La tesi si inserisce all'interno di un progetto regionale, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo (CRC), coordinato dal Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) di Grugliasco: ¿Sviluppo di una filiera sostenibile per la gestione e valorizzazione dei reflui zootecnici nei frutteti della Provincia di Cuneo¿, meglio conosciuto come ¿Progetto FIREZOF¿. La gestione dei reflui zootecnici comporta diverse criticità, tra le quali elevate emissioni in atmosfera di gas acidificanti e climalteranti, oltre a possibili squilibri nella disponibilità dei nutrienti (nei separati solidi, in particolare, il fosforo è di solito in eccesso rispetto all'azoto) e il loro potenziale trasferimento dal suolo alle acque. Una corretta gestione degli effluenti può consentire non solo di ovviare a tali problematiche, ma anche di valorizzarne agronomicamente il contenuto in azoto (N), fosforo (P), potassio (K), microelementi e sostanza organica. L'esperimento è servito a valutare, in condizioni di laboratorio, la disponibilità e le dinamiche nutritive all'interno del suolo, le potenziali perdite di fosforo verso il comparto acque e le emissioni di gas serra ed ammoniaca in seguito all'incorporazione di separato solido acidificato e non, sotto forma di pellet. Inoltre, è stato prodotto un pellet acidificato corretto, con l'aggiunta di nitrato di potassio e di calcio, con lo scopo di ottenere i giusti rapporti tra gli elementi nutritivi. I vari trattamenti sono stati effettuati in parallelo su due tipi di suolo che differiscono tra loro solo nella storia della fertilizzazione: il primo con una bassa dotazione in fosforo e il secondo con un'elevata quantità. L'obiettivo è quello di valutare le differenze in termini di fertilità chimica e di emissioni di gas serra tra il pellet acidificato, non acidificato e corretto e tra i due suoli utilizzati. I campioni hanno subito un'incubazione in cella termostata a 20°C, della durata di 63 giorni per la valutazione della fertilità del suolo e di 92 giorni per le prove di emissione, durante i quali sono stati misurati a intervalli regolari pH, sostanza organica solubile, ammonio, nitrati e P disponibile nel suolo nel primo set sperimentale e, nel secondo, sono state monitorate le emissioni di ammoniaca (NH3), anidride carbonica (CO2), protossido di azoto (N2O) e metano (CH4). Per quanto riguarda le dinamiche dei nutrienti, in generale si nota che le tesi che hanno ricevuto il maggior quantitativo di pellet possiedono una quantità più elevata di carbonio organico dissolto e di P disponibile, a prescindere dal trattamento di acidificazione. Le forme di azoto, in particolare N dissolto e nitrati, risultano superiori nei campioni che hanno ricevuto il pellet corretto, in quanto per la correzione sono stati aggiunti dei nitrati. L'acidificazione ha invece indotto un lieve, ma significativo abbassamento del pH del suolo, ha aumentato il quantitativo di ammonio e nitrati grazie alle minori emissioni in atmosfera di ammoniaca, nonché il P disponibile, grazie all'aumento della sua solubilità. La diversa quantità iniziale di P tra i due suoli ha modificato solamente la disponibilità finale di questo elemento, ma non le cinetiche di mineralizzazione della sostanza organica, né le dinamiche dell'azoto. La mobilità del P in forma solubile e particolata è molto influenzata dalla quantità di pellet aggiunta e dalla dotazione iniziale in P del suolo. Le tesi che hanno ricevuto una maggiore quantità di
Effetti del pretrattamento acido dei reflui zootecnici sulle dinamiche nutritive del suolo e sulle emissioni gassose
CHABLOZ, DENISE
2017/2018
Abstract
La tesi si inserisce all'interno di un progetto regionale, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo (CRC), coordinato dal Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) di Grugliasco: ¿Sviluppo di una filiera sostenibile per la gestione e valorizzazione dei reflui zootecnici nei frutteti della Provincia di Cuneo¿, meglio conosciuto come ¿Progetto FIREZOF¿. La gestione dei reflui zootecnici comporta diverse criticità, tra le quali elevate emissioni in atmosfera di gas acidificanti e climalteranti, oltre a possibili squilibri nella disponibilità dei nutrienti (nei separati solidi, in particolare, il fosforo è di solito in eccesso rispetto all'azoto) e il loro potenziale trasferimento dal suolo alle acque. Una corretta gestione degli effluenti può consentire non solo di ovviare a tali problematiche, ma anche di valorizzarne agronomicamente il contenuto in azoto (N), fosforo (P), potassio (K), microelementi e sostanza organica. L'esperimento è servito a valutare, in condizioni di laboratorio, la disponibilità e le dinamiche nutritive all'interno del suolo, le potenziali perdite di fosforo verso il comparto acque e le emissioni di gas serra ed ammoniaca in seguito all'incorporazione di separato solido acidificato e non, sotto forma di pellet. Inoltre, è stato prodotto un pellet acidificato corretto, con l'aggiunta di nitrato di potassio e di calcio, con lo scopo di ottenere i giusti rapporti tra gli elementi nutritivi. I vari trattamenti sono stati effettuati in parallelo su due tipi di suolo che differiscono tra loro solo nella storia della fertilizzazione: il primo con una bassa dotazione in fosforo e il secondo con un'elevata quantità. L'obiettivo è quello di valutare le differenze in termini di fertilità chimica e di emissioni di gas serra tra il pellet acidificato, non acidificato e corretto e tra i due suoli utilizzati. I campioni hanno subito un'incubazione in cella termostata a 20°C, della durata di 63 giorni per la valutazione della fertilità del suolo e di 92 giorni per le prove di emissione, durante i quali sono stati misurati a intervalli regolari pH, sostanza organica solubile, ammonio, nitrati e P disponibile nel suolo nel primo set sperimentale e, nel secondo, sono state monitorate le emissioni di ammoniaca (NH3), anidride carbonica (CO2), protossido di azoto (N2O) e metano (CH4). Per quanto riguarda le dinamiche dei nutrienti, in generale si nota che le tesi che hanno ricevuto il maggior quantitativo di pellet possiedono una quantità più elevata di carbonio organico dissolto e di P disponibile, a prescindere dal trattamento di acidificazione. Le forme di azoto, in particolare N dissolto e nitrati, risultano superiori nei campioni che hanno ricevuto il pellet corretto, in quanto per la correzione sono stati aggiunti dei nitrati. L'acidificazione ha invece indotto un lieve, ma significativo abbassamento del pH del suolo, ha aumentato il quantitativo di ammonio e nitrati grazie alle minori emissioni in atmosfera di ammoniaca, nonché il P disponibile, grazie all'aumento della sua solubilità. La diversa quantità iniziale di P tra i due suoli ha modificato solamente la disponibilità finale di questo elemento, ma non le cinetiche di mineralizzazione della sostanza organica, né le dinamiche dell'azoto. La mobilità del P in forma solubile e particolata è molto influenzata dalla quantità di pellet aggiunta e dalla dotazione iniziale in P del suolo. Le tesi che hanno ricevuto una maggiore quantità diFile | Dimensione | Formato | |
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