tradurre il manga Himeanōru di Furuya Minoru

GIANNETTO, MARIA LAURA
2019/2020

Abstract

L'obiettivo di questa tesi è quello di fornire una proposta di traduzione dal giapponese all'italiano del manga inedito di Furuya Minoru, Himeanōru, pubblicato in sei volumi durante l'arco temporale che va dal 2008 al 2010. La tesi è articolata in quattro capitoli seguiti da un'appendice: nel primo capitolo il focus è sull'autore, punto di partenza necessario per comprendere lo stile sui generis che caratterizza tutta la sua opera. In tale capitolo vengono esposti i punti salienti e le caratteristiche degne di attenzione delle sue scelte stilistiche, come nella scelta dei titoli, per poi proseguire con l'analisi dell'opera oggetto di traduzione. Il secondo capitolo si concentra su un aspetto lessicale che si è rivelato cruciale nel processo traduttivo e che contribuisce, allo stesso tempo, a dare specificità al linguaggio dell'autore: si tratta delle cosiddette gitaigo o “parole mimetiche”, che convenzionalmente vengono fatte rientrare nel repertorio di onomatopee della lingua giapponese, ma sarà fatta una distinzione da quest'ultime. Il giapponese, a differenza dell'italiano, è una lingua che utilizza le onomatopee in generale come parte integrante del discorso, ed è proprio grazie all'analisi di questo aspetto lessicale che è possibile segnalare come il linguaggio di Furuya possa essere considerato “emotivo”, “vitale”, svincolato da parametri grammaticali standard e legato più all'aspetto immediato e colloquiale della parola. Non è un caso che le gitaigo, essendo manifestazione di una visione del mondo propria della cultura giapponese e dotate di significato fortemente connotativo, causino spesso ripercussioni in materia di traducibilità nella lingua d'arrivo. Il terzo capitolo è una diramazione del secondo capitolo e consiste in una parte più pratica: le parole gitaigo di maggior interesse traduttivo, segnalate nel manga Himeanōru, sono utilizzate come esempio per i concetti teorici espressi in precedenza. Il quarto capitolo riguarda la proposta di traduzione vera e propria: il testo è suddiviso in paragrafi corrispondenti ai sei volumi, suddivisione necessaria volta a non appesantire la lettura. Infine, in appendice è stato inserito un esempio di prodotto finale elaborato per il primo volume: un'operazione complessa e ardua in quanto va ben oltre il ruolo del traduttore. Sebbene l'editor, il traduttore, il letterista e altre figure professionali che stanno dietro alla pubblicazione di un fumetto sono e devono essere ruoli diversi e distinti, la decisione è stata dettata da un desiderio personale di fornire una dimostrazione “pratica” del lavoro traduttivo, dal momento che esso si presenta come scrittura su un documento, separato dalle vignette a esso imprescindibili.
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