La MA (Malattia di Alzheimer) è una malattia neurodegenerativa e rappresenta la più comune forma di demenza, cioè di perdita progressiva delle funzioni cognitive. I pazienti che soffrono di MA, oltre alla perdita di memoria, presentano, con il passare del tempo, sintomi tipici come l'agnosia (difficoltà di riconoscere gli oggetti), l'afasia (perdita delle capacità linguistiche), l'aprassia (difficoltà di movimento e coordinazione), e la cosiddetta deficienza cognitiva caratterizzata dalla perdita del pensiero astratto. Dal punto di vista microscopico, nel cervello dei pazienti affetti dalla MA sono presenti due principali caratteristiche istologiche: le placche senili, anche dette placche amiloidi, caratterizzate dall'accumulo extracellulare della proteina neurotossica β amiloide (Aβ), e i GNF, caratterizzati dall'accumulo intracellulare della proteina τ patologicamente iperfosforilata. Attualmente non esistono trattamenti disponibili per rallentare o fermare il danno cerebrale causato dalla MA e, per questo, si stanno cercando di identificare nuove strategie preventive al fine di contrastare lo sviluppo della malattia; tra queste risulta essere sempre più rilevante il ruolo ricoperto dall'esercizio fisico. Lo scopo di questo lavoro è stato appunto quello di verificare se un programma di esercizio fisico potesse determinare un miglioramento della condizione fisica e/o psicologica nei pazienti con MA. Sono così stati reclutati presso il centro SOLIDAL-MENTE di Trapani 10 pazienti per il gruppo di trattamento (A) con MA; dal centro Alzheimer, invece, sono stati presi in esame 10 pazienti che proseguivano soltanto le loro cure di routine e non svolgevano un programma di esercizio fisico, questi sono stati considerati come gruppo di controllo (B). Per le valutazioni iniziali e finali (t=0 e t=4), dopo aver somministrato il MMSE (Mini Mental State Examination), sono stati fatti svolgere singolarmente 4 differenti test che sono stati effettuati sulle note della sonata K448 a 2 pianoforti di Mozart: 1)Minutes Step Test (2MST); 2) Four Square Step Test (FSST); 3) Short Physical Performance Battery (SPPB); 4) Tinetti test. Nei 2 incontri settimanali che si sono svolti durante i 4 mesi della durata dello studio sono stati proposti (sempre sulle note di Mozart) i seguenti esercizi: 1) 2MST; 2) Time Raised Chair Test (TRCT); 3)Prove di equilibrio e giochi manuali. I risultati del presente studio hanno indicato che, nell'arco dei 4 mesi, nell'intero gruppo di trattamento (A) la funzionalità fisica è rimasta stabile o è aumentata ed è diminuito o è rimasto invariato il rischio di caduta. Per quanto riguarda i risultati psicologici dei due gruppi, ottenuti tramite il test neuropsicologico MMSE, nel gruppo (A) dei pazienti sottoposti agli allenamenti i punteggi sono rimasti stabili (da T=0: 18,5 ± 4,8 a T=4: 18,36 ± 5,5), mentre nel gruppo di controllo (B) dei pazienti del centro Alzheimer i punteggi finali erano significativamente più bassi di quelli iniziali (da T=0: 15,3 ± 3,88 a T=4: 15,3 ± 3,88). L'attuale studio, nonostante i suoi limiti e nonostante necessiti di ulteriori approfondimenti, dimostra come l'esercizio fisico proposto possa rappresentare un'efficace politica di trattamento per rallentare la progressione della MA.

L'attività fisica come potenziale strategia per contrastare lo sviluppo della malattia di Alzheimer

GENTILE, GIORGIO
2018/2019

Abstract

La MA (Malattia di Alzheimer) è una malattia neurodegenerativa e rappresenta la più comune forma di demenza, cioè di perdita progressiva delle funzioni cognitive. I pazienti che soffrono di MA, oltre alla perdita di memoria, presentano, con il passare del tempo, sintomi tipici come l'agnosia (difficoltà di riconoscere gli oggetti), l'afasia (perdita delle capacità linguistiche), l'aprassia (difficoltà di movimento e coordinazione), e la cosiddetta deficienza cognitiva caratterizzata dalla perdita del pensiero astratto. Dal punto di vista microscopico, nel cervello dei pazienti affetti dalla MA sono presenti due principali caratteristiche istologiche: le placche senili, anche dette placche amiloidi, caratterizzate dall'accumulo extracellulare della proteina neurotossica β amiloide (Aβ), e i GNF, caratterizzati dall'accumulo intracellulare della proteina τ patologicamente iperfosforilata. Attualmente non esistono trattamenti disponibili per rallentare o fermare il danno cerebrale causato dalla MA e, per questo, si stanno cercando di identificare nuove strategie preventive al fine di contrastare lo sviluppo della malattia; tra queste risulta essere sempre più rilevante il ruolo ricoperto dall'esercizio fisico. Lo scopo di questo lavoro è stato appunto quello di verificare se un programma di esercizio fisico potesse determinare un miglioramento della condizione fisica e/o psicologica nei pazienti con MA. Sono così stati reclutati presso il centro SOLIDAL-MENTE di Trapani 10 pazienti per il gruppo di trattamento (A) con MA; dal centro Alzheimer, invece, sono stati presi in esame 10 pazienti che proseguivano soltanto le loro cure di routine e non svolgevano un programma di esercizio fisico, questi sono stati considerati come gruppo di controllo (B). Per le valutazioni iniziali e finali (t=0 e t=4), dopo aver somministrato il MMSE (Mini Mental State Examination), sono stati fatti svolgere singolarmente 4 differenti test che sono stati effettuati sulle note della sonata K448 a 2 pianoforti di Mozart: 1)Minutes Step Test (2MST); 2) Four Square Step Test (FSST); 3) Short Physical Performance Battery (SPPB); 4) Tinetti test. Nei 2 incontri settimanali che si sono svolti durante i 4 mesi della durata dello studio sono stati proposti (sempre sulle note di Mozart) i seguenti esercizi: 1) 2MST; 2) Time Raised Chair Test (TRCT); 3)Prove di equilibrio e giochi manuali. I risultati del presente studio hanno indicato che, nell'arco dei 4 mesi, nell'intero gruppo di trattamento (A) la funzionalità fisica è rimasta stabile o è aumentata ed è diminuito o è rimasto invariato il rischio di caduta. Per quanto riguarda i risultati psicologici dei due gruppi, ottenuti tramite il test neuropsicologico MMSE, nel gruppo (A) dei pazienti sottoposti agli allenamenti i punteggi sono rimasti stabili (da T=0: 18,5 ± 4,8 a T=4: 18,36 ± 5,5), mentre nel gruppo di controllo (B) dei pazienti del centro Alzheimer i punteggi finali erano significativamente più bassi di quelli iniziali (da T=0: 15,3 ± 3,88 a T=4: 15,3 ± 3,88). L'attuale studio, nonostante i suoi limiti e nonostante necessiti di ulteriori approfondimenti, dimostra come l'esercizio fisico proposto possa rappresentare un'efficace politica di trattamento per rallentare la progressione della MA.
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