Il profilo steroideo urinario, costituito da concentrazioni e rapporti di vari ormoni steroidei endogeni, è uno strumento prezioso nella diagnostica clinica e nell'antidoping. La WADA (World Anti-Doping Agency) ha dato forma, nel 2014, al Modulo Steroideo del Passaporto Biologico dell'Atleta, con l'idea che un Subject-based Approach possa essere più efficace nell'individuare l'assunzione di sostanze dopanti illecite rispetto al tradizionale Population-based Approach. Il profilo steroideo urinario può però essere alterato da situazioni di grande stress, sia psicologico che sportivo. In letteratura si possono trovare studi riguardanti le fluttuazioni di pochi singoli marcatori (principalmente del testosterone) in prossimità di una gara, ma non è stato mai applicato un approccio multivariato (intrinsecamente più informativo e sensibile) all'esteso profilo steroideo. In questo studio, è stato effettuato un monitoraggio nel tempo dell'esteso profilo urinario androgenico ed estrogenico di due atleti di endurance; i dati ottenuti utilizzando strumentazione GC-MS (tecnica analitica di riferimento per la WADA) ed elaborati mediante analisi esplorativa multivariata, hanno permesso di costruire il profilo steroideo longitudinale e stabilire i limiti di variabilità intra-individuale, esplorando, in particolare, le variazioni prodotte dall'allenamento e dalle gare. Il secondo obiettivo di questo lavoro, è quello di dimostrare la potenziale utilità del profilo steroideo urinario nella diagnosi delle malattie correlate all'alterata secrezione degli ormoni steroidei. Più precisamente: mediante GC-MS, sono stati quantificati gli androgeni e gli estrogeni nei campioni urinari di soggetti sani e di soggetti affetti da iperplasia prostatica benigna e carcinoma prostatico. E' stato sviluppato un modello di classificazione multivariato PLSDA al fine di discriminare tra soggetti sani e affetti da patologie prostatiche e, in un secondo step, tra coloro affetti da iperplasia o carcinoma prostatico. Le performance del modello, in termini di specificità e sensibilità diagnostiche, sono sicuramente superiori a quelle dell'approccio attualmente in uso nel campo della diagnosi delle malattie prostatiche, il quale prevede l'impiego del solo PSA come marcatore biologico.
Applicazioni del profilo steroideo urinario in ambito clinico e sportivo
PRUNER, SERENA
2016/2017
Abstract
Il profilo steroideo urinario, costituito da concentrazioni e rapporti di vari ormoni steroidei endogeni, è uno strumento prezioso nella diagnostica clinica e nell'antidoping. La WADA (World Anti-Doping Agency) ha dato forma, nel 2014, al Modulo Steroideo del Passaporto Biologico dell'Atleta, con l'idea che un Subject-based Approach possa essere più efficace nell'individuare l'assunzione di sostanze dopanti illecite rispetto al tradizionale Population-based Approach. Il profilo steroideo urinario può però essere alterato da situazioni di grande stress, sia psicologico che sportivo. In letteratura si possono trovare studi riguardanti le fluttuazioni di pochi singoli marcatori (principalmente del testosterone) in prossimità di una gara, ma non è stato mai applicato un approccio multivariato (intrinsecamente più informativo e sensibile) all'esteso profilo steroideo. In questo studio, è stato effettuato un monitoraggio nel tempo dell'esteso profilo urinario androgenico ed estrogenico di due atleti di endurance; i dati ottenuti utilizzando strumentazione GC-MS (tecnica analitica di riferimento per la WADA) ed elaborati mediante analisi esplorativa multivariata, hanno permesso di costruire il profilo steroideo longitudinale e stabilire i limiti di variabilità intra-individuale, esplorando, in particolare, le variazioni prodotte dall'allenamento e dalle gare. Il secondo obiettivo di questo lavoro, è quello di dimostrare la potenziale utilità del profilo steroideo urinario nella diagnosi delle malattie correlate all'alterata secrezione degli ormoni steroidei. Più precisamente: mediante GC-MS, sono stati quantificati gli androgeni e gli estrogeni nei campioni urinari di soggetti sani e di soggetti affetti da iperplasia prostatica benigna e carcinoma prostatico. E' stato sviluppato un modello di classificazione multivariato PLSDA al fine di discriminare tra soggetti sani e affetti da patologie prostatiche e, in un secondo step, tra coloro affetti da iperplasia o carcinoma prostatico. Le performance del modello, in termini di specificità e sensibilità diagnostiche, sono sicuramente superiori a quelle dell'approccio attualmente in uso nel campo della diagnosi delle malattie prostatiche, il quale prevede l'impiego del solo PSA come marcatore biologico.File | Dimensione | Formato | |
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