La Tesi di di Laurea ¿Applicazioni e metodologie di apprendimento della lingua araba nell'Esercito Italiano¿ è strutturata in modo da trattare diversi aspetti dell'utilizzo della lingua araba ed evidenziarne l'importanza nell'ambito dell'Esercito Italiano. Viene innanzitutto sottolineato come, per vicinanza storico-culturale, l'Italia sia affine a numerosi paesi di lingua araba e, in virtù della sua posizione geografica e strategica, sia interessata da contatti e dall'influenza di persone madrelingua arabe. Nel primo capitolo vengono prese ad esempio le esperienze di ufficiali, uno italiano e due britannici, che tra il Primo ed il Secondo Conflitto Mondiale hanno saputo impiegare sapientemente, tra gli altri strumenti a loro disposizione, la conoscenza della lingua araba per esercitare il loro comando delle unità assegnategli. Nello specifico sono trattate le vicende di T.E. Lawrence, comunemente conosciuto come ¿Lawrence d'Arabia¿, e parallelamente delle implicazioni che egli ha avuto nelle rivolte delle tribù arabe contro l'Impero Ottomano nel 1919. Il secondo esempio preso in considerazione è Orde Charles Wingate, lontano parente di Lawrence che, destinato ad una mediocre carriera militare, seppe fare della conoscenza della lingua araba il suo elemento vincente andando a ricoprire ruoli di primaria importanza, inizialmente nell'ambito della controinsorgenza nei territori d'oltremare e nell'effettuazioni di azioni di guerriglia nella Seconda Guerra Mondiale. Amedeo Guillet, ultimo ma non per importanza, fu un ufficiale italiano che grazie al rapporto con i suoi uomini e all'interazione con la popolazione locale determinò i suoi successi e costruì la sua fama, fino a guadagnarsi il soprannome di ¿Comandante Diavolo¿. Di quest'ultimo viene inoltre analizzato come la sua eloquenza abbia avvalorato la sua leadership. Il secondo capitolo prende in considerazione l'attuale scenario in cui il comparto Difesa e, più nello specifico, l'Esercito Italiano è impegnato. Vengono quindi evidenziate le attività nelle quali la Forza Armata può sfruttare la conoscenza della lingua all'interno del territorio nazionale e gli ambiti in cui la conoscenza linguistica sia assimilabile ad un moltiplicatore di forza nella condotta delle operazioni al di fuori del territorio nazionale. Particolare rilevanza viene riservata alla comunicazione strategica e all'importanza che riveste nella condotta di attività volte alla stabilizzazione di aree interessate da crisi o conflitti. Tra queste particolarmente importante è l'attività di Security Force Assistance, che racchiude i compiti volti alla collaborazione nell'addestramento di unità di Paesi alleati che ne facciano richiesta. Si è infatti evidenziato come la conoscenza, per lo meno elementare, della lingua e della cultura della controparte sia stata individuata dalla dottrina del settore come un elemento facilitatore, che riduce l'impatto all'adattamento e la possibilità di conflitti. Il terzo capitolo è dedicato al processo di apprendimento. Vengono innanzitutto analizzati i processi di acquisizione e le implicazioni che ha nel successivo apprendimento di una lingua straniera. Importante concetto esplicitato è il fatto che l'attitudine verso le lingue straniere e le difficoltà riscontrate nello studio di una particolare lingua siano ricollocabili ad elementi soggettivi e non universalmente quantificabili. In virtù di tale considerazione vengono analizzate le difficoltà relative all'apprendimento della
¿Applicazioni e metodologie di apprendimento della lingua araba nell'Esercito Italiano¿
PAU, GIUSEPPE
2018/2019
Abstract
La Tesi di di Laurea ¿Applicazioni e metodologie di apprendimento della lingua araba nell'Esercito Italiano¿ è strutturata in modo da trattare diversi aspetti dell'utilizzo della lingua araba ed evidenziarne l'importanza nell'ambito dell'Esercito Italiano. Viene innanzitutto sottolineato come, per vicinanza storico-culturale, l'Italia sia affine a numerosi paesi di lingua araba e, in virtù della sua posizione geografica e strategica, sia interessata da contatti e dall'influenza di persone madrelingua arabe. Nel primo capitolo vengono prese ad esempio le esperienze di ufficiali, uno italiano e due britannici, che tra il Primo ed il Secondo Conflitto Mondiale hanno saputo impiegare sapientemente, tra gli altri strumenti a loro disposizione, la conoscenza della lingua araba per esercitare il loro comando delle unità assegnategli. Nello specifico sono trattate le vicende di T.E. Lawrence, comunemente conosciuto come ¿Lawrence d'Arabia¿, e parallelamente delle implicazioni che egli ha avuto nelle rivolte delle tribù arabe contro l'Impero Ottomano nel 1919. Il secondo esempio preso in considerazione è Orde Charles Wingate, lontano parente di Lawrence che, destinato ad una mediocre carriera militare, seppe fare della conoscenza della lingua araba il suo elemento vincente andando a ricoprire ruoli di primaria importanza, inizialmente nell'ambito della controinsorgenza nei territori d'oltremare e nell'effettuazioni di azioni di guerriglia nella Seconda Guerra Mondiale. Amedeo Guillet, ultimo ma non per importanza, fu un ufficiale italiano che grazie al rapporto con i suoi uomini e all'interazione con la popolazione locale determinò i suoi successi e costruì la sua fama, fino a guadagnarsi il soprannome di ¿Comandante Diavolo¿. Di quest'ultimo viene inoltre analizzato come la sua eloquenza abbia avvalorato la sua leadership. Il secondo capitolo prende in considerazione l'attuale scenario in cui il comparto Difesa e, più nello specifico, l'Esercito Italiano è impegnato. Vengono quindi evidenziate le attività nelle quali la Forza Armata può sfruttare la conoscenza della lingua all'interno del territorio nazionale e gli ambiti in cui la conoscenza linguistica sia assimilabile ad un moltiplicatore di forza nella condotta delle operazioni al di fuori del territorio nazionale. Particolare rilevanza viene riservata alla comunicazione strategica e all'importanza che riveste nella condotta di attività volte alla stabilizzazione di aree interessate da crisi o conflitti. Tra queste particolarmente importante è l'attività di Security Force Assistance, che racchiude i compiti volti alla collaborazione nell'addestramento di unità di Paesi alleati che ne facciano richiesta. Si è infatti evidenziato come la conoscenza, per lo meno elementare, della lingua e della cultura della controparte sia stata individuata dalla dottrina del settore come un elemento facilitatore, che riduce l'impatto all'adattamento e la possibilità di conflitti. Il terzo capitolo è dedicato al processo di apprendimento. Vengono innanzitutto analizzati i processi di acquisizione e le implicazioni che ha nel successivo apprendimento di una lingua straniera. Importante concetto esplicitato è il fatto che l'attitudine verso le lingue straniere e le difficoltà riscontrate nello studio di una particolare lingua siano ricollocabili ad elementi soggettivi e non universalmente quantificabili. In virtù di tale considerazione vengono analizzate le difficoltà relative all'apprendimento dellaFile | Dimensione | Formato | |
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