The research work carried out in this thesis entitled "The role of the community of practices in a formal organization. A case study "offers an interpretation of community social service as a community of practice. The purpose of the thesis is to ascertain whether the collaboration between professionals belonging to a formal organization, in the specific case of community operators employed by the In.Re.Te. Consortium of Ivrea, and community subjects can generate an alternative programming method with respect to traditional paradigms. This method would distinguish itself from the classic design models in that it is promoted from below and because of the equality that characterizes the relationship between the members. The ambition to propose a design model that promotes the involvement and protagonism of the multiple actors involved in social design can encourage the transformation of users and operators into a community of practices aware of their synergies and interdependencies. By returning voices to the various protagonists of the system, in fact, exit strategies and routinization in the provision of services can be avoided. In addition, the involvement of the actors present in the planning process can lead to an increase in knowledge with important repercussions on the organization and its possible remodulation on the basis of the new acquisitions matured directly in the field. My work therefore intends to pave the way for future developments on this topic as also in relation to the evaluation, it would guarantee a self-reflexive ability with respect to the quality of the service provided, to evaluate its learning function and the congruence with respect to the need expressed. To answer the fact-finding question, I adopted a qualitative research approach using three tools: document analysis, participant observation and semi-structured interview. This Thesis work is divided into five chapters: in the first two chapters, more theoretical-conceptual, in addition to defining the objective of the research more comprehensively, an introduction to the phenomenon of the community of practice is presented, through the use of theoretical and conceptual contributions and to the main literature on the subject. The third chapter, which introduces empirical research, focuses on the research methodology adopted and on the presentation of the case studies observed during the internship. In the fourth chapter, the analysis focuses on the case under study in the light of the interviews carried out and the material collected, also describing specifically the profile of the interviewees, the questions asked and the considerations to which I have arrived. Finally, in the fifth chapter, we proceed to comment on the results obtained from the research, exposing the most relevant elements of the investigation carried out. By virtue of the results that emerged from the qualitative survey, it is possible to assert that co-planning can be understood as a profitable first result obtained from cooperation between communities of practice and organization, capable of generating learning, the result of a constant exchange between the experience of the territorial subjects and the professional skills of the community operators, transferable and translatable also within the formal body in terms of organizational innovation. The interviewees agree on the indispensability of these exchanges and underline the presence of an equivalent relationship between the members of the community of practice and do not perceive the formal body as pre-eminent. This collaboration allows, in addition to producing a clear reading of the need that is not simply based on a technical assessment made by third parties, to respond promptly to the needs of the territory and its community. It would be desirable to use this method of cooperation also in a preventive logic.

Il lavoro di ricerca svolto in questa tesi dal titolo “Il ruolo della comunità di pratiche in un'organizzazione formale. Un caso di studio” offre un'interpretazione del servizio sociale di comunità come comunità di pratica. Lo scopo della tesi è quello di appurare se la collaborazione tra professionisti appartenenti ad un'organizzazione formale, nel caso specifico operatori di comunità dipendenti del Consorzio In.Re.Te. di Ivrea, e soggetti comunitari possa generare un metodo di programmazione alternativo rispetto ai paradigmi tradizionali. Tale metodo si contraddistinguerebbe dai modelli di progettazione classici in quanto promosso dal basso e per la pariteticità che caratterizza il rapporto tra i membri. L'ambizione di proporre un modello di progettazione che promuova il coinvolgimento e il protagonismo dei molteplici attori implicati nella progettazione sociale può favorire la trasformazione di utenti e operatori in una comunità di pratiche consapevole delle proprie sinergie e interdipendenze. Restituendo voice ai diversi protagonisti del sistema infatti, si possono scongiurare strategie di exit ed una routinizzazione nell'erogazione delle prestazioni. Inoltre, il coinvolgimento degli attori presenti nel processo programmatorio può determinare un incremento delle conoscenze con importanti ricadute sull'organizzazione e la sua eventuale rimodulazione sulla base delle nuove acquisizioni maturate direttamente sul campo. Il mio lavoro intende quindi aprire la strada per sviluppi futuri su tale argomento in quanto anche relativamente alla valutazione, essa garantirebbe una capacità autoriflessiva rispetto alla qualità del servizio erogato, di valutarne la funzione di learning e la congruenza rispetto al bisogno manifestato. Per dare risposta all'interrogativo conoscitivo ho adottato un approccio alla ricerca di tipo qualitativo utilizzando tre strumenti: l'analisi documentale, l'osservazione partecipante e l'intervista semistrutturata. Il presente lavoro di Tesi è articolato in cinque capitoli: nei primi due capitoli, più teorico-concettuali, oltre a definire in modo più esaustivo l'obiettivo della ricerca, viene presentata un'introduzione del fenomeno della comunità di pratica, attraverso il ricorso ai contributi teorici e concettuali ed alla principale letteratura in materia. Il terzo capitolo, di introduzione alla ricerca empirica, si concentra sulla metodologia di ricerca adottata e sulla presentazione dei casi di studio osservati durante il tirocinio. Nel quarto capitolo l'analisi si concentra sul caso oggetto del mio studio alla luce delle interviste svolte e del materiale raccolto descrivendo anche nello specifico il profilo degli intervistati, le domande poste e le considerazioni a cui sono pervenuta. Nel quinto capitolo, infine, si procede a commentare i risultati ottenuti dalla ricerca, esponendo gli elementi più rilevanti dell'indagine svolta. In virtù dei risultati emersi dall'indagine qualitativa, è possibile asserire che la co-progettazione può essere intesa come un primo risultato proficuo che si ottiene dalla cooperazione tra comunità di pratica ed organizzazione, in grado di generare apprendimento, frutto di un costante scambio tra l'esperienza dei soggetti territoriali e le competenze professionali degli operatori di comunità, trasferibile e traducibile anche all'interno dell'ente formale in termini di innovazione organizzativa. I soggetti intervistati concordano sull'indispensabilità di tali scambi e sottolineano la presenza di un rapporto equipollente tra i membri della comunità di pratica e non percepiscono l'ente formale come preminente. Tale collaborazione consente, oltre a produrre una chiara lettura del bisogno che non si basa semplicemente su una constatazione tecnica effettuata da terzi, di rispondere in modo puntuale alle necessità del territorio e della sua comunità. Sarebbe auspicabile utilizzare questa modalità di cooperazione anche in una logica preventiva.

Il ruolo della comunità di pratiche in un'organizzazione formale. Un caso di studio

REGIS, SARA
2018/2019

Abstract

Il lavoro di ricerca svolto in questa tesi dal titolo “Il ruolo della comunità di pratiche in un'organizzazione formale. Un caso di studio” offre un'interpretazione del servizio sociale di comunità come comunità di pratica. Lo scopo della tesi è quello di appurare se la collaborazione tra professionisti appartenenti ad un'organizzazione formale, nel caso specifico operatori di comunità dipendenti del Consorzio In.Re.Te. di Ivrea, e soggetti comunitari possa generare un metodo di programmazione alternativo rispetto ai paradigmi tradizionali. Tale metodo si contraddistinguerebbe dai modelli di progettazione classici in quanto promosso dal basso e per la pariteticità che caratterizza il rapporto tra i membri. L'ambizione di proporre un modello di progettazione che promuova il coinvolgimento e il protagonismo dei molteplici attori implicati nella progettazione sociale può favorire la trasformazione di utenti e operatori in una comunità di pratiche consapevole delle proprie sinergie e interdipendenze. Restituendo voice ai diversi protagonisti del sistema infatti, si possono scongiurare strategie di exit ed una routinizzazione nell'erogazione delle prestazioni. Inoltre, il coinvolgimento degli attori presenti nel processo programmatorio può determinare un incremento delle conoscenze con importanti ricadute sull'organizzazione e la sua eventuale rimodulazione sulla base delle nuove acquisizioni maturate direttamente sul campo. Il mio lavoro intende quindi aprire la strada per sviluppi futuri su tale argomento in quanto anche relativamente alla valutazione, essa garantirebbe una capacità autoriflessiva rispetto alla qualità del servizio erogato, di valutarne la funzione di learning e la congruenza rispetto al bisogno manifestato. Per dare risposta all'interrogativo conoscitivo ho adottato un approccio alla ricerca di tipo qualitativo utilizzando tre strumenti: l'analisi documentale, l'osservazione partecipante e l'intervista semistrutturata. Il presente lavoro di Tesi è articolato in cinque capitoli: nei primi due capitoli, più teorico-concettuali, oltre a definire in modo più esaustivo l'obiettivo della ricerca, viene presentata un'introduzione del fenomeno della comunità di pratica, attraverso il ricorso ai contributi teorici e concettuali ed alla principale letteratura in materia. Il terzo capitolo, di introduzione alla ricerca empirica, si concentra sulla metodologia di ricerca adottata e sulla presentazione dei casi di studio osservati durante il tirocinio. Nel quarto capitolo l'analisi si concentra sul caso oggetto del mio studio alla luce delle interviste svolte e del materiale raccolto descrivendo anche nello specifico il profilo degli intervistati, le domande poste e le considerazioni a cui sono pervenuta. Nel quinto capitolo, infine, si procede a commentare i risultati ottenuti dalla ricerca, esponendo gli elementi più rilevanti dell'indagine svolta. In virtù dei risultati emersi dall'indagine qualitativa, è possibile asserire che la co-progettazione può essere intesa come un primo risultato proficuo che si ottiene dalla cooperazione tra comunità di pratica ed organizzazione, in grado di generare apprendimento, frutto di un costante scambio tra l'esperienza dei soggetti territoriali e le competenze professionali degli operatori di comunità, trasferibile e traducibile anche all'interno dell'ente formale in termini di innovazione organizzativa. I soggetti intervistati concordano sull'indispensabilità di tali scambi e sottolineano la presenza di un rapporto equipollente tra i membri della comunità di pratica e non percepiscono l'ente formale come preminente. Tale collaborazione consente, oltre a produrre una chiara lettura del bisogno che non si basa semplicemente su una constatazione tecnica effettuata da terzi, di rispondere in modo puntuale alle necessità del territorio e della sua comunità. Sarebbe auspicabile utilizzare questa modalità di cooperazione anche in una logica preventiva.
ITA
The research work carried out in this thesis entitled "The role of the community of practices in a formal organization. A case study "offers an interpretation of community social service as a community of practice. The purpose of the thesis is to ascertain whether the collaboration between professionals belonging to a formal organization, in the specific case of community operators employed by the In.Re.Te. Consortium of Ivrea, and community subjects can generate an alternative programming method with respect to traditional paradigms. This method would distinguish itself from the classic design models in that it is promoted from below and because of the equality that characterizes the relationship between the members. The ambition to propose a design model that promotes the involvement and protagonism of the multiple actors involved in social design can encourage the transformation of users and operators into a community of practices aware of their synergies and interdependencies. By returning voices to the various protagonists of the system, in fact, exit strategies and routinization in the provision of services can be avoided. In addition, the involvement of the actors present in the planning process can lead to an increase in knowledge with important repercussions on the organization and its possible remodulation on the basis of the new acquisitions matured directly in the field. My work therefore intends to pave the way for future developments on this topic as also in relation to the evaluation, it would guarantee a self-reflexive ability with respect to the quality of the service provided, to evaluate its learning function and the congruence with respect to the need expressed. To answer the fact-finding question, I adopted a qualitative research approach using three tools: document analysis, participant observation and semi-structured interview. This Thesis work is divided into five chapters: in the first two chapters, more theoretical-conceptual, in addition to defining the objective of the research more comprehensively, an introduction to the phenomenon of the community of practice is presented, through the use of theoretical and conceptual contributions and to the main literature on the subject. The third chapter, which introduces empirical research, focuses on the research methodology adopted and on the presentation of the case studies observed during the internship. In the fourth chapter, the analysis focuses on the case under study in the light of the interviews carried out and the material collected, also describing specifically the profile of the interviewees, the questions asked and the considerations to which I have arrived. Finally, in the fifth chapter, we proceed to comment on the results obtained from the research, exposing the most relevant elements of the investigation carried out. By virtue of the results that emerged from the qualitative survey, it is possible to assert that co-planning can be understood as a profitable first result obtained from cooperation between communities of practice and organization, capable of generating learning, the result of a constant exchange between the experience of the territorial subjects and the professional skills of the community operators, transferable and translatable also within the formal body in terms of organizational innovation. The interviewees agree on the indispensability of these exchanges and underline the presence of an equivalent relationship between the members of the community of practice and do not perceive the formal body as pre-eminent. This collaboration allows, in addition to producing a clear reading of the need that is not simply based on a technical assessment made by third parties, to respond promptly to the needs of the territory and its community. It would be desirable to use this method of cooperation also in a preventive logic.
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