The Breve Dicendorum Compendium, was written in an Italian rotunda and commissioned in 1477 by the Duchess Iolanda of France. The manuscript is today preserved in the National Library of the University of Turin. The treatise on philosophical-moral education was intended for and dedicated to the young son of Iolanda, Duke Philibert I of Savoy; it has attracted a fair amount of interest, since the first half of the eighteenth century, because of the three initial miniatures that illustrate it, attributed to the Burgundian artist Antoine de Lonhy. However, it has only recently been the subject of a more in-depth studies aimed at its stated pedagogical aspects. The aim of this thesis is to propose a wide-ranging treatment of the manuscript, considering the codex from a codicological, palaeographic and artistic point of view, without neglecting its didactic aspect and the social and historical context in which it was commissioned and crafted. The study and description of the manuscript’s history of conservation, of the care taken in the manufacture of the volume and in the drafting of the text, the decoration of the initial miniatures, borders and ornate capitals, all point to the close relationship between the decoration and the text, where the beauty of the ornamentation directly reflects the didactic and moral intentions set out in the treatise. The art of books and the art of illumination expressed in the Breve Dicendorum Compendium are to be better understood in their essential connection to both female aristocratic patronage and noble education at the turn of the Middle Ages and the hayday of Humanism.
Il Breve dicendorum compendium vergato in una rotunda italiana venne commissionato nel 1477 dalla Duchessa Iolanda di Francia. Il codice è oggi conservato presso Biblioteca Nazionale Università di Torino. Il trattato di educazione filosofico-morale, dedicato al giovane Duca Filiberto I di Savoia, ha riscosso un discreto interesse sin dalla metà del Diciottesimo secolo a causa delle tre miniature iniziali, attribuite all’artista borgognone Antoine de Lonhy. Tuttavia solo di recente è stato oggetto di uno studio più approfondito rivolto agli aspetti pedagogici. Con la presente Tesi si vuole proporre una trattazione di ampio respiro, considerando il codice da un punto di vista codicologico, paleografico e artistico, senza tralasciarne l’aspetto didattico e il contesto sociale e storico in cui venne commissionato e prodotto. Lo studio e la descrizione della storia conservativa del codice, della cura riposta nella fabbricazione del volume e nella stesura del testo, della decorazione delle miniature iniziali, delle bordure e dei capilettera ornati, tutti rimandano allo stretto rapporto che intercorre tra la decorazione e il testo, dove la bellezza dell’ornamentazione rispecchia direttamente gli intenti didattici e morali esposti nel trattato. L’arte libraria e l’arte della miniatura espresse nel Breve dicendorum compendium sono meglio comprese nella loro essenziale connessione sia alla committenza aristocratica femminile sia all’educazione nobiliare a cavallo tra il medioevo ed il culmine dell’Umanesimo.
Il "Breve dicendorum compendium" (ms. BNUTo D.VI.2): studio codicologico e paleografico di un codice per l'educazione nobiliare.
POTTS CONTARINI, LAVINIA ALMA ATHENA
2023/2024
Abstract
Il Breve dicendorum compendium vergato in una rotunda italiana venne commissionato nel 1477 dalla Duchessa Iolanda di Francia. Il codice è oggi conservato presso Biblioteca Nazionale Università di Torino. Il trattato di educazione filosofico-morale, dedicato al giovane Duca Filiberto I di Savoia, ha riscosso un discreto interesse sin dalla metà del Diciottesimo secolo a causa delle tre miniature iniziali, attribuite all’artista borgognone Antoine de Lonhy. Tuttavia solo di recente è stato oggetto di uno studio più approfondito rivolto agli aspetti pedagogici. Con la presente Tesi si vuole proporre una trattazione di ampio respiro, considerando il codice da un punto di vista codicologico, paleografico e artistico, senza tralasciarne l’aspetto didattico e il contesto sociale e storico in cui venne commissionato e prodotto. Lo studio e la descrizione della storia conservativa del codice, della cura riposta nella fabbricazione del volume e nella stesura del testo, della decorazione delle miniature iniziali, delle bordure e dei capilettera ornati, tutti rimandano allo stretto rapporto che intercorre tra la decorazione e il testo, dove la bellezza dell’ornamentazione rispecchia direttamente gli intenti didattici e morali esposti nel trattato. L’arte libraria e l’arte della miniatura espresse nel Breve dicendorum compendium sono meglio comprese nella loro essenziale connessione sia alla committenza aristocratica femminile sia all’educazione nobiliare a cavallo tra il medioevo ed il culmine dell’Umanesimo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/4938