Il comparto corilicolo italiano, ha recentemente manifestato un danno di natura economica attribuito al ghiro (Glis glis), il quale provoca un impatto diretto dovuto al consumo alimentare delle nocciole. Questa situazione è presente anche nell'Alta Langa, in Provincia di Cuneo, e al fine di aumentare le conoscenze sul fenomeno, nel 2016 è stato avviato uno studio con lo scopo di descrivere e quantificare il danno, verificare l'efficacia di metodiche preventive e valutarne la possibile applicazione a larga scala. La raccolta dati è stata effettuata nel corso dell'estate 2016 in 8 corileti campione, in ognuno dei quali sono state individuate 3 aree di saggio quadrangolari (4x4 m). Il danno è stato quantificato conteggiando le nocciole e i pericarpi aperti rinvenuti nelle aree di saggio e identificando le nocciole erose dal ghiro. L'utilizzo di fototrappole collocate in prossimità di cavi aerei, in 4 dei corileti campione, i quali costituiscono una via di accesso, ha permesso di verificare l'efficacia di metodiche preventive costituite da barriere fisiche (dischi circolari del diametro di 80 cm) collocate sui cavi stessi, confrontando i risultati con cavi di controllo. L'analisi dei danni da fauna selvatica forniti dall'Ambito Territoriale di Caccia Cuneo 5 ¿Cortemilia¿ ha evidenziato come circa un terzo dei danni siano attribuibili al ghiro, solamente a carico dei fruttiferi, categoria per la quale provoca la maggior parte del danno. È stato valutato l'andamento nel tempo del danno nell'ATC, mentre nei comuni nell'area di studio è stata analizzata la distribuzione spaziale del danno e il relativo importo economico. Considerando i corileti campione, è stato possibile evidenziare come la contiguità col bosco sia un fattore predisponente il danno (GLMM, B_bosco = 3,71 ± 0,78; p < 0,05), mentre la presenza di cavi aerei svolge un ruolo preventivo (GLMM, B_cavo = -2,89 ± 0,89; p < 0,05), probabilmente per via di un maggior isolamento dal bosco nei siti provvisti di cavi. Le pratiche gestionali garantiscono una riduzione del danno, in particolare, la predisposizione di fasce di rispetto risulta essere maggiormente efficace (GLMM, B_fascia = -3,22 ± 1,32; p < 0,05) rispetto all'utilizzo di barriere fisiche e piani di controllo, entrambi hanno un lieve effetto riduttivo ma non significativo. Analizzando nel dettaglio il rapporto tra la presenza di fascia, cavi aerei e barriere fisiche emerge che non è possibile comprenderne appieno gli effetti in quanto solo la fascia è significativa. Il monitoraggio dei cavi evidenzia una differenza nel corso dell'estate in termini di utilizzo (LMM, B_data = -2,39 ± 1,12; p < 0,01), con un picco nel mese di settembre e dei minimi ad agosto e ottobre. Il numero di casi in cui i ghiri sono stati in grado di superare le barriere fisiche risulta influenzato dal periodo, con un aumento a fine estate che fa ipotizzare un fenomeno di apprendimento (GLM, B_data = 3,93 ± 1,01; p < 0,01). Emerge inoltre una differenza nei ritmi di attività sia in base al mese considerato sia in base al sito, sia per quanto riguarda il valore medio sia per quanto riguarda la distribuzione dei dati orari nella giornata. I dati raccolti delineano un quadro complesso, che necessita dell'utilizzo di strategie di prevenzione, differenziate a seconda dei contesti e miglioramenti nella progettazione delle barriere fisiche per aumentarne l'effetto barriera.
Metodologie per la prevenzione del danno da ghiro (Glis glis) nei corileti: sperimentazione di barriere fisiche poste su cavi aerei
BERGAMINO, CINZIA
2018/2019
Abstract
Il comparto corilicolo italiano, ha recentemente manifestato un danno di natura economica attribuito al ghiro (Glis glis), il quale provoca un impatto diretto dovuto al consumo alimentare delle nocciole. Questa situazione è presente anche nell'Alta Langa, in Provincia di Cuneo, e al fine di aumentare le conoscenze sul fenomeno, nel 2016 è stato avviato uno studio con lo scopo di descrivere e quantificare il danno, verificare l'efficacia di metodiche preventive e valutarne la possibile applicazione a larga scala. La raccolta dati è stata effettuata nel corso dell'estate 2016 in 8 corileti campione, in ognuno dei quali sono state individuate 3 aree di saggio quadrangolari (4x4 m). Il danno è stato quantificato conteggiando le nocciole e i pericarpi aperti rinvenuti nelle aree di saggio e identificando le nocciole erose dal ghiro. L'utilizzo di fototrappole collocate in prossimità di cavi aerei, in 4 dei corileti campione, i quali costituiscono una via di accesso, ha permesso di verificare l'efficacia di metodiche preventive costituite da barriere fisiche (dischi circolari del diametro di 80 cm) collocate sui cavi stessi, confrontando i risultati con cavi di controllo. L'analisi dei danni da fauna selvatica forniti dall'Ambito Territoriale di Caccia Cuneo 5 ¿Cortemilia¿ ha evidenziato come circa un terzo dei danni siano attribuibili al ghiro, solamente a carico dei fruttiferi, categoria per la quale provoca la maggior parte del danno. È stato valutato l'andamento nel tempo del danno nell'ATC, mentre nei comuni nell'area di studio è stata analizzata la distribuzione spaziale del danno e il relativo importo economico. Considerando i corileti campione, è stato possibile evidenziare come la contiguità col bosco sia un fattore predisponente il danno (GLMM, B_bosco = 3,71 ± 0,78; p < 0,05), mentre la presenza di cavi aerei svolge un ruolo preventivo (GLMM, B_cavo = -2,89 ± 0,89; p < 0,05), probabilmente per via di un maggior isolamento dal bosco nei siti provvisti di cavi. Le pratiche gestionali garantiscono una riduzione del danno, in particolare, la predisposizione di fasce di rispetto risulta essere maggiormente efficace (GLMM, B_fascia = -3,22 ± 1,32; p < 0,05) rispetto all'utilizzo di barriere fisiche e piani di controllo, entrambi hanno un lieve effetto riduttivo ma non significativo. Analizzando nel dettaglio il rapporto tra la presenza di fascia, cavi aerei e barriere fisiche emerge che non è possibile comprenderne appieno gli effetti in quanto solo la fascia è significativa. Il monitoraggio dei cavi evidenzia una differenza nel corso dell'estate in termini di utilizzo (LMM, B_data = -2,39 ± 1,12; p < 0,01), con un picco nel mese di settembre e dei minimi ad agosto e ottobre. Il numero di casi in cui i ghiri sono stati in grado di superare le barriere fisiche risulta influenzato dal periodo, con un aumento a fine estate che fa ipotizzare un fenomeno di apprendimento (GLM, B_data = 3,93 ± 1,01; p < 0,01). Emerge inoltre una differenza nei ritmi di attività sia in base al mese considerato sia in base al sito, sia per quanto riguarda il valore medio sia per quanto riguarda la distribuzione dei dati orari nella giornata. I dati raccolti delineano un quadro complesso, che necessita dell'utilizzo di strategie di prevenzione, differenziate a seconda dei contesti e miglioramenti nella progettazione delle barriere fisiche per aumentarne l'effetto barriera.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
282776_tesi_lmba_bergaminocinzia.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
4.58 MB
Formato
Adobe PDF
|
4.58 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/48144