Circa 13 milioni di persone vivono nel nostro Paese in aree montane, vale a dire interne, lontane dai centri urbani e spesso dai servizi. Sono porzioni di territorio vaste ma con prospettive di sviluppo incerte, che rischiano di essere considerate marginali in quanto nell’ immaginario collettivo è diffusa la convinzione che abbiano poco da offrire ai loro abitanti. La mia tesi si propone invece di stimolare una visione opposta: mi piace pensare che le aree interne in generale, e gli Appennini in particolare, siano luoghi da valorizzare e su cui puntare per il futuro in una nuova progettualità. L’Appennino non è solo natura, è storia, arte, memoria. Nel primo capitolo espongo le caratteristiche delle aree montane, e in particolare modo dell’Appennino piacentino, per chiarire lo scenario in cui si verifica lo spopolamento e i motivi intrinsechi del fenomeno, con i conseguenti disagi che tuttora caratterizzano queste zone. Tuttavia, negli ultimi decenni si è verificato una timida inversione di tendenza e nel secondo capitolo ne analizzo i protagonisti, ovvero le tipologie dei nuovi abitanti che decidono di reinsediarsi e i diversi motivi che li spingono a farlo. Presento poi l’azienda agricola Roncolo Bosco e l’albergo diffuso Casa delle Favole, due realtà del piacentino che, per amor del territorio e di uno stile di vita diverso, hanno deciso di progettare il proprio futuro in montagna, contrastando l’abbandono e migliorando il territorio che li ospita. Nel terzo capitolo esploro le potenzialità della montagna, analizzandone gli stereotipi e le funzioni che le sono state attribuite nel tempo, sottolineando come la diversità che la caratterizza sia proprio la maggiore risorsa di cui dispone. Tra gli attori del cambiamento i molti giovani, che lavorano e vivono in queste aree, dimostrano che le aree interne non sono un peso ma il punto di partenza per un futuro migliore, in armonia con la natura. Per realizzare ciò sono spesso necessari aiuti economici e formazione: ReStartApp è l’esempio di un progetto che seleziona giovani imprenditori o aspiranti tali per offrire un percorso di formazione che li assista nella creazione di un business plan in un’ottica sostenibile che valorizzi il territorio dal punto di vista sociale e ambientale. Nel quarto e ultimo capitolo propongo una panoramica dell’offerta turistica sull’Appennino piacentino, ricca per enogastronomia, cultura, sport e paesaggi. Nello specifico, approfondisco due realtà, quella dei sentieri partigiani, in grado di coniugare promozione del territorio alla storia della Resistenza, e quella dell’Appennino festival, itinerante festa musicale che mantiene viva la musica “delle Quattro Province” in scenari naturali. Concludo con una riflessione personale su quello che manca all’offerta e alcune domande che rimangono senza risposta.
Aree interne tra abbandono e nuovo futuro. Il caso del piacentino
CROCI, ALESSANDRA
2021/2022
Abstract
Circa 13 milioni di persone vivono nel nostro Paese in aree montane, vale a dire interne, lontane dai centri urbani e spesso dai servizi. Sono porzioni di territorio vaste ma con prospettive di sviluppo incerte, che rischiano di essere considerate marginali in quanto nell’ immaginario collettivo è diffusa la convinzione che abbiano poco da offrire ai loro abitanti. La mia tesi si propone invece di stimolare una visione opposta: mi piace pensare che le aree interne in generale, e gli Appennini in particolare, siano luoghi da valorizzare e su cui puntare per il futuro in una nuova progettualità. L’Appennino non è solo natura, è storia, arte, memoria. Nel primo capitolo espongo le caratteristiche delle aree montane, e in particolare modo dell’Appennino piacentino, per chiarire lo scenario in cui si verifica lo spopolamento e i motivi intrinsechi del fenomeno, con i conseguenti disagi che tuttora caratterizzano queste zone. Tuttavia, negli ultimi decenni si è verificato una timida inversione di tendenza e nel secondo capitolo ne analizzo i protagonisti, ovvero le tipologie dei nuovi abitanti che decidono di reinsediarsi e i diversi motivi che li spingono a farlo. Presento poi l’azienda agricola Roncolo Bosco e l’albergo diffuso Casa delle Favole, due realtà del piacentino che, per amor del territorio e di uno stile di vita diverso, hanno deciso di progettare il proprio futuro in montagna, contrastando l’abbandono e migliorando il territorio che li ospita. Nel terzo capitolo esploro le potenzialità della montagna, analizzandone gli stereotipi e le funzioni che le sono state attribuite nel tempo, sottolineando come la diversità che la caratterizza sia proprio la maggiore risorsa di cui dispone. Tra gli attori del cambiamento i molti giovani, che lavorano e vivono in queste aree, dimostrano che le aree interne non sono un peso ma il punto di partenza per un futuro migliore, in armonia con la natura. Per realizzare ciò sono spesso necessari aiuti economici e formazione: ReStartApp è l’esempio di un progetto che seleziona giovani imprenditori o aspiranti tali per offrire un percorso di formazione che li assista nella creazione di un business plan in un’ottica sostenibile che valorizzi il territorio dal punto di vista sociale e ambientale. Nel quarto e ultimo capitolo propongo una panoramica dell’offerta turistica sull’Appennino piacentino, ricca per enogastronomia, cultura, sport e paesaggi. Nello specifico, approfondisco due realtà, quella dei sentieri partigiani, in grado di coniugare promozione del territorio alla storia della Resistenza, e quella dell’Appennino festival, itinerante festa musicale che mantiene viva la musica “delle Quattro Province” in scenari naturali. Concludo con una riflessione personale su quello che manca all’offerta e alcune domande che rimangono senza risposta.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
746293_matr.746293croci.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1 MB
Formato
Adobe PDF
|
1 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/48741