A un anno dall'annunciata sconfitta dell'ISIS da parte del governo iracheno, l'emergenza degli Internally Displaced People (IDPs) - sfollati dall'occupazione dei territori da parte di Daesh prima e dagli scontri per la riconquista di quelle aree poi - si trasforma oggi nella questione dei Returnees, coloro che vogliono tornare alle loro case. Dopo un'analisi dei flussi di andata e ritorno di queste persone in tutto il territorio iracheno e quelli che sono in generale gli ostacoli al ritorno, l'elaborato vuole concentrarsi sul caso di Mosul. Completamente distrutta dai combattimenti, la città simbolo di Daesh sarà ospite di un progetto di architettura che vuole essere sistema di propulsione per la fase di peacebuilding. La tesi infatti vuole fare da analisi del contesto e approfondimento delle condizioni di coloro che da IDPs tornano a Mosul, soffermandosi sugli ostacoli che incontrano nel ricostruirsi una stabilità, così da essere background teorico per un progetto ¿concreto¿ che possa non solo dare un impulso a una durevole coesistenza pacifica, ma permetta di rinnovarla e mantenerla nel tempo. Con quindi l'dea che una collaborazione interdisciplinare tra le competenze delle scienze internazionali e l'architettura possa rispondere con maggiore consapevolezza alle difficoltà del territorio. Con la convinzione che la soluzione non stia né nella proposta emergenziale del campo profughi, né nella ricostruzione da zero di una nuova città sul modello delle charter cities di Paul Romer, ma stia in un elemento inserito nella città in ricostruzione, dove alle case e i luoghi simbolo demoliti e alla difficile accessibilità ai servizi, si sommano la mancanza di opportunità di lavoro, gli strascichi del conflitto nella coesione sociale, l'ombra di una punizione collettiva verso i gruppi sunniti.

BUILDING PEACE IN MOSUL: Analisi degli IDPs iracheni che vogliono far ritorno a casa

GIACOMELLO, CATERINA
2017/2018

Abstract

A un anno dall'annunciata sconfitta dell'ISIS da parte del governo iracheno, l'emergenza degli Internally Displaced People (IDPs) - sfollati dall'occupazione dei territori da parte di Daesh prima e dagli scontri per la riconquista di quelle aree poi - si trasforma oggi nella questione dei Returnees, coloro che vogliono tornare alle loro case. Dopo un'analisi dei flussi di andata e ritorno di queste persone in tutto il territorio iracheno e quelli che sono in generale gli ostacoli al ritorno, l'elaborato vuole concentrarsi sul caso di Mosul. Completamente distrutta dai combattimenti, la città simbolo di Daesh sarà ospite di un progetto di architettura che vuole essere sistema di propulsione per la fase di peacebuilding. La tesi infatti vuole fare da analisi del contesto e approfondimento delle condizioni di coloro che da IDPs tornano a Mosul, soffermandosi sugli ostacoli che incontrano nel ricostruirsi una stabilità, così da essere background teorico per un progetto ¿concreto¿ che possa non solo dare un impulso a una durevole coesistenza pacifica, ma permetta di rinnovarla e mantenerla nel tempo. Con quindi l'dea che una collaborazione interdisciplinare tra le competenze delle scienze internazionali e l'architettura possa rispondere con maggiore consapevolezza alle difficoltà del territorio. Con la convinzione che la soluzione non stia né nella proposta emergenziale del campo profughi, né nella ricostruzione da zero di una nuova città sul modello delle charter cities di Paul Romer, ma stia in un elemento inserito nella città in ricostruzione, dove alle case e i luoghi simbolo demoliti e alla difficile accessibilità ai servizi, si sommano la mancanza di opportunità di lavoro, gli strascichi del conflitto nella coesione sociale, l'ombra di una punizione collettiva verso i gruppi sunniti.
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