La gestione della flora infestante presenta una serie di difficoltà legate a numerosi fattori quali ad esempio la riduzione della disponibilità di erbicidi avvenuta negli ultimi decenni a seguito dell'adozione di regolamenti registrativi più restrittivi (Direttiva 91/414/CEE e in seguito il Regolamento (CE) n. 1107/2009) che hanno stabilito che debbano essere utilizzati prodotti fitosanitari con un minor rischio per la salute umana e l'ambiente. L'applicazione di tali regolamenti ha determinato l'uscita dal mercato di circa il 70% delle sostanze attive utilizzate. A seguito di tali restrizioni, la gestione delle infestanti è divenuta più complessa e vincolata all'impiego di poche sostanze erbicide, tra l'altro, caratterizzate da un ristrettissimo numero di meccanismi di azione. La mancata disponibilità di sostanze attive con meccanismi d'azione differenti e il frequente ricorso alla monosuccessione hanno esacerbato il problema legato ai fenomeni di resistenza agli erbicidi da parte di molte specie infestanti. La ricerca di erbicidi alternativi a base di nuove sostanze attive assume quindi un crescente interesse e la loro possibilità di impiego costituisce un'importante risorsa su cui poter fare affidamento, anche per la necessità di fare ricorso a sostanze con limitati effetti sull'uomo e sull'ambiente. Tra le possibili sostanze alternative si annoverano ad esempio l'acido pelargonico e l'acido acetico. L'acido pelargonico è un acido grasso con attività erbicida, che agisce per contatto ed è utilizzabile in post-emergenza delle malerbe, risultando efficace nei confronti di molte infestanti annuali e poliennali, mono e dicotiledoni, alghe e muschi. Alcuni formulati a base di acido pelargonico sono autorizzati in Italia per il diserbo su vite e in ambito extra-agricolo. L'acido acetico a concentrazioni superiori al 15% presenta un'efficacia erbicida con azione di contatto nei confronti di numerose malerbe e un parziale effetto ritardante della germinazione. L'acido acetico è inserito nella lista dei corroboranti utilizzabili in agricoltura convenzionale, biologica e biodinamica; attualmente il suo impiego è limitato al diserbo di giardini e cortili domestici, aree urbane e viene utilizzato prevalentemente per usi non professionali. L'obiettivo di questo studio è stato quello di valutare, in condizioni di laboratorio e di serra, l'efficacia erbicida dell'acido pelargonico e dell'acido acetico nei confronti di alcune importanti malerbe del riso e del mais. Le specie considerate nello studio sono state scelte tra le malerbe maggiormente riscontrabili negli areali risicoli e maidicoli piemontesi e in particolare: Oryza sativa (riso crodo), Echinochloa crus-galli (giavone), Solanum nigrum, Digitaria sanguinalis, Amaranthus retroflexus e Portulaca oleracea. I risultati ottenuti dallo studio hanno permesso di confermare una buona efficacia di contenimento dell'acido pelargonico sulle infestanti, mentre l'efficacia dell'acido acetico è risultata di più modesta entità e ulteriori studi sono necessari al fine di individuare le concentrazioni e le epoche di trattamento che consentano di ottenere un migliore contenimento delle malerbe.

Controllo delle specie infestanti con erbicidi alternativi: valutazione dell'efficacia dell'acido acetico e pelargonico

CIMO', LAURA FRANCESCA
2018/2019

Abstract

La gestione della flora infestante presenta una serie di difficoltà legate a numerosi fattori quali ad esempio la riduzione della disponibilità di erbicidi avvenuta negli ultimi decenni a seguito dell'adozione di regolamenti registrativi più restrittivi (Direttiva 91/414/CEE e in seguito il Regolamento (CE) n. 1107/2009) che hanno stabilito che debbano essere utilizzati prodotti fitosanitari con un minor rischio per la salute umana e l'ambiente. L'applicazione di tali regolamenti ha determinato l'uscita dal mercato di circa il 70% delle sostanze attive utilizzate. A seguito di tali restrizioni, la gestione delle infestanti è divenuta più complessa e vincolata all'impiego di poche sostanze erbicide, tra l'altro, caratterizzate da un ristrettissimo numero di meccanismi di azione. La mancata disponibilità di sostanze attive con meccanismi d'azione differenti e il frequente ricorso alla monosuccessione hanno esacerbato il problema legato ai fenomeni di resistenza agli erbicidi da parte di molte specie infestanti. La ricerca di erbicidi alternativi a base di nuove sostanze attive assume quindi un crescente interesse e la loro possibilità di impiego costituisce un'importante risorsa su cui poter fare affidamento, anche per la necessità di fare ricorso a sostanze con limitati effetti sull'uomo e sull'ambiente. Tra le possibili sostanze alternative si annoverano ad esempio l'acido pelargonico e l'acido acetico. L'acido pelargonico è un acido grasso con attività erbicida, che agisce per contatto ed è utilizzabile in post-emergenza delle malerbe, risultando efficace nei confronti di molte infestanti annuali e poliennali, mono e dicotiledoni, alghe e muschi. Alcuni formulati a base di acido pelargonico sono autorizzati in Italia per il diserbo su vite e in ambito extra-agricolo. L'acido acetico a concentrazioni superiori al 15% presenta un'efficacia erbicida con azione di contatto nei confronti di numerose malerbe e un parziale effetto ritardante della germinazione. L'acido acetico è inserito nella lista dei corroboranti utilizzabili in agricoltura convenzionale, biologica e biodinamica; attualmente il suo impiego è limitato al diserbo di giardini e cortili domestici, aree urbane e viene utilizzato prevalentemente per usi non professionali. L'obiettivo di questo studio è stato quello di valutare, in condizioni di laboratorio e di serra, l'efficacia erbicida dell'acido pelargonico e dell'acido acetico nei confronti di alcune importanti malerbe del riso e del mais. Le specie considerate nello studio sono state scelte tra le malerbe maggiormente riscontrabili negli areali risicoli e maidicoli piemontesi e in particolare: Oryza sativa (riso crodo), Echinochloa crus-galli (giavone), Solanum nigrum, Digitaria sanguinalis, Amaranthus retroflexus e Portulaca oleracea. I risultati ottenuti dallo studio hanno permesso di confermare una buona efficacia di contenimento dell'acido pelargonico sulle infestanti, mentre l'efficacia dell'acido acetico è risultata di più modesta entità e ulteriori studi sono necessari al fine di individuare le concentrazioni e le epoche di trattamento che consentano di ottenere un migliore contenimento delle malerbe.
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