The aim of the thesis is to discuss the multinational issue of Bosnia and Herzegovina, former republic within Yugoslavia, that still struggles to stabilise despite the end of the civil war. In the 1990s, the republics of Croatia, Slovenia, Macedonia and the Serbian region of Kosovo declared their independence from Yugoslavia for nationalistic reasons with the opposition of the central government. However, one of the worst wars since the end of World War II occurred during the Bosnian war from 1992 to 1995. The population of Bosnia, of common Slavic origin, is divided into three main ethnic groups: the Croatian ethnic group, the least populous and mostly Catholic; the Serbian ethnic group, mostly Christian Orthodox; the Bosniak ethnic group, the most represented and Muslim. The origins of the multi-ethnic presence in Bosnia are related to the occupation of the area by many peoples throughout history. It was called Dalmatia during the Roman era, and in the Middle Age it became part of the Byzantine Empire, then it was disputed between the first Slavic peoples and the Hungarians until the 15th century, with its annexation to the Ottoman Empire shortly after the Turks took Constantinople. In the 20th century, Bosnia became a province of the Austro-Hungarian Empire and with the rise of the nationalism, it joined the Kingdom of Yugoslavia soon after the Great War. From 1945, it became one of the six republics that made up the newly formed Tito's Socialist Federal Republic. Bosnia's declaration of independence in 1992 caused a violent reaction from the ethnic Bosnian Serbs: after three years of fighting there were hundreds of thousands of victims and almost 3 million refugees. NATO military intervention and the Dayton Accords of 1995 stated the independence of the republic of Bosnia and Herzegovina, with a strong decentralisation to ensure a peaceful coexistence between peoples guaranteed also by the presence of international representatives. However, nationalist and secessionist political parties from all ethnic groups are still strong, and threaten the integrity of a country economically weak.

L’obiettivo della tesi proposta è di affrontare la questione multinazionale della Bosnia-Erzegovina, un Paese che è stato parte integrante della Jugoslavia e che ancora oggi fa fatica a stabilizzarsi, nonostante la fine della guerra civile. Negli anni Novanta del Novecento, in occasione delle guerre di indipendenza jugoslave, le repubbliche federate di Croazia, Slovenia, Macedonia e, più in là, la regione serba del Kosovo, per ragioni nazionalistiche dichiarano la loro uscita dalla Jugoslavia non senza opposizione. Tuttavia, è proprio durante la secessione bosniaca, avvenuta tra il 1992 e il 1995, che si verifica uno dei conflitti più sanguinosi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. La popolazione della Bosnia, infatti, sebbene di comune origine slava, è divisa in tre principali etnie di cultura e religione diversa: l’etnia croata, la meno popolosa e per lo più cattolica; l’etnia serba, in gran parte cristiano-ortodossa; l’etnia bosgnacca, la più rappresentata e di religione mussulmana. Le origini della presenza multietnica in Bosnia sono attribuite alle occupazioni del territorio di numerosi popoli nel corso della storia. Già provincia Dalmatia dell’Impero Romano, durante il Medioevo passa sotto il dominio dei bizantini nell’Impero d’Oriente, poi viene contesa tra i primi popoli slavi e gli ungheresi fino alla metà del XV secolo, con la sua annessione all’Impero Ottomano poco dopo la presa di Costantinopoli dei turchi. Nel XX secolo, la Bosnia diventa una provincia dell’Impero Austro-Ungarico e, con l’inasprirsi del nazionalismo anti-viennese, si unisce al Regno di Jugoslavia subito dopo la Grande Guerra. Dal 1945, diventa una delle sei repubbliche che compongono la neonata Repubblica Socialista Federale di Tito. La dichiarazione di indipendenza della Bosnia del 1992 causa una reazione violenta dell’etnia serbo-bosniaca: dopo tre anni di scontri, e un Paese totalmente distrutto, le vittime sono centinaia di migliaia e i profughi quasi 3 milioni. L’intervento militare NATO e gli accordi di Dayton del 1995 sanciscono l’indipendenza della repubblica, seppur con una forte decentralizzazione, in favore di una pacifica convivenza tra i popoli garantita anche dalla presenza di rappresentanti internazionali. Tuttavia, negli anni a venire, si assiste a prese di posizione nazionalistica e secessionistica da parte della classe politica delle varie etnie che mettono a dura prova l’integrità di una Bosnia già danneggiata economicamente.

Bosnia ed Erzegovina: una questione complessa (1991-1995)

DIAFERIO, MICHELE ANDREA
2023/2024

Abstract

L’obiettivo della tesi proposta è di affrontare la questione multinazionale della Bosnia-Erzegovina, un Paese che è stato parte integrante della Jugoslavia e che ancora oggi fa fatica a stabilizzarsi, nonostante la fine della guerra civile. Negli anni Novanta del Novecento, in occasione delle guerre di indipendenza jugoslave, le repubbliche federate di Croazia, Slovenia, Macedonia e, più in là, la regione serba del Kosovo, per ragioni nazionalistiche dichiarano la loro uscita dalla Jugoslavia non senza opposizione. Tuttavia, è proprio durante la secessione bosniaca, avvenuta tra il 1992 e il 1995, che si verifica uno dei conflitti più sanguinosi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. La popolazione della Bosnia, infatti, sebbene di comune origine slava, è divisa in tre principali etnie di cultura e religione diversa: l’etnia croata, la meno popolosa e per lo più cattolica; l’etnia serba, in gran parte cristiano-ortodossa; l’etnia bosgnacca, la più rappresentata e di religione mussulmana. Le origini della presenza multietnica in Bosnia sono attribuite alle occupazioni del territorio di numerosi popoli nel corso della storia. Già provincia Dalmatia dell’Impero Romano, durante il Medioevo passa sotto il dominio dei bizantini nell’Impero d’Oriente, poi viene contesa tra i primi popoli slavi e gli ungheresi fino alla metà del XV secolo, con la sua annessione all’Impero Ottomano poco dopo la presa di Costantinopoli dei turchi. Nel XX secolo, la Bosnia diventa una provincia dell’Impero Austro-Ungarico e, con l’inasprirsi del nazionalismo anti-viennese, si unisce al Regno di Jugoslavia subito dopo la Grande Guerra. Dal 1945, diventa una delle sei repubbliche che compongono la neonata Repubblica Socialista Federale di Tito. La dichiarazione di indipendenza della Bosnia del 1992 causa una reazione violenta dell’etnia serbo-bosniaca: dopo tre anni di scontri, e un Paese totalmente distrutto, le vittime sono centinaia di migliaia e i profughi quasi 3 milioni. L’intervento militare NATO e gli accordi di Dayton del 1995 sanciscono l’indipendenza della repubblica, seppur con una forte decentralizzazione, in favore di una pacifica convivenza tra i popoli garantita anche dalla presenza di rappresentanti internazionali. Tuttavia, negli anni a venire, si assiste a prese di posizione nazionalistica e secessionistica da parte della classe politica delle varie etnie che mettono a dura prova l’integrità di una Bosnia già danneggiata economicamente.
Bosnia and Herzegovina: a complex matter (1991-1995)
The aim of the thesis is to discuss the multinational issue of Bosnia and Herzegovina, former republic within Yugoslavia, that still struggles to stabilise despite the end of the civil war. In the 1990s, the republics of Croatia, Slovenia, Macedonia and the Serbian region of Kosovo declared their independence from Yugoslavia for nationalistic reasons with the opposition of the central government. However, one of the worst wars since the end of World War II occurred during the Bosnian war from 1992 to 1995. The population of Bosnia, of common Slavic origin, is divided into three main ethnic groups: the Croatian ethnic group, the least populous and mostly Catholic; the Serbian ethnic group, mostly Christian Orthodox; the Bosniak ethnic group, the most represented and Muslim. The origins of the multi-ethnic presence in Bosnia are related to the occupation of the area by many peoples throughout history. It was called Dalmatia during the Roman era, and in the Middle Age it became part of the Byzantine Empire, then it was disputed between the first Slavic peoples and the Hungarians until the 15th century, with its annexation to the Ottoman Empire shortly after the Turks took Constantinople. In the 20th century, Bosnia became a province of the Austro-Hungarian Empire and with the rise of the nationalism, it joined the Kingdom of Yugoslavia soon after the Great War. From 1945, it became one of the six republics that made up the newly formed Tito's Socialist Federal Republic. Bosnia's declaration of independence in 1992 caused a violent reaction from the ethnic Bosnian Serbs: after three years of fighting there were hundreds of thousands of victims and almost 3 million refugees. NATO military intervention and the Dayton Accords of 1995 stated the independence of the republic of Bosnia and Herzegovina, with a strong decentralisation to ensure a peaceful coexistence between peoples guaranteed also by the presence of international representatives. However, nationalist and secessionist political parties from all ethnic groups are still strong, and threaten the integrity of a country economically weak.
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