Riche d'une vieille tradition catholique liée au patrimoine historique de l'Italie, l'activité de l'Eglise catholique a des ramifications dans la vie sociale, culturelle, politique, économique et religieuse du pays. Les rapports entre le Saint-Siège et l'Etat italien sont régis par les accords de Latran signés le 11 février 1929 et par ceux de villa Madama de 1984 qui mettent fin au statut particulier de l'Eglise. Cependant le paysage religieux italien est riche et diversifié. La liberté de culte est assurée par la Constitution et les rapports entre l'Etat et les religions non catholiques font l'objet d'¿ententes¿ signées entre les parties. Dans ce contexte général l'islam arrive comme seconde religion pratiquée en Italie due aux successives vagues d'immigration mais dont la présence n'est toujours pas institutionnalisée. La recherche que nous avons entreprise au Centre islamique culturel d'Italie sous forme de monographie retrace la nécessité de reconnaissance officielle de l'islam d'Italie à travers une approche sociologique: la religion comme facteur d'intégration sociale et d'affirmation d'une identité collective, théorie soutenue principalement par Emile Durkheim. Le travail de terrain accompli auprès des fidèles de la Grande Mosquée de Rome nous montre comment l'islam d'Italie -donc le religieux- est à la fois un facteur d'intégration sociale mais aussi de crise identitaire de certains immigrés musulmans. L'intégration via la mosquée -dans ce cas la Grande Mosquée de Rome- est limitée, une integration ¿par le haut¿ à travers une institutionnalisation de l'islam d'Italie est necessaire pour une integration plus complète. La monographie du Centre Islamique de Rome montre en quoi il peut être considéré comme un partenaire privilégié -mais pas unique- pour signer l'intesa avec l'Etat, système qui doit être revu pour assurer une équité entre les différentes confessions présentes en Italie. C'est à ces questions et à d'autres que tentera de répondre cette recherche qui, à partir d'un cas d'étude particulier essaye de s'insérer dans un cadre plus général à savoir celui de l'islam d'Italie.
L'Italia è un paese che gode di una tradizione religiosa cattolica dovuta al suo patrimonio storico. La chiesa cattolica appunto è affermata nella vita sociale, culturale, politica, economica e religiosa del paese. I rapporti tra la Santa Sede e lo Stato italiano si basano sui Patti Lateranensi del 11 Febbraio 1929 e sull'accordo di Villa Madama del 1984 che mette fine in un certo senso allo status particolare della Chiesa. Tuttavia il panorama religiosa italiano è ricco e diversificato. La libertà di culto è assicurata dalla Costituzione che determina i rapporti tra lo Stato e le religioni acattoliche che sono oggetto di intese firmate dalle parti. In questo contesto generale l'islam viene come seconda religione in Italia in seguito alle succesive ondate migratorie ma fino ad oggi non è stata firmata nessuna intesa tra lo Stato e la confessione in questione, sottolineando che la medesima può essere firmata da qualsiasi organizzazione o gruppo che rappresenti l'islam d'Italia. Il lavoro svolto presso il centro islamico di Roma sotto forma di monografia segna la necessité del riconoscimento ufficiale dell'islam d'Italia attraverso un approcio sociologico: la religione come fattore d'integrazione sociale e di affermazione dell'identità collettiva, teoria sostenuta principalmente da Emile Durkheim. Il lavoro di campo compiuto presso i fedeli della grande moschea d'Italia dimostra come l'islam d'Italia- quindi il religiosa- è un fattore di integrazione sociale ma anche di crisi identitaria di certi immigrati musulmani. L'integrazione via la moschea- in questo caso la grande moschea di Roma- è limitata, una integrazione ¿dall'alto¿ attraverso l'istituzionalizzazione dell'islam d'Italia è necessaria per una integrazione completa. La monografia del centro islamico di Roma mostra come questo medesimo potrebbe essere considerato come un interlocutore privilegiato- ma non unico- per firmare l'intesa con lo Stato, sistema che dovrebbe essere aggiornato per garantire l'equità tra le diverse confessioni presenti in Italia. La nostra ricerca cercherà di rispondere a queste domande e ad altre, quindi a partire da un caso di studio ossia del centro islamico di Roma ci inseriremo in un argomento più ampio ovvero quello dell'islam d'Italia.
Intesa o attesa? Il centro islamico culturale d'Italia si organizza per l'istituzionalizzazione dell'islam d'Italia
EL COUHEN, SARAH
2017/2018
Abstract
L'Italia è un paese che gode di una tradizione religiosa cattolica dovuta al suo patrimonio storico. La chiesa cattolica appunto è affermata nella vita sociale, culturale, politica, economica e religiosa del paese. I rapporti tra la Santa Sede e lo Stato italiano si basano sui Patti Lateranensi del 11 Febbraio 1929 e sull'accordo di Villa Madama del 1984 che mette fine in un certo senso allo status particolare della Chiesa. Tuttavia il panorama religiosa italiano è ricco e diversificato. La libertà di culto è assicurata dalla Costituzione che determina i rapporti tra lo Stato e le religioni acattoliche che sono oggetto di intese firmate dalle parti. In questo contesto generale l'islam viene come seconda religione in Italia in seguito alle succesive ondate migratorie ma fino ad oggi non è stata firmata nessuna intesa tra lo Stato e la confessione in questione, sottolineando che la medesima può essere firmata da qualsiasi organizzazione o gruppo che rappresenti l'islam d'Italia. Il lavoro svolto presso il centro islamico di Roma sotto forma di monografia segna la necessité del riconoscimento ufficiale dell'islam d'Italia attraverso un approcio sociologico: la religione come fattore d'integrazione sociale e di affermazione dell'identità collettiva, teoria sostenuta principalmente da Emile Durkheim. Il lavoro di campo compiuto presso i fedeli della grande moschea d'Italia dimostra come l'islam d'Italia- quindi il religiosa- è un fattore di integrazione sociale ma anche di crisi identitaria di certi immigrati musulmani. L'integrazione via la moschea- in questo caso la grande moschea di Roma- è limitata, una integrazione ¿dall'alto¿ attraverso l'istituzionalizzazione dell'islam d'Italia è necessaria per una integrazione completa. La monografia del centro islamico di Roma mostra come questo medesimo potrebbe essere considerato come un interlocutore privilegiato- ma non unico- per firmare l'intesa con lo Stato, sistema che dovrebbe essere aggiornato per garantire l'equità tra le diverse confessioni presenti in Italia. La nostra ricerca cercherà di rispondere a queste domande e ad altre, quindi a partire da un caso di studio ossia del centro islamico di Roma ci inseriremo in un argomento più ampio ovvero quello dell'islam d'Italia.File | Dimensione | Formato | |
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