Tomato spotted wilt virus (TSWV) causa gravi danni su molte colture orticole e ornamentali nelle aree tropicali, subtropicali e temperate. L'incidenza della malattia è aumentata con la diffusione a livello mondiale del più efficiente vettore, Frankliniella occidentalis (Pergande) (Thysanoptera: Thripidae), che dal 1987 è presente in Italia. TSWV è trasmesso con modalità persistente propagativa: è acquisito dalla neanide e trasmesso generalmente dall'adulto. Il controllo della virosi è molto complesso a causa dell'ampia polifagia del tripide, del suo comportamento criptico e della capacità di sviluppare resistenza agli insetticidi. La lotta contro il vettore, l'estirpazione delle piante spontanee fonte di inoculo del virus e l'immediata eliminazione delle piante infette sono gli unici mezzi per prevenire la diffusione della malattia, oltre all'impiego di cultivar resistenti che, quando disponibili, consentono la coltivazione di alcune specie vegetali suscettibili anche nelle aree fortemente colpite da TSWV. Attualmente sono utilizzati i geni di resistenza Sw-5 per il pomodoro e Tsw per il peperone. Negli anni però sono comparsi isolati di TSWV in grado di superare la resistenza (resistance breaking, RB) e causare l'infezione sistemica anche nelle piante con tali geni. Pertanto, nel presente studio sono state saggiate linee di peperone con una nuova fonte di resistenza, al fine di verificare la capacità di trasmissione del virus tramite tripide. In laboratorio sono stati allestiti allevamenti massali di F. occidentalis da cui ottenere le neanidi neonate per le prove di trasmissione. Queste sono state messe ad acquisire su foglie infette di Datura stramonium L. e gli adulti sfarfallati sono stati posti sulle piante delle linee a confronto: sette genotipi, un testimone suscettibile e un testimone resistente. Inoltre è stata aggiunta D. stramonium per controllare l'infettività dei tripidi. Dopo due-tre settimane gli adulti sono stati eliminati e le piante sono state trasferite in serra per favorire l'espressione dei sintomi. Dopo circa un mese è stato eseguito sulle piante un test ELISA per verificare la presenza di TSWV. Nelle prove di trasmissione, hanno completato lo sviluppo al massimo il 50,1% dei tripidi impiegando mediamente 11 giorni. Questi valori sono simili a quelli riportati in altri studi. Oltre a D. stramonium e al testimone suscettibile, fra le linee di peperone saggiate, soltanto due sono risultate suscettibili, mentre le altre non hanno manifestato infezioni di TSWV. La capacità di trasmissione di F. occidentalis è stata variabile tra 14,3% e 44,5%. Possibili cause di questa variabilità potrebbero essere una non completa affinità tra le popolazioni del vettore e l'isolato di virus utilizzati oppure le caratteristiche dell'isolato che possono averne influenzato acquisizione, replicazione o trasmissione. Tuttavia ulteriori approfondimenti sono ancora necessari per confermare la validità della nuova fonte di resistenza utilizzata in queste linee di peperone. La coltivazione di nuove cultivar resistenti di peperone risolverebbe, almeno momentaneamente, il problema nelle zone dove è ormai accertata la presenza di isolati RB. Data la notevole adattabilità del virus al fine di prolungare la validità di cultivar resistenti è però di fondamentale importanza utilizzarle come parte integrante di un piano di difesa che applichi tutti i mezzi disponibili.
Valutazione della trasmissione di Tomato spotted wilt virus su linee di peperone tramite il vettore Frankliniella occidentalis
CAVALLO, GIULIA MARGHERITA
2018/2019
Abstract
Tomato spotted wilt virus (TSWV) causa gravi danni su molte colture orticole e ornamentali nelle aree tropicali, subtropicali e temperate. L'incidenza della malattia è aumentata con la diffusione a livello mondiale del più efficiente vettore, Frankliniella occidentalis (Pergande) (Thysanoptera: Thripidae), che dal 1987 è presente in Italia. TSWV è trasmesso con modalità persistente propagativa: è acquisito dalla neanide e trasmesso generalmente dall'adulto. Il controllo della virosi è molto complesso a causa dell'ampia polifagia del tripide, del suo comportamento criptico e della capacità di sviluppare resistenza agli insetticidi. La lotta contro il vettore, l'estirpazione delle piante spontanee fonte di inoculo del virus e l'immediata eliminazione delle piante infette sono gli unici mezzi per prevenire la diffusione della malattia, oltre all'impiego di cultivar resistenti che, quando disponibili, consentono la coltivazione di alcune specie vegetali suscettibili anche nelle aree fortemente colpite da TSWV. Attualmente sono utilizzati i geni di resistenza Sw-5 per il pomodoro e Tsw per il peperone. Negli anni però sono comparsi isolati di TSWV in grado di superare la resistenza (resistance breaking, RB) e causare l'infezione sistemica anche nelle piante con tali geni. Pertanto, nel presente studio sono state saggiate linee di peperone con una nuova fonte di resistenza, al fine di verificare la capacità di trasmissione del virus tramite tripide. In laboratorio sono stati allestiti allevamenti massali di F. occidentalis da cui ottenere le neanidi neonate per le prove di trasmissione. Queste sono state messe ad acquisire su foglie infette di Datura stramonium L. e gli adulti sfarfallati sono stati posti sulle piante delle linee a confronto: sette genotipi, un testimone suscettibile e un testimone resistente. Inoltre è stata aggiunta D. stramonium per controllare l'infettività dei tripidi. Dopo due-tre settimane gli adulti sono stati eliminati e le piante sono state trasferite in serra per favorire l'espressione dei sintomi. Dopo circa un mese è stato eseguito sulle piante un test ELISA per verificare la presenza di TSWV. Nelle prove di trasmissione, hanno completato lo sviluppo al massimo il 50,1% dei tripidi impiegando mediamente 11 giorni. Questi valori sono simili a quelli riportati in altri studi. Oltre a D. stramonium e al testimone suscettibile, fra le linee di peperone saggiate, soltanto due sono risultate suscettibili, mentre le altre non hanno manifestato infezioni di TSWV. La capacità di trasmissione di F. occidentalis è stata variabile tra 14,3% e 44,5%. Possibili cause di questa variabilità potrebbero essere una non completa affinità tra le popolazioni del vettore e l'isolato di virus utilizzati oppure le caratteristiche dell'isolato che possono averne influenzato acquisizione, replicazione o trasmissione. Tuttavia ulteriori approfondimenti sono ancora necessari per confermare la validità della nuova fonte di resistenza utilizzata in queste linee di peperone. La coltivazione di nuove cultivar resistenti di peperone risolverebbe, almeno momentaneamente, il problema nelle zone dove è ormai accertata la presenza di isolati RB. Data la notevole adattabilità del virus al fine di prolungare la validità di cultivar resistenti è però di fondamentale importanza utilizzarle come parte integrante di un piano di difesa che applichi tutti i mezzi disponibili.File | Dimensione | Formato | |
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