¿Aspetti Nutrizionali e Psicologici del paziente con Insufficienza Renale Cronica¿ I reni sono i principali organi dell'apparato escretore, la loro funzione si riassume nella depurazione e regolazione quotidiana dell'organismo. L'insufficienza renale cronica è una patologia caratterizzata dalla graduale perdita della funzionalità renale, conseguenza di molteplici disordini che impattano sulla struttura e fisiologia dell'organo. Il danno è irreversibile, e si instaura nel corso di mesi o anni. Nell'insufficienza renale cronica solo un trattamento combinato con l'integrazione di farmaci e dieta consentono un controllo guidato verso lo stadio terminale della malattia e la terapia dialitica e garantiscono una maggior sopravvivenza dopo l'inizio della dialisi. I reni sono responsabili del riassorbimento, smaltimento e concentrazione di proteine, fosforo, potassio, sodio, calcio e vitamine. Risulta facile comprendere quanto stretto sia il legame alimentazione- funzione renale. A rendere più complessa la situazione contribuirebbero le alterazioni metaboliche spesso associate alla malattia renale, in particolar modo l'intolleranza glucidica, l'ipertensione e l'obesità. L'obesità sembrerebbe responsabile di iperfiltrazione, ipertensione glomerulare e glomerulosclerosi focale e segmentale; queste alterazioni gradualmente evolvono verso una franca proteinuria e una perdita più o meno rapida della funzione renale. La persona affetta da IRC affronta l'esperienza di un cambiamento radicale della propria vita: restrizioni alimentari e un cambiamento nel suo stile di vita nei suoi ruoli in ambito sociale, familiare e lavorativo. Mediante la somministrazione di diversi questionari si è andati ad indagare sulle abitudini alimentari dei pazienti affetti da IRC e sulla loro opinione in merito la terapia nutrizionale, oltre che valutare la sfera emotiva e psicologica del malato. Attraverso la valutazione antropometrica dello stato nutrizionale, si è riscontrata una tendenza al sovrappeso tra i pazienti osservati, con un BMI medio di 28,6 (± 5,781), ed accumulo di grasso viscerale. Un BMI elevato, oltre ad aggravare il quadro clinico generale, è risultato fortemente impattante sui life domains. Nonostante i bassi livelli di depressione riscontrati, è possibile affermare che vi sia un certo grado di sofferenza tra i pazienti. Emozioni di rabbia e frustrazione, valutazioni negative sulla propria condizione e sulla malattia influenzerebbero il decorso della stessa: in uno studio è stato riscontrato che tali sintomi raddoppierebbero la possibilità di non aderire al trattamento di cura rispetto ai pazienti che non ne presentano. E' possibile affermare che stati emotivi negativi si riflettono a loro volta sulla percezione e gestione della patologia e compromettono la qualità di vita del paziente, ad esempio ostacolando la pratica di attività ricreative e sociali come l'attività fisica e inficiando sull'igiene del sonno. La mancanza di sonno può causare stanchezza cronica, diminuzione dell'attenzione e della concentrazione e irritabilità; inoltre, potrebbe aprire la strada all'aumento di peso, disturbi del comportamento alimentare e conseguenze metaboliche negative. Diversi studi sostengono che l'attività fisica aerobica possa migliorare diversi parametri metabolici e rallentare la perdita della funzionalità renale. Risulta evidente la necessità di un lavoro di équipe tra i vari specialisti, al fine di garantire una terapia adeguata e la presa in carico del benessere psicofisico generale del paziente e del caregiver.

Aspetti Nutrizionali e Psicologici del paziente con Insufficienza Renale Cronica

ITALIANO, CARLOTTA
2018/2019

Abstract

¿Aspetti Nutrizionali e Psicologici del paziente con Insufficienza Renale Cronica¿ I reni sono i principali organi dell'apparato escretore, la loro funzione si riassume nella depurazione e regolazione quotidiana dell'organismo. L'insufficienza renale cronica è una patologia caratterizzata dalla graduale perdita della funzionalità renale, conseguenza di molteplici disordini che impattano sulla struttura e fisiologia dell'organo. Il danno è irreversibile, e si instaura nel corso di mesi o anni. Nell'insufficienza renale cronica solo un trattamento combinato con l'integrazione di farmaci e dieta consentono un controllo guidato verso lo stadio terminale della malattia e la terapia dialitica e garantiscono una maggior sopravvivenza dopo l'inizio della dialisi. I reni sono responsabili del riassorbimento, smaltimento e concentrazione di proteine, fosforo, potassio, sodio, calcio e vitamine. Risulta facile comprendere quanto stretto sia il legame alimentazione- funzione renale. A rendere più complessa la situazione contribuirebbero le alterazioni metaboliche spesso associate alla malattia renale, in particolar modo l'intolleranza glucidica, l'ipertensione e l'obesità. L'obesità sembrerebbe responsabile di iperfiltrazione, ipertensione glomerulare e glomerulosclerosi focale e segmentale; queste alterazioni gradualmente evolvono verso una franca proteinuria e una perdita più o meno rapida della funzione renale. La persona affetta da IRC affronta l'esperienza di un cambiamento radicale della propria vita: restrizioni alimentari e un cambiamento nel suo stile di vita nei suoi ruoli in ambito sociale, familiare e lavorativo. Mediante la somministrazione di diversi questionari si è andati ad indagare sulle abitudini alimentari dei pazienti affetti da IRC e sulla loro opinione in merito la terapia nutrizionale, oltre che valutare la sfera emotiva e psicologica del malato. Attraverso la valutazione antropometrica dello stato nutrizionale, si è riscontrata una tendenza al sovrappeso tra i pazienti osservati, con un BMI medio di 28,6 (± 5,781), ed accumulo di grasso viscerale. Un BMI elevato, oltre ad aggravare il quadro clinico generale, è risultato fortemente impattante sui life domains. Nonostante i bassi livelli di depressione riscontrati, è possibile affermare che vi sia un certo grado di sofferenza tra i pazienti. Emozioni di rabbia e frustrazione, valutazioni negative sulla propria condizione e sulla malattia influenzerebbero il decorso della stessa: in uno studio è stato riscontrato che tali sintomi raddoppierebbero la possibilità di non aderire al trattamento di cura rispetto ai pazienti che non ne presentano. E' possibile affermare che stati emotivi negativi si riflettono a loro volta sulla percezione e gestione della patologia e compromettono la qualità di vita del paziente, ad esempio ostacolando la pratica di attività ricreative e sociali come l'attività fisica e inficiando sull'igiene del sonno. La mancanza di sonno può causare stanchezza cronica, diminuzione dell'attenzione e della concentrazione e irritabilità; inoltre, potrebbe aprire la strada all'aumento di peso, disturbi del comportamento alimentare e conseguenze metaboliche negative. Diversi studi sostengono che l'attività fisica aerobica possa migliorare diversi parametri metabolici e rallentare la perdita della funzionalità renale. Risulta evidente la necessità di un lavoro di équipe tra i vari specialisti, al fine di garantire una terapia adeguata e la presa in carico del benessere psicofisico generale del paziente e del caregiver.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/50224