Santa Ana de Chipaya es una pequeña comunidad situada en Bolivia, en el Departamento de Oruro, a pocos kilómetros de la frontera con Chile, habitada por las y los descendientes de grupos trashumantes Uru que vivían en los territorios hoy situados a los dos lados de la frontera. El presente documento analiza el origen histórico y mítico de las poblaciones de Uru-Chipaya y, en particular, los procesos migratorios que han caracterizado a estas poblaciones desde siempre, apoyando la hipótesis que las actuales migraciones hacia Chile sean una revitalización y reivindicación de lo que era su antiguo territorio. En particular, se propone la movilidad, el movimiento, la migración, como un rasgo cultural de las y de los Uru-Chipaya, tanto en la organización del territorio y de la agricultura – que es, de hecho, una agricultura trashumante – que en su memoria colectiva; los lugares de las migraciones contemporáneas son los mismos que los vientos, personificados en los cuentos Chipaya, recorren en sus carreras desde las costas chilenas hasta las pampas de Aullagas. La entidad de las migraciones actuales conduce inevitablemente a grandes cambios en la población de Santa Ana de Chipaya, lo que hace que las y los Chipaya se consideren de hecho una comunidad transfronteriza, incluyendo tanto quien vive en Santa Ana como quien reside en Chile, así como al pequeño número de Chipaya que elige otros lugares de migración. Las estrategias que las y los Chipaya adoptan para mantener la unidad de la comunidad son múltiples y van desde el plano simbólico – los lugares de migración son los mismos conocidos por las antiguas y los antiguos Chipaya y son, por lo tanto, familiares – al plan de la organización política y social. El sistema de las autoridades tradicionales establece que es deber de cada miembro de la comunidad asumir el papel de Hilacata; esto significa que las y los Chipaya residentes afuera de Santa Ana, en el momento que son elegidos por la comunidad, tienen que volver para cumplir su compromiso, hecho que contribuye a la revitalización de relaciones sociales y familiares ya existentes y a la creación de nuevas. Otros momentos fundamentales de cohesión y de regreso a Santa Ana son las fiestas tradicionales, acompañadas de nuevas y recientes ocasiones de unión, primero entre todo el campeonato deportivo, que ve la reunificación de las distintas familias y su participación en lo que es, de hecho, una nueva fiesta comunitaria. Las migraciones no sólo tienen un fuerte impacto en las relaciones con las y los migrantes y en la unidad de la comunidad, sino también en la organización misma de Santa Ana, ya que la comunidad es habitada durante buena parte del año sólo por jóvenes y por mujeres, lo que conduce inevitablemente a la reconfiguración de los roles y de las relaciones sociales y de poder.

Santa Ana de Chipaya è una piccola comunità situata in Bolivia, nel Dipartimento di Oruro, a pochi chilometri dalla frontiera con il Cile, abitata dalle e dai discendenti di gruppi transumanti Uru che vivevano muovendosi nei territori oggi collocati ai due lati della frontiera. Il presente elaborato ripercorre l'origine storica e mitica delle e degli Uru-Chipaya, con particolare riferimento ai processi migratori che caratterizzano da sempre queste popolazioni, sostenendo l'ipotesi che le attuali migrazioni verso il Cile siano una rivitalizzazione e rivendicazione di quello che era il loro antico territorio. In particolare, si propone la mobilità, il movimento, la migrazione, come un tratto culturale delle e degli Uru-Chipaya, riscontrabile tanto nell'organizzazione del loro territorio e della loro agricoltura – che è, di fatto, un'agricoltura transumante – che nella loro memoria collettiva; i luoghi delle migrazioni contemporanee sono infatti gli stessi che i venti, personificati nei racconti Chipaya, percorrono nelle loro corse dalla costa cilena alle pampas de Aullagas. L'entità delle attuali migrazioni porta inevitabilmente a grandi cambiamenti nell'abitato di Santa Ana de Chipaya, portando le e i Chipaya a considerarsi di fatto una comunità transfrontaliera, comprendente tanto chi vive a Santa Ana quanto chi è residente in Cile, oltre all'esiguo numero di Chipaya che sceglie altri luoghi di migrazione. Le strategie che le e i Chipaya mettono in campo per mantenere l'unità della comunità sono molteplici e vanno dal piano simbolico – i luoghi di migrazione sono gli stessi luoghi conosciuti dalle antiche e dagli antichi Chipaya e sono, quindi, familiari – a quello dell'organizzazione politica e sociale. Il sistema delle autorità tradizionali prevede che sia dovere di ogni membro della comunità coprire il ruolo di Hilacata; questo significa che le e i Chipaya residenti fuori da Santa Ana, nel momento in cui vengono scelti dalla comunità, devono tornare per compiere il loro dovere, il che contribuisce, ovviamente, alla rivitalizzazione di relazioni sociali e di parentela già esistenti, e alla creazione di nuove. Altri fondamentali momenti di coesione e di ritorno a Santa Ana sono le feste tradizionali, accompagnate da nuove e recenti occasioni di unione, primo tra tutte il campionato sportivo, che vede il ricongiungimento delle varie famiglie e la loro partecipazione a quella che è, di fatto, una nuova festa comunitaria. Le migrazioni non hanno un forte impatto solo sulle relazioni con le e i migranti e sull'unità della comunità, ma anche sull'organizzazione stessa di Santa Ana; la comunità infatti si trova ad essere abitata, per una buona parte dell'anno, soltanto da giovani e donne, il che inevitabilmente porta a riconfigurazione dei ruoli e delle relazioni sociali e di potere.

Camminando sui sentieri dei soqos. Migrazioni, strategie di mantenimento della comunità e nuove configurazioni sociali a Santa Ana de Chipaya Recorriendo los caminos de los soqos.

CARDANO, ELENA
2018/2019

Abstract

Santa Ana de Chipaya è una piccola comunità situata in Bolivia, nel Dipartimento di Oruro, a pochi chilometri dalla frontiera con il Cile, abitata dalle e dai discendenti di gruppi transumanti Uru che vivevano muovendosi nei territori oggi collocati ai due lati della frontiera. Il presente elaborato ripercorre l'origine storica e mitica delle e degli Uru-Chipaya, con particolare riferimento ai processi migratori che caratterizzano da sempre queste popolazioni, sostenendo l'ipotesi che le attuali migrazioni verso il Cile siano una rivitalizzazione e rivendicazione di quello che era il loro antico territorio. In particolare, si propone la mobilità, il movimento, la migrazione, come un tratto culturale delle e degli Uru-Chipaya, riscontrabile tanto nell'organizzazione del loro territorio e della loro agricoltura – che è, di fatto, un'agricoltura transumante – che nella loro memoria collettiva; i luoghi delle migrazioni contemporanee sono infatti gli stessi che i venti, personificati nei racconti Chipaya, percorrono nelle loro corse dalla costa cilena alle pampas de Aullagas. L'entità delle attuali migrazioni porta inevitabilmente a grandi cambiamenti nell'abitato di Santa Ana de Chipaya, portando le e i Chipaya a considerarsi di fatto una comunità transfrontaliera, comprendente tanto chi vive a Santa Ana quanto chi è residente in Cile, oltre all'esiguo numero di Chipaya che sceglie altri luoghi di migrazione. Le strategie che le e i Chipaya mettono in campo per mantenere l'unità della comunità sono molteplici e vanno dal piano simbolico – i luoghi di migrazione sono gli stessi luoghi conosciuti dalle antiche e dagli antichi Chipaya e sono, quindi, familiari – a quello dell'organizzazione politica e sociale. Il sistema delle autorità tradizionali prevede che sia dovere di ogni membro della comunità coprire il ruolo di Hilacata; questo significa che le e i Chipaya residenti fuori da Santa Ana, nel momento in cui vengono scelti dalla comunità, devono tornare per compiere il loro dovere, il che contribuisce, ovviamente, alla rivitalizzazione di relazioni sociali e di parentela già esistenti, e alla creazione di nuove. Altri fondamentali momenti di coesione e di ritorno a Santa Ana sono le feste tradizionali, accompagnate da nuove e recenti occasioni di unione, primo tra tutte il campionato sportivo, che vede il ricongiungimento delle varie famiglie e la loro partecipazione a quella che è, di fatto, una nuova festa comunitaria. Le migrazioni non hanno un forte impatto solo sulle relazioni con le e i migranti e sull'unità della comunità, ma anche sull'organizzazione stessa di Santa Ana; la comunità infatti si trova ad essere abitata, per una buona parte dell'anno, soltanto da giovani e donne, il che inevitabilmente porta a riconfigurazione dei ruoli e delle relazioni sociali e di potere.
SPA
Santa Ana de Chipaya es una pequeña comunidad situada en Bolivia, en el Departamento de Oruro, a pocos kilómetros de la frontera con Chile, habitada por las y los descendientes de grupos trashumantes Uru que vivían en los territorios hoy situados a los dos lados de la frontera. El presente documento analiza el origen histórico y mítico de las poblaciones de Uru-Chipaya y, en particular, los procesos migratorios que han caracterizado a estas poblaciones desde siempre, apoyando la hipótesis que las actuales migraciones hacia Chile sean una revitalización y reivindicación de lo que era su antiguo territorio. En particular, se propone la movilidad, el movimiento, la migración, como un rasgo cultural de las y de los Uru-Chipaya, tanto en la organización del territorio y de la agricultura – que es, de hecho, una agricultura trashumante – que en su memoria colectiva; los lugares de las migraciones contemporáneas son los mismos que los vientos, personificados en los cuentos Chipaya, recorren en sus carreras desde las costas chilenas hasta las pampas de Aullagas. La entidad de las migraciones actuales conduce inevitablemente a grandes cambios en la población de Santa Ana de Chipaya, lo que hace que las y los Chipaya se consideren de hecho una comunidad transfronteriza, incluyendo tanto quien vive en Santa Ana como quien reside en Chile, así como al pequeño número de Chipaya que elige otros lugares de migración. Las estrategias que las y los Chipaya adoptan para mantener la unidad de la comunidad son múltiples y van desde el plano simbólico – los lugares de migración son los mismos conocidos por las antiguas y los antiguos Chipaya y son, por lo tanto, familiares – al plan de la organización política y social. El sistema de las autoridades tradicionales establece que es deber de cada miembro de la comunidad asumir el papel de Hilacata; esto significa que las y los Chipaya residentes afuera de Santa Ana, en el momento que son elegidos por la comunidad, tienen que volver para cumplir su compromiso, hecho que contribuye a la revitalización de relaciones sociales y familiares ya existentes y a la creación de nuevas. Otros momentos fundamentales de cohesión y de regreso a Santa Ana son las fiestas tradicionales, acompañadas de nuevas y recientes ocasiones de unión, primero entre todo el campeonato deportivo, que ve la reunificación de las distintas familias y su participación en lo que es, de hecho, una nueva fiesta comunitaria. Las migraciones no sólo tienen un fuerte impacto en las relaciones con las y los migrantes y en la unidad de la comunidad, sino también en la organización misma de Santa Ana, ya que la comunidad es habitada durante buena parte del año sólo por jóvenes y por mujeres, lo que conduce inevitablemente a la reconfiguración de los roles y de las relaciones sociales y de poder.
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