In questa tesi ho deciso di trattare lo ¿spagnolo atlantico¿ e, in particolare, l'influenza che la variante andalusa ha esercitato su quella americana. Nel mondo ispanofono sono stati effettuati diversi studi e ricerche riguardo l'argomento che, invece, non è stato analizzato approfonditamente in Italia. Uno degli obiettivi di questa tesi, è perciò rendere il tema in esame conosciuto anche nella nostra Penisola approfondendo la natura di una delle lingue romanze imparentate e più simili all'italiano. Nel primo capitolo è stata introdotta la variante americana e, nonostante le numerose realtà linguistiche siano state raggruppate sotto il comun denominatore di spagnolo d'America, emergono molte differenze tra le varianti parlate in ogni paese latino. Queste ultime hanno portato molti linguisti - tra cui Cuervo - a domandarsi se si possa considerare una lingua unitaria oppure un insieme di varietà frammentate ed indipendenti l'una dall'altra. Successivamente viene analizzata la relazione tra andaluso e spagnolo d'America partendo dal periodo della Conquista in cui la lingua venne introdotta ed insegnata ai nativi incontrando parecchi ostacoli culturali. Nonostante i dati siano evidenti, e la maggior parte degli uomini sbarcati per primi in America fossero andalusi, molti linguisti, tra cui Henríquez Ureña, sostengono opinioni anti-andalusiste, affermando che non è verificabile nessuna influenza o relazione tra le due varianti. Nel terzo capitolo ci si concentra sulla pronuncia delle sibilanti che, nonostante possa sembrare un argomento breve, presenta molti aspetti curiosi e particolari che rendono ogni variante dello spagnolo atlantico unica grazie alla presenza di diverse tipologie di allofoni della lettera s. Uno dei fenomeni più significativi che accomuna le varianti latine è sicuramente il seseo che è riscontrabile anche in Andalusia, soprattutto in alcune città come Siviglia e nella parte di popolazione meno giovane. Il fenomeno opposto analizzato è, invece, il ceceo utilizzato generalmente solo nella regione meridionale della Penisola in particolare nei paesi rurali isolati e dai parlanti meno istruiti. Quest'ultimo fu nel passato, e continua ad essere oggigiorno, motivo di denigrazione per coloro che lo utilizzano perché veniva associato negativamente con i gitani. Nell'ultimo capitolo ho voluto spiegare tutta la parte teorica presente nei tre precedenti attraverso degli esempi pratici. Sono stati intervistati alcuni studenti provenienti dal Cile, dalla Colombia e dalla provincia di Huelva, in Andalusia, con l'obiettivo di analizzare la pronuncia delle loro sibilanti. Sono stati scelti appositamente questi Paesi perché i loro abitanti presentano caratteristiche fonetiche particolari. Il Cile è uno dei paesi latini la cui lingua somiglia maggiormente alla variante andalusa, mentre la Colombia è considerato il paese in cui si parla lo spagnolo più comprensibile e corretto di tutta l'America latina.

SESEO E CECEO AI DUE LATI DELL'ATLANTICO

DEROSSI, MARTA
2017/2018

Abstract

In questa tesi ho deciso di trattare lo ¿spagnolo atlantico¿ e, in particolare, l'influenza che la variante andalusa ha esercitato su quella americana. Nel mondo ispanofono sono stati effettuati diversi studi e ricerche riguardo l'argomento che, invece, non è stato analizzato approfonditamente in Italia. Uno degli obiettivi di questa tesi, è perciò rendere il tema in esame conosciuto anche nella nostra Penisola approfondendo la natura di una delle lingue romanze imparentate e più simili all'italiano. Nel primo capitolo è stata introdotta la variante americana e, nonostante le numerose realtà linguistiche siano state raggruppate sotto il comun denominatore di spagnolo d'America, emergono molte differenze tra le varianti parlate in ogni paese latino. Queste ultime hanno portato molti linguisti - tra cui Cuervo - a domandarsi se si possa considerare una lingua unitaria oppure un insieme di varietà frammentate ed indipendenti l'una dall'altra. Successivamente viene analizzata la relazione tra andaluso e spagnolo d'America partendo dal periodo della Conquista in cui la lingua venne introdotta ed insegnata ai nativi incontrando parecchi ostacoli culturali. Nonostante i dati siano evidenti, e la maggior parte degli uomini sbarcati per primi in America fossero andalusi, molti linguisti, tra cui Henríquez Ureña, sostengono opinioni anti-andalusiste, affermando che non è verificabile nessuna influenza o relazione tra le due varianti. Nel terzo capitolo ci si concentra sulla pronuncia delle sibilanti che, nonostante possa sembrare un argomento breve, presenta molti aspetti curiosi e particolari che rendono ogni variante dello spagnolo atlantico unica grazie alla presenza di diverse tipologie di allofoni della lettera s. Uno dei fenomeni più significativi che accomuna le varianti latine è sicuramente il seseo che è riscontrabile anche in Andalusia, soprattutto in alcune città come Siviglia e nella parte di popolazione meno giovane. Il fenomeno opposto analizzato è, invece, il ceceo utilizzato generalmente solo nella regione meridionale della Penisola in particolare nei paesi rurali isolati e dai parlanti meno istruiti. Quest'ultimo fu nel passato, e continua ad essere oggigiorno, motivo di denigrazione per coloro che lo utilizzano perché veniva associato negativamente con i gitani. Nell'ultimo capitolo ho voluto spiegare tutta la parte teorica presente nei tre precedenti attraverso degli esempi pratici. Sono stati intervistati alcuni studenti provenienti dal Cile, dalla Colombia e dalla provincia di Huelva, in Andalusia, con l'obiettivo di analizzare la pronuncia delle loro sibilanti. Sono stati scelti appositamente questi Paesi perché i loro abitanti presentano caratteristiche fonetiche particolari. Il Cile è uno dei paesi latini la cui lingua somiglia maggiormente alla variante andalusa, mentre la Colombia è considerato il paese in cui si parla lo spagnolo più comprensibile e corretto di tutta l'America latina.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/49532