La tesi prende in esame diverse tematiche, dalla città latinoamericana al quartiere informale; dalla produzione dello spazio attraverso il medium costruttivo dell'abitazione alla casa come luogo e spazio dell'esserci e dell'abitare. Inizialmente, partendo dalla descrizione della città informale si sono tracciate le fila teoriche della sua conformazione e delle sue peculiarità, attraverso il concetto di informale si sono tenute in considerazione diversi variabili che incidono sul percorso abitativo tra cui le dinamiche processuali dei 'barrios' informali, che rappresentano un luogo e spazio in continuo cambiamento e costruzione. Assumendo lo sguardo dell'informalità, come logica organizzatrice, ho cercato di contestualizzare la nascita, la formazione e il consolidamento dei quartieri de La Roldós e Pisulí a Quito. È stato preso in analisi l'aspetto performativo dell'autocostruzione delle case, procedimento graduale di acquisizione di un terreno che coinvolge la produzione e costruzione della casa e creazione dei propri luoghi significativi. Ciò è stato raccontato dalle parole di coloro che ho seguito all'interno delle proprie abitazioni, testimoni attivi di un lungo procedimento di definizione dello spazio. Le case, nucleo narrativo della tesi, sono state al centro di un'analisi privilegiata della relazione affettivo-simbolica che intercorre tra loro e i suoi abitanti, sia attraverso la dimensione narrativa della fotografia sia attraverso stralci di intervista, selezionati per farli dialogare con la storia delle abitazioni. Il percorso costruttivo è stato indagato volgendosi e al passato, guardando alla storia della migrazione e alle prime fasi di presenza attiva nel quartiere, e al presente, spazio di rappresentazione del proprio fluire e abitare, e al futuro, immaginario del cambiamento e dei miglioramenti, come del proprio lascito alle seguenti generazioni. L'obiettivo della ricerca è stato proprio quello di indagare la relazione tra abitante e casa autocostruita che è emersa anche attraverso sguardi, gesti e posizioni intraprese dalle signore e dai signori che mi hanno piacevolmente accolta in casa. Infine, mi sono soffermata sulla costruzione dello spazio intesa come la significazione dei luoghi della casa in funzione delle proprie esperienze e delle proprie aspettative. La narrazione delle storie di vita si inscrive nella stretta relazione esistente tra casa, oggetti e ricordi, elementi che definiscono i propri sforzi nella costruzione dell'abitazione e nella sua personalizzazione. L'attaccamento che questo processo costruttivo produce e costruisce è un dato interessante che accomuna tutte le famiglie e che individua un senso di benessere positivo nel poter chiamare lo spazio costruito casa.
Abitare lo spazio in costruzione. Etnografia nei quartieri de La Roldós e Pisulí, Quito.
VISINONI, MADDALENA
2017/2018
Abstract
La tesi prende in esame diverse tematiche, dalla città latinoamericana al quartiere informale; dalla produzione dello spazio attraverso il medium costruttivo dell'abitazione alla casa come luogo e spazio dell'esserci e dell'abitare. Inizialmente, partendo dalla descrizione della città informale si sono tracciate le fila teoriche della sua conformazione e delle sue peculiarità, attraverso il concetto di informale si sono tenute in considerazione diversi variabili che incidono sul percorso abitativo tra cui le dinamiche processuali dei 'barrios' informali, che rappresentano un luogo e spazio in continuo cambiamento e costruzione. Assumendo lo sguardo dell'informalità, come logica organizzatrice, ho cercato di contestualizzare la nascita, la formazione e il consolidamento dei quartieri de La Roldós e Pisulí a Quito. È stato preso in analisi l'aspetto performativo dell'autocostruzione delle case, procedimento graduale di acquisizione di un terreno che coinvolge la produzione e costruzione della casa e creazione dei propri luoghi significativi. Ciò è stato raccontato dalle parole di coloro che ho seguito all'interno delle proprie abitazioni, testimoni attivi di un lungo procedimento di definizione dello spazio. Le case, nucleo narrativo della tesi, sono state al centro di un'analisi privilegiata della relazione affettivo-simbolica che intercorre tra loro e i suoi abitanti, sia attraverso la dimensione narrativa della fotografia sia attraverso stralci di intervista, selezionati per farli dialogare con la storia delle abitazioni. Il percorso costruttivo è stato indagato volgendosi e al passato, guardando alla storia della migrazione e alle prime fasi di presenza attiva nel quartiere, e al presente, spazio di rappresentazione del proprio fluire e abitare, e al futuro, immaginario del cambiamento e dei miglioramenti, come del proprio lascito alle seguenti generazioni. L'obiettivo della ricerca è stato proprio quello di indagare la relazione tra abitante e casa autocostruita che è emersa anche attraverso sguardi, gesti e posizioni intraprese dalle signore e dai signori che mi hanno piacevolmente accolta in casa. Infine, mi sono soffermata sulla costruzione dello spazio intesa come la significazione dei luoghi della casa in funzione delle proprie esperienze e delle proprie aspettative. La narrazione delle storie di vita si inscrive nella stretta relazione esistente tra casa, oggetti e ricordi, elementi che definiscono i propri sforzi nella costruzione dell'abitazione e nella sua personalizzazione. L'attaccamento che questo processo costruttivo produce e costruisce è un dato interessante che accomuna tutte le famiglie e che individua un senso di benessere positivo nel poter chiamare lo spazio costruito casa.File | Dimensione | Formato | |
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