L'infermità Psichiatrica sopravvenuta in regime detentivo

The theme of mental illness occurring in prison is complex and articulated; the main question is: "What happens when an offender in prison develops psychic distress?". The aim of this study is, in fact, to illustrate what happens to those who are in prison to exhibit psychopathological symptoms (or presumed such) that occur for the first time or that would be exacerbations of pre-existing conditions of detention. To approach the issue, work was done from general to detail, starting from the regulatory-clinical context, deepening through the collection and analysis of data within the Turin "Lorusso e Cutugno" district house, concluding with the interview with the medical director of the facility who has been working as a psychiatrist in prison for more than 20 years. Out of 612 exit reports taken into consideration from 2009 to 2019, only 12 prisoners were asked to apply art. 148 of the criminal code which regulates these cases: what emerges is that among the most serious and relevant characteristics for prisoners, those that are the most impacting motivations on their lives, stand out therapeutic refusal, disorders of the psychotic area, behavioral anomalies and mental deficits moderate to severe. The overall result is an overview of this reality in Italy, seen through the lenses of the Turin reality.

Il tema dell'infermità psichica sopravvenuta in regime detentivo è complesso ed articolato; la domanda principale è: “Cosa succede quando un autore di reato in carcere sviluppa un disagio psichico?”. L'obiettivo di questo studio è, appunto, quello di illustrare cosa succeda a coloro che si trovino in carcere a manifestare sintomi psicopatologici (o presunti tali) che si evidenziano per la prima volta o che sarebbero riacutizzazioni di disturbi preesistenti alla detenzione. Per affrontare la questione, è stato fatto un lavoro dal generale al particolare, partendo dal contesto normativo-clinico, approfondendo tramite la raccolta e l'analisi di dati all'interno della casa circondariale di Torino “Lorusso e Cutugno”, concludendo con l'intervista al direttore sanitario della struttura che opera come psichiatra in carcere da più di 20 anni. Su 612 relazioni d'uscita prese in considerazione dal 2009 al 2019, solo per 12 detenuti è stata richiesta l'applicazione dell'art. 148 c.p. che regolamenta questi casi: quello che ne emerge è che tra le caratteristiche più gravi e rilevanti per i detenuti, ovvero quelle che sono le motivazioni più impattanti sulla vita degli stessi, spiccano rifiuto terapico, disturbi dell'area psicotica, anomalie comportamentali e deficit mentali medio-gravi. Il risultato complessivo è una panoramica di questa realtà in Italia, viste tramite le lenti della realtà torinese.