Il seguente lavoro di tesi si propone di trascrivere e annotare le lettere dell'epistolario di Carlo Botta datate 1827 e 1828, anni in cui lo storico canavesano risiedette a Parigi e che furono quasi interamente consacrati alla stesura della sua opera Storia d'Italia continuata da quella del Guicciardini, sino al 1789. A seguito di brevi cenni biografici e di un capitolo introduttivo volto a fornire una panoramica degli aspetti più interessanti emersi durante il lavoro di trascrizione e analisi, il capitolo 1 intende approfondire singolarmente e ordinatamente gli argomenti che le lettere, appunto, suggeriscono. Si è scelto di trattare il tema linguistico sotto un duplice punto di vista: il lettore troverà quindi da un lato un accenno alla questione della lingua con conseguente riferimento alla posizione tenuta dallo storico nell'ambito di questo dibattito e, dall'altro, l'analisi della lingua e dei registri utilizzati dallo stesso Botta nella stesura delle lettere. All'interno del paragrafo dedicato alla letteratura è invece contenuto un rapido ritratto del Botta critico letterario seguito da un'analisi più approfondita delle opinioni dell'autore in merito al romanzo storico e, nello specifico, ai Promessi Sposi, opera pubblicata nel '27 e di certo non apprezzata dall'autore canavesano. A risultare ancora interessanti sono le informazioni che le lettere riportano in merito alla stesura della Storia d'Italia continuata ¿ alle quali si è deciso di dedicare un paragrafo che prende in analisi le modalità e le tempistiche di scrittura, copiatura e pubblicazione dell'opera ¿ e i cenni biografici che si possono evincere dall'epistolario. Questi ultimi, non particolarmente rilevanti per quel che riguarda la vita dello stesso Carlo Botta che dedica questi anni quasi esclusivamente alla composizione della sua opera, forniscono piuttosto informazioni riguardanti gli amici e i tre figli dello storico e, nello specifico, permettono di seguire da vicino il viaggio del figlio Paolo Emilio, medico naturalista imbarcato in un viaggio intorno al globo. Il secondo capitolo è interamente dedicato alla trascrizione degli originali delle lettere, accompagnati da un vasto apparato il cui intento è quello di chiarire riferimenti biografici, storici e bibliografici e il significato delle numerose voci lessicali rare o arcaiche di cui Botta fa spesso uso. Al corpo della tesi seguono ancora una nota al testo in cui si sono esplicitati i criteri di trascrizione degli originali e delle copie, diversi indici (cronologico, dei personaggi citati, dei destinatari e delle parole), e due appendici contenenti qualche esempio di riproduzione delle lettere e una tabella volta a dare una panoramica temporale sulla stesura della Storia d'Italia continuata.

Gli anni 1827 e 1828 nell'epistolario di Carlo Botta

CASTAGNONE, MATILDE
2018/2019

Abstract

Il seguente lavoro di tesi si propone di trascrivere e annotare le lettere dell'epistolario di Carlo Botta datate 1827 e 1828, anni in cui lo storico canavesano risiedette a Parigi e che furono quasi interamente consacrati alla stesura della sua opera Storia d'Italia continuata da quella del Guicciardini, sino al 1789. A seguito di brevi cenni biografici e di un capitolo introduttivo volto a fornire una panoramica degli aspetti più interessanti emersi durante il lavoro di trascrizione e analisi, il capitolo 1 intende approfondire singolarmente e ordinatamente gli argomenti che le lettere, appunto, suggeriscono. Si è scelto di trattare il tema linguistico sotto un duplice punto di vista: il lettore troverà quindi da un lato un accenno alla questione della lingua con conseguente riferimento alla posizione tenuta dallo storico nell'ambito di questo dibattito e, dall'altro, l'analisi della lingua e dei registri utilizzati dallo stesso Botta nella stesura delle lettere. All'interno del paragrafo dedicato alla letteratura è invece contenuto un rapido ritratto del Botta critico letterario seguito da un'analisi più approfondita delle opinioni dell'autore in merito al romanzo storico e, nello specifico, ai Promessi Sposi, opera pubblicata nel '27 e di certo non apprezzata dall'autore canavesano. A risultare ancora interessanti sono le informazioni che le lettere riportano in merito alla stesura della Storia d'Italia continuata ¿ alle quali si è deciso di dedicare un paragrafo che prende in analisi le modalità e le tempistiche di scrittura, copiatura e pubblicazione dell'opera ¿ e i cenni biografici che si possono evincere dall'epistolario. Questi ultimi, non particolarmente rilevanti per quel che riguarda la vita dello stesso Carlo Botta che dedica questi anni quasi esclusivamente alla composizione della sua opera, forniscono piuttosto informazioni riguardanti gli amici e i tre figli dello storico e, nello specifico, permettono di seguire da vicino il viaggio del figlio Paolo Emilio, medico naturalista imbarcato in un viaggio intorno al globo. Il secondo capitolo è interamente dedicato alla trascrizione degli originali delle lettere, accompagnati da un vasto apparato il cui intento è quello di chiarire riferimenti biografici, storici e bibliografici e il significato delle numerose voci lessicali rare o arcaiche di cui Botta fa spesso uso. Al corpo della tesi seguono ancora una nota al testo in cui si sono esplicitati i criteri di trascrizione degli originali e delle copie, diversi indici (cronologico, dei personaggi citati, dei destinatari e delle parole), e due appendici contenenti qualche esempio di riproduzione delle lettere e una tabella volta a dare una panoramica temporale sulla stesura della Storia d'Italia continuata.
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