L’attenzione alla salute e all’ambiente sono tematiche che stanno sempre più a cuore ai consumatori europei e italiani. Questa sensibilità nasce dalla presa di coscienza che ciò che mangiamo influenza la nostra salute e che il processo produttivo di un alimento genera un impatto sull’ambiente. In questo contesto, le certificazioni alimentari possono diventare sinonimo di attenzione all’ambiente, qualità e salubrità del prodotto e possono guidare il consumatore verso un acquisto più consapevole. La certificazione biologica è una delle più note al mondo, ma negli ultimi anni la GDO ha iniziato a proporre molte nuove etichette, come quella residuo zero, per andare incontro ad una crescente richiesta da parte dei consumatori di prodotti che di differenzino da quelli convenzionali per caratteristiche intrinseche ed estrinseche. L’obiettivo principale di questo studio è confrontare la certificazione biologica con quella residuo zero, focalizzandosi in particolare sul pomodoro fresco da mensa. Maggiore attenzione è posta alla certificazione residuo zero, data ad oggi la minor presenza di studi scientifici sull’argomento Per affrontare il tema si ipotizza innanzitutto che la grande varietà di certificazioni presenti sul mercato possa generare confusione nel consumatore medio e che egli non sappia realmente quale significato esse abbiano. Lo studio si propone quindi di indagare la conoscenza che i consumatori hanno delle certificazioni biologica e residuo zero; inoltre vengono analizzate le correlazioni presenti tra le certificazioni in questione e le variabili sociodemografiche e comportamentali. Si è poi ipotizzato che alcune caratteristiche intrinseche ed estrinseche del pomodoro possano influenzarne la scelta d’acquisto del consumatore e si è quindi scelto di analizzare le correlazioni tra questi parametri e le variabili sociodemografiche. Infine da una maggiore consapevolezza di un problema, come quello ambientale o salutistico, non deriva necessariamente un comportamento coerente. Si è ipotizzato che alcuni fattori, come il prezzo più alto dei prodotti certificati, possano portare il consumatore a preferire alternative non certificate, soprattutto quando si tratta di generi alimentari di largo consumo come il pomodoro. A tal proposito, un ulteriore obiettivo di questo studio è quello di indagare la disponbilità a pagare dei consumatori per i pomodori certificati bio e residuo zero e di analizzare la presenza di correlazioni con le variabili sociodemografiche e comportamentali.

Indagine sul consumo di pomodoro fresco da mensa: biologico versus residuo zero

PEZZULLI, SARA
2021/2022

Abstract

L’attenzione alla salute e all’ambiente sono tematiche che stanno sempre più a cuore ai consumatori europei e italiani. Questa sensibilità nasce dalla presa di coscienza che ciò che mangiamo influenza la nostra salute e che il processo produttivo di un alimento genera un impatto sull’ambiente. In questo contesto, le certificazioni alimentari possono diventare sinonimo di attenzione all’ambiente, qualità e salubrità del prodotto e possono guidare il consumatore verso un acquisto più consapevole. La certificazione biologica è una delle più note al mondo, ma negli ultimi anni la GDO ha iniziato a proporre molte nuove etichette, come quella residuo zero, per andare incontro ad una crescente richiesta da parte dei consumatori di prodotti che di differenzino da quelli convenzionali per caratteristiche intrinseche ed estrinseche. L’obiettivo principale di questo studio è confrontare la certificazione biologica con quella residuo zero, focalizzandosi in particolare sul pomodoro fresco da mensa. Maggiore attenzione è posta alla certificazione residuo zero, data ad oggi la minor presenza di studi scientifici sull’argomento Per affrontare il tema si ipotizza innanzitutto che la grande varietà di certificazioni presenti sul mercato possa generare confusione nel consumatore medio e che egli non sappia realmente quale significato esse abbiano. Lo studio si propone quindi di indagare la conoscenza che i consumatori hanno delle certificazioni biologica e residuo zero; inoltre vengono analizzate le correlazioni presenti tra le certificazioni in questione e le variabili sociodemografiche e comportamentali. Si è poi ipotizzato che alcune caratteristiche intrinseche ed estrinseche del pomodoro possano influenzarne la scelta d’acquisto del consumatore e si è quindi scelto di analizzare le correlazioni tra questi parametri e le variabili sociodemografiche. Infine da una maggiore consapevolezza di un problema, come quello ambientale o salutistico, non deriva necessariamente un comportamento coerente. Si è ipotizzato che alcuni fattori, come il prezzo più alto dei prodotti certificati, possano portare il consumatore a preferire alternative non certificate, soprattutto quando si tratta di generi alimentari di largo consumo come il pomodoro. A tal proposito, un ulteriore obiettivo di questo studio è quello di indagare la disponbilità a pagare dei consumatori per i pomodori certificati bio e residuo zero e di analizzare la presenza di correlazioni con le variabili sociodemografiche e comportamentali.
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