Nel primo capitolo si affronta una conoscenza di alcuni concetti basilari di come deve essere organizzata una società calcistica, dell'educazione dei giovani attraverso lo sport e del modello fisiologico del calcio è indispensabile per gli allenatori e soprattutto i laureati in scienze motorie che intraprendono questa strada. In Europa, le scuole calcio dovrebbero accelerare il loro sviluppo attraverso i mezzi opportuni affinchè i giovani ragazzi crescano in un ambiente sportivo adeguato (Williams et al, 1999). La federazione mondiale del calcio, la FIFA (Fédération Internationale de Football Association), e principalmente la UEFA (Union of European Football Associations) hanno iniziato a stilare delle regole generali per aiutare gli allenatori nella crescita sportiva dei giovani attraverso il calcio (Stratton et al, 2004). Gli allenatori devono essere in grado, oltre ad insegnare le componenti del calcio, anche ad educare il comportamento dei giovani favorendo la loro autodeterminazione attraverso l'ottimizzazione dell'ambiente sociale e favorendo la socializzazione ed altri aspetti caratterizzanti i bisogni di base (Deci e Ryan, 2000; Duda et al, 2013). Nel secondo capitolo si è analizzato la bioenergetica ed il modello fisiologico del calcio (Ferretti et al, 2017). La prestazione nel calcio si alterna in momenti ad elevato impegno fisico con altri ad impegno fisico scarso o nullo (Arcelli, 1978), il recupero fra le due fasi è incompleto, cioè le riserve di energia del corpo non si rigenerano mai completamente (Ferretti et al, 2017). Uno strumento molto utile per analizzare il modello fisiologico è la match analysis che da le informazioni sulla qualità e sulla quantità dei gesti motori nel calcio (Rampinini et al, 2017). Grazie a questo strumento, si è scoperto che mediamente durante una partita i calciatori corrono circa 9-12 km (Bradley e al, 2011) e queste distanze dipendono anche dal ruolo tattico che ogni singolo ha all'interno della squadra (Rampinini et al, 2007). Per imparare a giocare a calcio ed anche per allenarsi in modo adeguato è necessario che i giovani fin dall'infanzia imparino i gesti tecnici di base che sono il controllo dell'attrezzo con i piedi, che in questo caso è la palla, il passaggio, il dribbling per superare gli avversari ed infine la fase conclusiva, cioè il tiro (FIFA, 2016). I giovani devono essere guidati nel sperimentare molto le varie azioni che vengono a crearsi durante la pratica del calcio, così imparano col tempo a gestire adeguatamente lo spazio ed il tempo, sviluppando la loro creatività che deve essere a servizio della squadra dato che il calcio non è uno sport individuale (Chapman et al, 2008). Le partite di calcio sono molto dispendiose dal punto di vista sia fisico che mentale, infatti un adeguato sviluppo della tecnica potrebbe aiutare a bloccare il calo della performance che avviene nell'arco dei 90 minuti (Rampinini et al, 2007). La ricerca scientifica ha concluso che nel calcio, la fatica può essere di due tipi, centrale o periferica. La fatica centrale interviene sul SNC (sistema nervoso centrale), invece quella periferica sui vai distretti muscolari (Rampinini, 2017). Per contrastare l'insorgenza della fatica e quindi abituare in modo progressivo il giovane calciatore alle richieste fisiche di una partita di calcio, alcune ricerche hanno cercato di determinare una durata ideale degli allenamenti a settimana con un recupero adeguato per non incorrere in infortuni (Gobbet et al, 2014).
IL RUOLO DEL LAUREATO MAGISTRALE IN SCIENZE MOTORIE NELLA PRATICA DEL CALCIO IN ETÀ EVOLUTIVA: COMPLICANZE CATENE MIOTENSIVE
BISTRITEANU, SERGIU
2018/2019
Abstract
Nel primo capitolo si affronta una conoscenza di alcuni concetti basilari di come deve essere organizzata una società calcistica, dell'educazione dei giovani attraverso lo sport e del modello fisiologico del calcio è indispensabile per gli allenatori e soprattutto i laureati in scienze motorie che intraprendono questa strada. In Europa, le scuole calcio dovrebbero accelerare il loro sviluppo attraverso i mezzi opportuni affinchè i giovani ragazzi crescano in un ambiente sportivo adeguato (Williams et al, 1999). La federazione mondiale del calcio, la FIFA (Fédération Internationale de Football Association), e principalmente la UEFA (Union of European Football Associations) hanno iniziato a stilare delle regole generali per aiutare gli allenatori nella crescita sportiva dei giovani attraverso il calcio (Stratton et al, 2004). Gli allenatori devono essere in grado, oltre ad insegnare le componenti del calcio, anche ad educare il comportamento dei giovani favorendo la loro autodeterminazione attraverso l'ottimizzazione dell'ambiente sociale e favorendo la socializzazione ed altri aspetti caratterizzanti i bisogni di base (Deci e Ryan, 2000; Duda et al, 2013). Nel secondo capitolo si è analizzato la bioenergetica ed il modello fisiologico del calcio (Ferretti et al, 2017). La prestazione nel calcio si alterna in momenti ad elevato impegno fisico con altri ad impegno fisico scarso o nullo (Arcelli, 1978), il recupero fra le due fasi è incompleto, cioè le riserve di energia del corpo non si rigenerano mai completamente (Ferretti et al, 2017). Uno strumento molto utile per analizzare il modello fisiologico è la match analysis che da le informazioni sulla qualità e sulla quantità dei gesti motori nel calcio (Rampinini et al, 2017). Grazie a questo strumento, si è scoperto che mediamente durante una partita i calciatori corrono circa 9-12 km (Bradley e al, 2011) e queste distanze dipendono anche dal ruolo tattico che ogni singolo ha all'interno della squadra (Rampinini et al, 2007). Per imparare a giocare a calcio ed anche per allenarsi in modo adeguato è necessario che i giovani fin dall'infanzia imparino i gesti tecnici di base che sono il controllo dell'attrezzo con i piedi, che in questo caso è la palla, il passaggio, il dribbling per superare gli avversari ed infine la fase conclusiva, cioè il tiro (FIFA, 2016). I giovani devono essere guidati nel sperimentare molto le varie azioni che vengono a crearsi durante la pratica del calcio, così imparano col tempo a gestire adeguatamente lo spazio ed il tempo, sviluppando la loro creatività che deve essere a servizio della squadra dato che il calcio non è uno sport individuale (Chapman et al, 2008). Le partite di calcio sono molto dispendiose dal punto di vista sia fisico che mentale, infatti un adeguato sviluppo della tecnica potrebbe aiutare a bloccare il calo della performance che avviene nell'arco dei 90 minuti (Rampinini et al, 2007). La ricerca scientifica ha concluso che nel calcio, la fatica può essere di due tipi, centrale o periferica. La fatica centrale interviene sul SNC (sistema nervoso centrale), invece quella periferica sui vai distretti muscolari (Rampinini, 2017). Per contrastare l'insorgenza della fatica e quindi abituare in modo progressivo il giovane calciatore alle richieste fisiche di una partita di calcio, alcune ricerche hanno cercato di determinare una durata ideale degli allenamenti a settimana con un recupero adeguato per non incorrere in infortuni (Gobbet et al, 2014).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/50951