A partire dagli anni novanta, in seguito all'intensificazione degli scambi commerciali, la cimice asiatica Halyomorpha halys (Hemiptera: Pentatomidae), originaria dell'estremo Oriente, si è diffusa attraverso l'emisfero occidentale, dove oggi è considerata un pericoloso fitofago per molte colture di interesse agrario. Ampiamente polifaga, H. halys si nutre su diverse specie vegetali e, fra quelle coltivate, è stata rinvenuta su fruttiferi, seminativi e orticole su cui, con le punture di nutrizione, può causare cascola, malformazioni, comparsa di zone decolorate e depresse con necrosi e presenza di tessuto suberoso. Considerata la gravità degli attacchi è urgente mettere in atto strategie di difesa che permettano di contenere efficacemente le popolazioni. I programmi di lotta integrata non si sono rivelati sufficienti, pertanto l'attenzione si è spostata sugli antagonisti naturali, in particolare sui parassitoidi oofagi. Con le recenti normative che vietano trasporto, introduzione e rilascio di specie esotiche (Direttiva 92/43/CEE, D.P.R. n.120 del 2003), si è dovuta abbandonare l'ipotesi di introdurre l'antagonista di H. halys che nel continente asiatico si è dimostrato più efficiente. Questo lavoro si prefigge quindi di verificare la capacità dei parassitoidi oofagi indigeni di adattarsi alla cimice asiatica. Per rilevare presenza e attività dei parassitoidi sono stati eseguiti rilievi quindicinali in 10 siti (Bra, Carrù, Casale Monferrato, Cavour, Chivasso, Grugliasco, Manta, Orbassano, Pinerolo e Trofarello) da giugno a settembre 2017. Durante i sopralluoghi sono state prelevate ovature di H. halys e di cimici indigene, ed è stato eseguito il campionamento della popolazione di H. halys mediante scuotimento delle piante. In laboratorio le ovature raccolte sono state esaminate e allevate sino all'emergenza delle neanidi e dei parassitoidi. Inoltre, sono state allestite prove no-choice su ovature di H. halys per verificare l'efficienza di parassitizzazione di un parassitoide emerso dalle ovature raccolte in campo. Dalle 580 ovature di H. halys complessivamente raccolte sono sfarfallati imenotteri appartenenti ad Anastatus bifasciatus (Eupelmidae), Trissolcus kozlovi, Telenomus sp. (Scelionidae) e Acroclisoides sp. (Pteromalidae). Il tasso di parassitizzazione, complessivamente pari a 11,7%, è risultato significativamente diverso nei 10 siti, con valori maggiori a Carrù, Casale Monferrato, Orbassano e Pinerolo, e minori a Bra, Manta e Trofarello. Sono state evidenziate differenze significative per la capacità di sfruttamento e l'impatto di parassitizzazione, con tassi maggiori a fine giugno e minori a metà settembre. Nelle prove no-choice T. kozlovi è stato in grado di parassitizzare uova di H. halys sia fresche sia congelate, rispettivamente con un tasso di sfarfallamento pari a 25,2±5,7% e 38,6±5,8%, variabile però in relazione all'ospite di provenienza. Infatti, T. kozlovi sfarfallato da uova di Carpocoris sp. ha raggiunto valori di parassitizzazione maggiori. Nonostante alcuni parassitoidi oofagi presenti in Piemonte siano stati in grado di ovideporre e svilupparsi a carico di uova di H. halys, le percentuali di parassitizzazione sono state comunque molto inferiori rispetto a quelle delle neanidi emerse. Inoltre, in laboratorio è stata evidenziata una forte influenza dell'ospite di provenienza. Pertanto, qualora persistesse il limite imposto dalle normative, nei progetti di lotta biologica sarebbe opportuno considerare e valutare il ruolo svolto dall'ospite di provenienza dei parassitoidi.
Valutazione della parassitizzazione a carico delle uova della cimice asiatica Halyomorpha halys (Hemiptera: Pentatomidae)
SCOVERO, SARA
2017/2018
Abstract
A partire dagli anni novanta, in seguito all'intensificazione degli scambi commerciali, la cimice asiatica Halyomorpha halys (Hemiptera: Pentatomidae), originaria dell'estremo Oriente, si è diffusa attraverso l'emisfero occidentale, dove oggi è considerata un pericoloso fitofago per molte colture di interesse agrario. Ampiamente polifaga, H. halys si nutre su diverse specie vegetali e, fra quelle coltivate, è stata rinvenuta su fruttiferi, seminativi e orticole su cui, con le punture di nutrizione, può causare cascola, malformazioni, comparsa di zone decolorate e depresse con necrosi e presenza di tessuto suberoso. Considerata la gravità degli attacchi è urgente mettere in atto strategie di difesa che permettano di contenere efficacemente le popolazioni. I programmi di lotta integrata non si sono rivelati sufficienti, pertanto l'attenzione si è spostata sugli antagonisti naturali, in particolare sui parassitoidi oofagi. Con le recenti normative che vietano trasporto, introduzione e rilascio di specie esotiche (Direttiva 92/43/CEE, D.P.R. n.120 del 2003), si è dovuta abbandonare l'ipotesi di introdurre l'antagonista di H. halys che nel continente asiatico si è dimostrato più efficiente. Questo lavoro si prefigge quindi di verificare la capacità dei parassitoidi oofagi indigeni di adattarsi alla cimice asiatica. Per rilevare presenza e attività dei parassitoidi sono stati eseguiti rilievi quindicinali in 10 siti (Bra, Carrù, Casale Monferrato, Cavour, Chivasso, Grugliasco, Manta, Orbassano, Pinerolo e Trofarello) da giugno a settembre 2017. Durante i sopralluoghi sono state prelevate ovature di H. halys e di cimici indigene, ed è stato eseguito il campionamento della popolazione di H. halys mediante scuotimento delle piante. In laboratorio le ovature raccolte sono state esaminate e allevate sino all'emergenza delle neanidi e dei parassitoidi. Inoltre, sono state allestite prove no-choice su ovature di H. halys per verificare l'efficienza di parassitizzazione di un parassitoide emerso dalle ovature raccolte in campo. Dalle 580 ovature di H. halys complessivamente raccolte sono sfarfallati imenotteri appartenenti ad Anastatus bifasciatus (Eupelmidae), Trissolcus kozlovi, Telenomus sp. (Scelionidae) e Acroclisoides sp. (Pteromalidae). Il tasso di parassitizzazione, complessivamente pari a 11,7%, è risultato significativamente diverso nei 10 siti, con valori maggiori a Carrù, Casale Monferrato, Orbassano e Pinerolo, e minori a Bra, Manta e Trofarello. Sono state evidenziate differenze significative per la capacità di sfruttamento e l'impatto di parassitizzazione, con tassi maggiori a fine giugno e minori a metà settembre. Nelle prove no-choice T. kozlovi è stato in grado di parassitizzare uova di H. halys sia fresche sia congelate, rispettivamente con un tasso di sfarfallamento pari a 25,2±5,7% e 38,6±5,8%, variabile però in relazione all'ospite di provenienza. Infatti, T. kozlovi sfarfallato da uova di Carpocoris sp. ha raggiunto valori di parassitizzazione maggiori. Nonostante alcuni parassitoidi oofagi presenti in Piemonte siano stati in grado di ovideporre e svilupparsi a carico di uova di H. halys, le percentuali di parassitizzazione sono state comunque molto inferiori rispetto a quelle delle neanidi emerse. Inoltre, in laboratorio è stata evidenziata una forte influenza dell'ospite di provenienza. Pertanto, qualora persistesse il limite imposto dalle normative, nei progetti di lotta biologica sarebbe opportuno considerare e valutare il ruolo svolto dall'ospite di provenienza dei parassitoidi.File | Dimensione | Formato | |
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