This is a socio-linguistic thesis, which deals with a qualitative analysis of the Report of the Fourth World Conference on Women, which took place in Beijing in 1995. The French and Arabic versions of this text are examined. The approach adopted is primarily terminological, and is focused, specifically, on the translation of the term ¿gender¿ in the two versions of the text, in order to analyse in what form the political discourse has spread in the multilingual context of the United Nations. The thesis is substantially divided into three parts, the first dedicated to the historical excursus which aims to clarify what is meant by ¿gender¿, a term born in the Anglo-American context, and at the same time what is meant by ¿gender issues¿, a concept born in Europe after the French Revolution, when there was still no word for ¿gender¿. The second part is devoted to the methodology used and to the analysis of the texts, that is the core of the thesis. The methodology starts from the terminological and translatological analysis to arrive at the analysis of the political discourse conveyed during the Beijing Conference. The terms used by the actors, taken as a reference, in fact, represent the spectrum through which it is possible to analyse the political discourse that they produce in their respective contexts and domestic policies. For this reason, it is also interesting to note the legal implications regarding social rights. This theme is dealt with in the last part of the thesis, dedicated to a case study, the Moroccan one, in order to observe if and how the discourse conveyed during the Conference had implications on the domestic policies of Morocco regarding the juridical status of the woman. In this regard, the texts examined are the Moroccan Constitution of 2011 and the Moudawana of 2004. The research hypothesis is that the two linguistic contexts analysed, in 1995, were very similar with regard to gender issues and this hypothesis is partly confirmed, since the cross terminology analysis conducted on the merits of the translation of the Report of the fourth Beijing Conference, shows the existence of numerous contact points between the French and the Arabic versions. In particular, we note the presence of zero equivalences, or the absence of corresponding terms in two languages, and of amplifications, useful to explain ambiguous concepts or to give definitions of concepts that do not exist in the target language. However, from 1995 to the present day, many progress have been made, not only in the so-called "western world", but also in the "Arab-Muslim world", in particular since the early 2000s. The observation of the Moroccan case study gives proof of these improvements, both from a terminological and a legal point of view, although many issues still remain problematic and there is much room for progress. Since these are processes and phenomena still in progress, this thesis is a picture, a starting point to analyse the gender discourse, in the context of multilingual terminology, with particular regard to the Arabic-speaking context.
Si tratta di una tesi contrastiva dal taglio socio-linguistico, che parte da un'analisi qualitativa del Rapporto della quarta Conferenza mondiale sulle donne, che si è svolta a Pechino nel 1995; del Rapporto vengono esaminate le versioni in francese e in arabo. L'analisi condotta è in primo luogo terminologica, ed è focalizzata, nello specifico, sulla traduzione del termine ¿gender¿ nelle due versioni del testo, al fine di analizzare sotto quale forma si è diffuso il discorso politico nel contesto multilingue delle Nazioni Unite. La tesi è divisa sostanzialmente in tre parti, la prima dedicata all'excursus storico che ha l'obiettivo di chiarificare cosa s'intende per ¿gender¿, termine nato nel contesto angloamericano, e allo stesso tempo cosa si intende per ¿questioni di genere¿, concetto nato in Europa dopo la Rivoluzione Francese, quando ancora non si parlava propriamente di ¿genere¿. La seconda parte è dedicata alla metodologia impiegata e all'analisi dei testi, il centro della tesi. La metodologia parte dall'analisi terminologica e traduttologica per arrivare all'analisi del discorso politico veicolato durante la Conferenza di Pechino. I termini utilizzati dagli attori presi come riferimento, infatti, rappresentano lo spettro attraverso il quale è possibile analizzare il discorso politico che essi producono nei rispettivi contesti e nelle politiche domestiche. Per questo è interessante notare anche i risvolti giuridici in merito ai diritti sociali. Questo tema è trattato nell'ultima parte della tesi, dedicata a un caso studio, quello marocchino, al fine di osservare se e in che modo il discorso veicolato durante la Conferenza abbia avuto dei risvolti sulle politiche domestiche del Marocco nel merito dello statuto giuridico della donna. A tal proposito, i testi esaminati sono la Costituzione marocchina del 2011 e la Moudawana del 2004. L'ipotesi di ricerca è che i due contesti linguistici analizzati, nel 1995, fossero molto simili riguardo alle questioni di genere e in parte quest'ipotesi viene confermata, dal momento che l'analisi terminologica incrociata condotta nel merito della traduzione del Rapporto della quarta Conferenza di Pechino, mostra l'esistenza di numerosi punti di contatto tra la versione francese e quella araba. In particolare, notiamo la presenza di equivalenze zero, ovvero l'assenza di termini corrispondenti in due lingue, e di amplificazioni, utili a esplicitare concetti ambigui o a dare definizioni di concetti non esistenti nella lingua di arrivo. Tuttavia, dal 1995 a oggi, sono stati compiuti numerosi passi avanti, non solo nel cosiddetto ¿mondo occidentale¿, ma anche nel ¿mondo arabo-musulmano¿, in particolare a partire dai primi anni 2000. L'osservazione del caso studio marocchino dà prova di questi miglioramenti, sia dal punto di vista terminologico che giuridico, sebbene molte questioni rimangano ancora problematiche e vi sia ampio margine di avanzamento. Trattandosi di processi e fenomeni ancora in corso, questa tesi è un aperçu, un punto di partenza dal quale partire verso l'analisi del discorso di genere, nell'ambito della terminologia multilingue, con particolare riguardo al contesto arabofono.
La traduzione del termine "gender" in francese e in arabo: un'analisi linguistico-giuridica di documenti dell'ONU
BECCU, ANNA GRAZIA
2018/2019
Abstract
Si tratta di una tesi contrastiva dal taglio socio-linguistico, che parte da un'analisi qualitativa del Rapporto della quarta Conferenza mondiale sulle donne, che si è svolta a Pechino nel 1995; del Rapporto vengono esaminate le versioni in francese e in arabo. L'analisi condotta è in primo luogo terminologica, ed è focalizzata, nello specifico, sulla traduzione del termine ¿gender¿ nelle due versioni del testo, al fine di analizzare sotto quale forma si è diffuso il discorso politico nel contesto multilingue delle Nazioni Unite. La tesi è divisa sostanzialmente in tre parti, la prima dedicata all'excursus storico che ha l'obiettivo di chiarificare cosa s'intende per ¿gender¿, termine nato nel contesto angloamericano, e allo stesso tempo cosa si intende per ¿questioni di genere¿, concetto nato in Europa dopo la Rivoluzione Francese, quando ancora non si parlava propriamente di ¿genere¿. La seconda parte è dedicata alla metodologia impiegata e all'analisi dei testi, il centro della tesi. La metodologia parte dall'analisi terminologica e traduttologica per arrivare all'analisi del discorso politico veicolato durante la Conferenza di Pechino. I termini utilizzati dagli attori presi come riferimento, infatti, rappresentano lo spettro attraverso il quale è possibile analizzare il discorso politico che essi producono nei rispettivi contesti e nelle politiche domestiche. Per questo è interessante notare anche i risvolti giuridici in merito ai diritti sociali. Questo tema è trattato nell'ultima parte della tesi, dedicata a un caso studio, quello marocchino, al fine di osservare se e in che modo il discorso veicolato durante la Conferenza abbia avuto dei risvolti sulle politiche domestiche del Marocco nel merito dello statuto giuridico della donna. A tal proposito, i testi esaminati sono la Costituzione marocchina del 2011 e la Moudawana del 2004. L'ipotesi di ricerca è che i due contesti linguistici analizzati, nel 1995, fossero molto simili riguardo alle questioni di genere e in parte quest'ipotesi viene confermata, dal momento che l'analisi terminologica incrociata condotta nel merito della traduzione del Rapporto della quarta Conferenza di Pechino, mostra l'esistenza di numerosi punti di contatto tra la versione francese e quella araba. In particolare, notiamo la presenza di equivalenze zero, ovvero l'assenza di termini corrispondenti in due lingue, e di amplificazioni, utili a esplicitare concetti ambigui o a dare definizioni di concetti non esistenti nella lingua di arrivo. Tuttavia, dal 1995 a oggi, sono stati compiuti numerosi passi avanti, non solo nel cosiddetto ¿mondo occidentale¿, ma anche nel ¿mondo arabo-musulmano¿, in particolare a partire dai primi anni 2000. L'osservazione del caso studio marocchino dà prova di questi miglioramenti, sia dal punto di vista terminologico che giuridico, sebbene molte questioni rimangano ancora problematiche e vi sia ampio margine di avanzamento. Trattandosi di processi e fenomeni ancora in corso, questa tesi è un aperçu, un punto di partenza dal quale partire verso l'analisi del discorso di genere, nell'ambito della terminologia multilingue, con particolare riguardo al contesto arabofono.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/49190