L'arachide (Arachis hypogea L.) è una delle più importanti colture di leguminose dei paesi tropicali e semi-aridi tropicali, poiché fornisce una fonte importante di olio e di proteine vegetali. Nel nostro Paese l’estensione attuale è solo di pochi ettari, ed il prodotto viene destinato ad uso pasticceria piuttosto che all’estrazione dell’olio. Tuttavia, l’interesse per la suddetta coltura negli ultimi anni sta aumentando, mostrando un trend in continua crescita e la potenzialità di sviluppare una filiera nazionale. Il presente studio si è occupato di esplorare l’influenza delle pratiche agronomiche per redigere un disciplinare di coltivazione di questa specie per la produzione di snack tostati (arachidi non sgusciate) in Piemonte. Il confronto tra diverse varietà di arachide e l’applicazione di percorsi agronomici definiti è stata operata a confronto con la coltivazione della soia, quale testimone per verificarne la profittabilità. L’attività di ricerca è stata svolta in due campi sperimentali in Piemonte nel 2021: Carignano e Crescentino, con il confronto di 7 varietà, di cui 6 di tipo valencia e una cultivar tipo Virginia. Per tutte le varietà sono stati rilevati la capacità germinativa, l’emergenza e il vigore iniziale; nel corso dello sviluppo vegetativo sono stati rilevati gli indici vegetativi NDVI e NDRE, la produzione di baccelli, la biomassa epigea e l’Harvest Index e l’umidità alla raccolta e dopo l’essiccazione. È stato operato un confronto qualitativo tra le varietà, considerando la percentuale di difetti visivi di baccelli e semi, il colore e il rapporto tra il peso del seme e quello totale del baccello, la dimensione e il calibro, facendo un confronto rispetto a un testimone commerciale di alta qualità coltivato in Egitto. Solo per la varietà Lotos, sono stati previsti ulteriori approfondimenti agronomici considerando l’effetto della data di semina, l’inoculo di un rizobio sul seme e la concimazione azotata in copertura, l’effetto dell’epoca di raccolta. Su quest’ultimo approfondimento i baccelli essiccati sono stati analizzati con un metodo LC-MS/MS multitossina per il contenuto di micotossine. I dati ottenuti da questa ricerca hanno posto le basi per la redazione di un disciplinare di produzione per la coltivazione dell’arachide in nord Italia inserendolo nei piani di rotazione con i cereali come coltura primaverile-estiva, alternativa alla soia. L’interesse verso una filiera dell’arachide locale rappresenta una sfida complessa per la quale è necessario individuare gli aspetti agronomici chiave: la coltura può avere più facilità di successo con l’individuazione di varietà più precoci, che ne consentano un corretto inserimento nella stagione vegetativa, e l’impiego di pratiche agronomiche (densità, momento di raccolta, concimazione) che garantiscano risultati soddisfacenti in termini sia di resa sia di qualità.

Strategie agronomiche per la coltivazione dell’arachide in Nord Italia ​

SPATA, MICHELE
2021/2022

Abstract

L'arachide (Arachis hypogea L.) è una delle più importanti colture di leguminose dei paesi tropicali e semi-aridi tropicali, poiché fornisce una fonte importante di olio e di proteine vegetali. Nel nostro Paese l’estensione attuale è solo di pochi ettari, ed il prodotto viene destinato ad uso pasticceria piuttosto che all’estrazione dell’olio. Tuttavia, l’interesse per la suddetta coltura negli ultimi anni sta aumentando, mostrando un trend in continua crescita e la potenzialità di sviluppare una filiera nazionale. Il presente studio si è occupato di esplorare l’influenza delle pratiche agronomiche per redigere un disciplinare di coltivazione di questa specie per la produzione di snack tostati (arachidi non sgusciate) in Piemonte. Il confronto tra diverse varietà di arachide e l’applicazione di percorsi agronomici definiti è stata operata a confronto con la coltivazione della soia, quale testimone per verificarne la profittabilità. L’attività di ricerca è stata svolta in due campi sperimentali in Piemonte nel 2021: Carignano e Crescentino, con il confronto di 7 varietà, di cui 6 di tipo valencia e una cultivar tipo Virginia. Per tutte le varietà sono stati rilevati la capacità germinativa, l’emergenza e il vigore iniziale; nel corso dello sviluppo vegetativo sono stati rilevati gli indici vegetativi NDVI e NDRE, la produzione di baccelli, la biomassa epigea e l’Harvest Index e l’umidità alla raccolta e dopo l’essiccazione. È stato operato un confronto qualitativo tra le varietà, considerando la percentuale di difetti visivi di baccelli e semi, il colore e il rapporto tra il peso del seme e quello totale del baccello, la dimensione e il calibro, facendo un confronto rispetto a un testimone commerciale di alta qualità coltivato in Egitto. Solo per la varietà Lotos, sono stati previsti ulteriori approfondimenti agronomici considerando l’effetto della data di semina, l’inoculo di un rizobio sul seme e la concimazione azotata in copertura, l’effetto dell’epoca di raccolta. Su quest’ultimo approfondimento i baccelli essiccati sono stati analizzati con un metodo LC-MS/MS multitossina per il contenuto di micotossine. I dati ottenuti da questa ricerca hanno posto le basi per la redazione di un disciplinare di produzione per la coltivazione dell’arachide in nord Italia inserendolo nei piani di rotazione con i cereali come coltura primaverile-estiva, alternativa alla soia. L’interesse verso una filiera dell’arachide locale rappresenta una sfida complessa per la quale è necessario individuare gli aspetti agronomici chiave: la coltura può avere più facilità di successo con l’individuazione di varietà più precoci, che ne consentano un corretto inserimento nella stagione vegetativa, e l’impiego di pratiche agronomiche (densità, momento di raccolta, concimazione) che garantiscano risultati soddisfacenti in termini sia di resa sia di qualità.
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