Il fenomeno dei danni da fauna selvatica al comparto agricolo rappresenta un crescente problema di rilevante importanza socio-economica. Il settore corilicolo italiano risente, in particolare, del danno dovuto alla presenza del ghiro (Glis glis). Nel 2016 è stato avviato, in Alta Langa, il presente lavoro di tesi finalizzato a descrivere e valutare gli impatti attribuibili alla specie, identificare i fattori predisponenti il danno e valutare metodi gestionali in grado di favorire la convivenza tra ghiri e coricoltura. Tenendo conto dei danni periziati nelle aziende corilicole, dal 2008 al 2016, dall'Ambito Territoriale di Caccia Cuneo 5 ¿Cortemilia¿, è stata verificata, a larga scala, l'esistenza di fattori ambientali predisponenti il danno, considerando la distanza dei corileti dalle principali tipologie di bosco. A piccola scala, in 8 corileti campione è stato stimato il danno diretto dovuto alla presenza del ghiro nei corileti tramite valutazione del danno basata sul conteggio, ogni 15 giorni, delle nocciole erose dal ghiro all'interno di 3 aree di saggio quadrangolari (plot, 44 m, per un totale di 24 aree di saggio). I dati raccolti nei corileti campione sono stati utilizzati per valutare, in particolare, l'effetto delle strategie di gestione. Oltre alla stima del danno, nell'ambito dello studio è stata valutato il tasso di occupazione della specie in ambiente naturale al fine di raccogliere elementi utili a valutare le dinamiche di utilizzo dei boschi e dei corileti da parte della specie. Più in dettaglio, l'occupancy è stata valutata in 4 aree boschive campione mediante monitoraggio con cassette nido, ogni 15 giorni, disposte in ciascun sito secondo una griglia 55. I risultati hanno indicato che, a larga scala, si rileva un aumento statisticamente significativo (βbosco = 4.592e-01 ± 9.283e-02) del danno periziato quando i noccioleti si trovano in prossimità di boschi di castagno. A piccola scala, è stato invece rilevato come la proporzione di nocciole erose vari significativamente nel corso dell'estate (GLMM, βdoy = -3.41559 ± 0.22708 e βdoy^2 = 5.51944 ± 0.22097). Rispetto alle metodiche di gestione, l'attuazione di metodi ecologici indiretti ed in particolare la predisposizione di fasce di rispetto, prive di alberi, circostanti i noccioleti, è risultata in grado di determinare una riduzione significativa del danno in termini di proporzione di nocciole erose (GLMM, βfascia=-3.19922 ± 1.06849). Una riduzione del danno è stata riscontrata anche nel caso di attuazione di strategie di controllo della specie (GLMM, βprelievo= -2.0017767 ± 1.6244664), mentre i dati raccolti tramite le cassette nido hanno confermato la relazione tra la presenza della specie e il grado di copertura boschiva (βDist_ albero= -0.0146 ± 0.0108), senza tuttavia supportare l'ipotesi di elevate densità del ghiro nelle aree forestali limitrofe ai corileti. I dati raccolti durante lo studio contribuiscono a delineare un quadro complesso, per la cui risoluzione appare quanto mai opportuno mettere in atto sia strategie di prevenzione, dove possibile e differenziate a seconda dei contesti, sia di controllo numerico delle popolazioni. Quest'ultimo, tuttavia, da solo non appare risolutivo e richiede, al pari delle strategie di prevenzione, un impegno costante da parte dei corilicoltori
Il ghiro (Glis glis, Linnaeus 1766) e le colture di nocciolo in Alta Langa: valutazione del danno in relazione alla situazione ambientale e alle strategie di gestione
CIMINI, MARTA
2016/2017
Abstract
Il fenomeno dei danni da fauna selvatica al comparto agricolo rappresenta un crescente problema di rilevante importanza socio-economica. Il settore corilicolo italiano risente, in particolare, del danno dovuto alla presenza del ghiro (Glis glis). Nel 2016 è stato avviato, in Alta Langa, il presente lavoro di tesi finalizzato a descrivere e valutare gli impatti attribuibili alla specie, identificare i fattori predisponenti il danno e valutare metodi gestionali in grado di favorire la convivenza tra ghiri e coricoltura. Tenendo conto dei danni periziati nelle aziende corilicole, dal 2008 al 2016, dall'Ambito Territoriale di Caccia Cuneo 5 ¿Cortemilia¿, è stata verificata, a larga scala, l'esistenza di fattori ambientali predisponenti il danno, considerando la distanza dei corileti dalle principali tipologie di bosco. A piccola scala, in 8 corileti campione è stato stimato il danno diretto dovuto alla presenza del ghiro nei corileti tramite valutazione del danno basata sul conteggio, ogni 15 giorni, delle nocciole erose dal ghiro all'interno di 3 aree di saggio quadrangolari (plot, 44 m, per un totale di 24 aree di saggio). I dati raccolti nei corileti campione sono stati utilizzati per valutare, in particolare, l'effetto delle strategie di gestione. Oltre alla stima del danno, nell'ambito dello studio è stata valutato il tasso di occupazione della specie in ambiente naturale al fine di raccogliere elementi utili a valutare le dinamiche di utilizzo dei boschi e dei corileti da parte della specie. Più in dettaglio, l'occupancy è stata valutata in 4 aree boschive campione mediante monitoraggio con cassette nido, ogni 15 giorni, disposte in ciascun sito secondo una griglia 55. I risultati hanno indicato che, a larga scala, si rileva un aumento statisticamente significativo (βbosco = 4.592e-01 ± 9.283e-02) del danno periziato quando i noccioleti si trovano in prossimità di boschi di castagno. A piccola scala, è stato invece rilevato come la proporzione di nocciole erose vari significativamente nel corso dell'estate (GLMM, βdoy = -3.41559 ± 0.22708 e βdoy^2 = 5.51944 ± 0.22097). Rispetto alle metodiche di gestione, l'attuazione di metodi ecologici indiretti ed in particolare la predisposizione di fasce di rispetto, prive di alberi, circostanti i noccioleti, è risultata in grado di determinare una riduzione significativa del danno in termini di proporzione di nocciole erose (GLMM, βfascia=-3.19922 ± 1.06849). Una riduzione del danno è stata riscontrata anche nel caso di attuazione di strategie di controllo della specie (GLMM, βprelievo= -2.0017767 ± 1.6244664), mentre i dati raccolti tramite le cassette nido hanno confermato la relazione tra la presenza della specie e il grado di copertura boschiva (βDist_ albero= -0.0146 ± 0.0108), senza tuttavia supportare l'ipotesi di elevate densità del ghiro nelle aree forestali limitrofe ai corileti. I dati raccolti durante lo studio contribuiscono a delineare un quadro complesso, per la cui risoluzione appare quanto mai opportuno mettere in atto sia strategie di prevenzione, dove possibile e differenziate a seconda dei contesti, sia di controllo numerico delle popolazioni. Quest'ultimo, tuttavia, da solo non appare risolutivo e richiede, al pari delle strategie di prevenzione, un impegno costante da parte dei corilicoltoriFile | Dimensione | Formato | |
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