La Triple Bottom Line è un modello di gestione aziendale coniato dallo scrittore ed economista britannico John Elkington. Esso consiste nel fatto che affinché un’azienda abbia un comportamento corretto deve operare impegnandosi e tenendo contemporaneamente conto della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Lo scrittore sentì l’esigenza di sviluppare questa teoria negli anni ’90, periodo in cui le disuguaglianze sociali e l’inquinamento stavano prendendo il sopravvento. Ma lo stesso Elkington nel 2018 ha sottolineato come ci sia bisogno di una rivisitazione della sua teoria, perché la maggior parte delle aziende non l’ha implementata come lui si auspicava o l’ha implementata in parte e in modo errato. L’obiettivo di questa tesi è il seguente: rivisitare la Triple Bottom Line. A tal proposito si è partiti da una domanda di ricerca: visto che nel futuro prossimo il contesto cambierà, con le nuove generazioni (Millenials, Gen Z e Gen Alpha) più attente alle tematiche della sostenibilità, che acquisiranno potere d’acquisto, ci sono i presupposti affinché il valore di un brand sarà costituito in primis dal comportamento delle aziende verso i suoi stakeholder e poi dalle caratteristiche fisiche dei loro prodotti? Se così fosse, la sostenibilità economica sarebbe la logica conseguenza delle altre due. Per trovare una risposta a questa domanda di ricerca è stato sottoposto un questionario online a due target diversi: uno under 40 e l’altro over 40. Questo per capire se le differenze generazionali possano creare il presupposto per concretizzare la domanda di ricerca. In particolare le domande del questionario sono servite a capire quanto la sostenibilità ambientale e sociale possano incidere sulle decisioni d’acquisto dei consumatori delle varie fasce d’età. In più è stato intervistato Albertomaria Franzoni, Sustainability Manager di Miscusi, catena di ristoranti di pasta fresca che ha operato in modo sostenibile fin dal giorno della sua costituzione. Al manager è stato chiesto cosa li abbia spinti ad operare in un certo modo fin dal primo giorno, il suo pensiero in merito alle tematiche trattate e se per lui l’ipotesi alla base di questa tesi di ricerca abbia possibilità concrete di realizzarsi o resterà solo un qualcosa di teorico. Entrambi gli strumenti utilizzati per trovare una risposta alla domanda di ricerca hanno dato un responso comune: anche se le nuove generazioni sono portate ad agire in modo sostenibile, se non si troveranno nelle giuste condizioni economiche daranno sempre la priorità ai bisogni primari, quelli legati alla sopravvivenza, facendo anche il sacrificio di andare contro i propri principi. Lo stesso vale per le aziende. Ognuna di loro deve agire in modo rispettoso verso tutti gli stakeholder che entrano in contatto con le loro azioni, avendo una coscienza sostenibile. Ma se alla base non ci sono le giuste condizioni economiche, sostenibilità ambientale e sociale rischiano di diventare azioni di marketing fini a sé stesse e non investimenti per migliorare il benessere collettivo.
Nuove priorità per un nuovo contesto: la Triple Bottom Line negli anni '20 del XXI secolo
BELMONTE, LUCA
2021/2022
Abstract
La Triple Bottom Line è un modello di gestione aziendale coniato dallo scrittore ed economista britannico John Elkington. Esso consiste nel fatto che affinché un’azienda abbia un comportamento corretto deve operare impegnandosi e tenendo contemporaneamente conto della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Lo scrittore sentì l’esigenza di sviluppare questa teoria negli anni ’90, periodo in cui le disuguaglianze sociali e l’inquinamento stavano prendendo il sopravvento. Ma lo stesso Elkington nel 2018 ha sottolineato come ci sia bisogno di una rivisitazione della sua teoria, perché la maggior parte delle aziende non l’ha implementata come lui si auspicava o l’ha implementata in parte e in modo errato. L’obiettivo di questa tesi è il seguente: rivisitare la Triple Bottom Line. A tal proposito si è partiti da una domanda di ricerca: visto che nel futuro prossimo il contesto cambierà, con le nuove generazioni (Millenials, Gen Z e Gen Alpha) più attente alle tematiche della sostenibilità, che acquisiranno potere d’acquisto, ci sono i presupposti affinché il valore di un brand sarà costituito in primis dal comportamento delle aziende verso i suoi stakeholder e poi dalle caratteristiche fisiche dei loro prodotti? Se così fosse, la sostenibilità economica sarebbe la logica conseguenza delle altre due. Per trovare una risposta a questa domanda di ricerca è stato sottoposto un questionario online a due target diversi: uno under 40 e l’altro over 40. Questo per capire se le differenze generazionali possano creare il presupposto per concretizzare la domanda di ricerca. In particolare le domande del questionario sono servite a capire quanto la sostenibilità ambientale e sociale possano incidere sulle decisioni d’acquisto dei consumatori delle varie fasce d’età. In più è stato intervistato Albertomaria Franzoni, Sustainability Manager di Miscusi, catena di ristoranti di pasta fresca che ha operato in modo sostenibile fin dal giorno della sua costituzione. Al manager è stato chiesto cosa li abbia spinti ad operare in un certo modo fin dal primo giorno, il suo pensiero in merito alle tematiche trattate e se per lui l’ipotesi alla base di questa tesi di ricerca abbia possibilità concrete di realizzarsi o resterà solo un qualcosa di teorico. Entrambi gli strumenti utilizzati per trovare una risposta alla domanda di ricerca hanno dato un responso comune: anche se le nuove generazioni sono portate ad agire in modo sostenibile, se non si troveranno nelle giuste condizioni economiche daranno sempre la priorità ai bisogni primari, quelli legati alla sopravvivenza, facendo anche il sacrificio di andare contro i propri principi. Lo stesso vale per le aziende. Ognuna di loro deve agire in modo rispettoso verso tutti gli stakeholder che entrano in contatto con le loro azioni, avendo una coscienza sostenibile. Ma se alla base non ci sono le giuste condizioni economiche, sostenibilità ambientale e sociale rischiano di diventare azioni di marketing fini a sé stesse e non investimenti per migliorare il benessere collettivo.File | Dimensione | Formato | |
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