Background: the diagnosis of gastric cancer is often late because the symptoms may not show up until the cancer is in its advanced stages. In the metastatic setting the only possible treatment is chemotherapy. If on one side we can find a strong rationale in the cytotoxic first-line therapy, finding good candidates to receive a second and further line of therapy is harder after the disease progression. Due to the hypoxic state of cells, cancer tissue shows an aberrant vascularization. In Italy, ramucirumab has been authorized as a second line drug. It is anti-angiogenic that can be used alone or in association with paclitaxel. At the moment, predictive factors of response for this treatment are not available, thus, it is difficult to adequately select patients who would benefit from this treatment which on the other hand can have relevant side effects. Objectives: evaluate the prognostic impact of lactate dehydrogenase (LDH, an enzyme related to anaerobic metabolism) serum levels in patients with metastatic gastric or gastroesophageal adenocarcinoma identified as candidates for a second-line systemic therapy. Furthermore, evaluate a predictive response value for the sub-group of patients treated with ramucirumab. Materials and Methods: this thesis provides a multicentric, retrospective and observational cohort study. Data were collected by the Centro di Riferimento Oncologico (CRO) of Aviano and by the Oncology Unit of the Mauriziano Hospital of Torino. The sample is composed of patients with a diagnosis of gastric or gastroesophageal cancer with at least one second-line chemotherapy cycle between January 2010 and December 2020 who had first-line progression or were within six months from the beginning of adjuvant or neoadjuvant therapy. Results: the sample is composed of 125 metastatic patients. Among them, 51 (41%), already went under surgery. When starting the second-line, 93.6% of cases had a good Performance Status (PS ECOG 0-1). 81 patients (64.8%) were treated with ramucirumab. The Progression-Free Survival (PFS) was 4.2 months, while the Overall Survival (OS) was 7.9 months. Univariate analysis revealed that in terms of PFS, the gastric site and a low PS are correlated with a worse outcome in patients. In terms of OS, the surgical resection of the primary tumor can be associated with a better outcome, while a moderate performance status while starting the second-line treatment resulted as a predictive factor of a worse outcome. Multivariate analysis confirmed that a poor PS is a predictive factor of a worse outcome, both in terms of PFS and OS. The basal LDH values are available for 99 patients. Among them, ramucirumab was administered to 26 patients with PS 0 and 36 patients with PS 1-2. The LDH level was low or normal in 50 patients (81%) and higher than the laboratory range in 12 patients (19%). After the second-line treatments the PFS was 4.4 months, while the OS was 7.6 months. The LDH level does not seem to show significant correlation to the prognosis in terms of PFS, while it shows significant correlation to the prognosis in terms of OS, with a median of 12 months in patients with low LDH level and 6.5 months in patients with high LDH values. Conclusions: an high LDH level at the beginning of the second-line therapy is a prognostically negative factor in relation to the overall survival, while it does not seem to impact the time to progression during therapy. The LDH was not proven to have any predictive value in terms of response to angiogenic therapy.
Background: la diagnosi di tumore gastrico è spesso tardiva, poiché i sintomi si presentano più frequentemente in fase avanzata. Nel setting metastatico l’unica opzione di trattamento è la chemioterapia. Se la prima linea di farmaci citotossici presenta un forte razionale, più ardua è la selezione dei pazienti candidati a un’ulteriore linea di terapia dopo la progressione di malattia. Il tessuto tumorale presenta una vascolarizzazione aberrante a causa dello stato ipossico delle cellule. In Italia, in seconda linea è autorizzato l’impiego di ramucirumab, un farmaco antiangiogenico, che può essere utilizzato in monoterapia o associato a paclitaxel. Al momento, non si dispone di fattori predittivi di risposta a tale trattamento per poter adeguatamente selezionare i pazienti che potrebbero più beneficiare di questa terapia, non scevra da effetti collaterali. Obiettivi: valutare l’impatto prognostico dei livelli basali sierici della lattato deidrogenasi (LDH), enzima correlato con il metabolismo anaerobio, in pazienti con diagnosi di adenocarcinoma gastrico o gastroesofageo metastatico candidati ad una seconda linea di terapia sistemica. Valutare inoltre un eventuale valore predittivo di risposta in particolare nel sottogruppo dei pazienti trattati con ramucirumab. Materiali e metodi: si tratta di uno studio osservazionale, retrospettivo e multicentrico. I dati sono stati raccolti dal Centro di Riferimento Oncologico di Aviano e l’Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino. Il campione è formato da pazienti a cui è stato diagnosticato un adenocarcinoma gastrico o gastroesofageo avanzato trattato con almeno un ciclo di chemioterapia di seconda linea tra gennaio 2010 e dicembre 2020, in seguito a progressione al trattamento di prima linea o entro 6 mesi dall’inizio della terapia adiuvante o neoadiuvante. Risultati: il campione è formato da 125 pazienti metastatici, 51 (41%) dei quali già sottoposti a chirurgia. All’avvio della seconda linea il 93.6 % dei casi aveva un Performance Status buono (PS ECOG 0-1). È stato somministrato ramucirumab a 81 pazienti (64.8%). La sopravvivenza libera da malattia (PFS) mediana è stata di 4.2 mesi, mentre la sopravvivenza globale (OS) di 7.9 mesi. All’analisi univariata, in termini di PFS, la sede gastrica e un PS scaduto risultano correlati a un outcome peggiore; in termini di OS, la resezione chirurgica del tumore primario è risultata correlata a un miglior outcome, mentre un mediocre Performance Status all’avvio del trattamento di seconda linea è risultato essere un fattore predittivo di peggior outcome. All’analisi multivariata, uno scarso PS ha confermato essere un fattore predittivo di peggior outcome, sia in termini di PFS, che di OS. I valori di LDH basale sono disponibili per 99 pazienti. Tra questi, ramucirumab è stato somministrato in 26 pazienti con PS 0 e 36 con PS 1-2; LDH è risultato basso o normale in 50 pazienti (81%) e superiore ai range di laboratorio in 12 pazienti (19%). In seguito al trattamento di seconda linea, la PFS è risultata di 4.4 mesi, mentre la OS di 7.6 mesi. Il valore di LDH non risulta significativamente associato alla prognosi in termini di PFS; risulta invece significativamente associato alla prognosi in termini di OS, con una mediana di 12 mesi nei pazienti con valori bassi di LDH e di 6.5 mesi nei pazienti con valori elevati di LDH. Conclusioni: un valore di LDH elevato all’avvio della seconda linea è un fattore prognosticamente negativo per la sopravvivenza complessiva, mentre non incide sul tempo alla progressione in corso di terapia. Non è stato dimostrato un valore predittivo dell’LDH per la risposta alla terapia angiogenica.
Carcinoma gastrico e gastroesofageo avanzato: impatto prognostico dei valori di LDH nella terapia di seconda linea
RAMPIN, FEDERICA
2019/2020
Abstract
Background: la diagnosi di tumore gastrico è spesso tardiva, poiché i sintomi si presentano più frequentemente in fase avanzata. Nel setting metastatico l’unica opzione di trattamento è la chemioterapia. Se la prima linea di farmaci citotossici presenta un forte razionale, più ardua è la selezione dei pazienti candidati a un’ulteriore linea di terapia dopo la progressione di malattia. Il tessuto tumorale presenta una vascolarizzazione aberrante a causa dello stato ipossico delle cellule. In Italia, in seconda linea è autorizzato l’impiego di ramucirumab, un farmaco antiangiogenico, che può essere utilizzato in monoterapia o associato a paclitaxel. Al momento, non si dispone di fattori predittivi di risposta a tale trattamento per poter adeguatamente selezionare i pazienti che potrebbero più beneficiare di questa terapia, non scevra da effetti collaterali. Obiettivi: valutare l’impatto prognostico dei livelli basali sierici della lattato deidrogenasi (LDH), enzima correlato con il metabolismo anaerobio, in pazienti con diagnosi di adenocarcinoma gastrico o gastroesofageo metastatico candidati ad una seconda linea di terapia sistemica. Valutare inoltre un eventuale valore predittivo di risposta in particolare nel sottogruppo dei pazienti trattati con ramucirumab. Materiali e metodi: si tratta di uno studio osservazionale, retrospettivo e multicentrico. I dati sono stati raccolti dal Centro di Riferimento Oncologico di Aviano e l’Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino. Il campione è formato da pazienti a cui è stato diagnosticato un adenocarcinoma gastrico o gastroesofageo avanzato trattato con almeno un ciclo di chemioterapia di seconda linea tra gennaio 2010 e dicembre 2020, in seguito a progressione al trattamento di prima linea o entro 6 mesi dall’inizio della terapia adiuvante o neoadiuvante. Risultati: il campione è formato da 125 pazienti metastatici, 51 (41%) dei quali già sottoposti a chirurgia. All’avvio della seconda linea il 93.6 % dei casi aveva un Performance Status buono (PS ECOG 0-1). È stato somministrato ramucirumab a 81 pazienti (64.8%). La sopravvivenza libera da malattia (PFS) mediana è stata di 4.2 mesi, mentre la sopravvivenza globale (OS) di 7.9 mesi. All’analisi univariata, in termini di PFS, la sede gastrica e un PS scaduto risultano correlati a un outcome peggiore; in termini di OS, la resezione chirurgica del tumore primario è risultata correlata a un miglior outcome, mentre un mediocre Performance Status all’avvio del trattamento di seconda linea è risultato essere un fattore predittivo di peggior outcome. All’analisi multivariata, uno scarso PS ha confermato essere un fattore predittivo di peggior outcome, sia in termini di PFS, che di OS. I valori di LDH basale sono disponibili per 99 pazienti. Tra questi, ramucirumab è stato somministrato in 26 pazienti con PS 0 e 36 con PS 1-2; LDH è risultato basso o normale in 50 pazienti (81%) e superiore ai range di laboratorio in 12 pazienti (19%). In seguito al trattamento di seconda linea, la PFS è risultata di 4.4 mesi, mentre la OS di 7.6 mesi. Il valore di LDH non risulta significativamente associato alla prognosi in termini di PFS; risulta invece significativamente associato alla prognosi in termini di OS, con una mediana di 12 mesi nei pazienti con valori bassi di LDH e di 6.5 mesi nei pazienti con valori elevati di LDH. Conclusioni: un valore di LDH elevato all’avvio della seconda linea è un fattore prognosticamente negativo per la sopravvivenza complessiva, mentre non incide sul tempo alla progressione in corso di terapia. Non è stato dimostrato un valore predittivo dell’LDH per la risposta alla terapia angiogenica.File | Dimensione | Formato | |
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