ABSTRACT Background The issue of follow-up after newborn hearing screening is of great importance. In fact, the prevalence of hearing impairment at birth is 0.6-0.9%, there is no doubt that one and a half years of life is very high. However, the problem of a 'second' screening is very delicate as some of the 'general' criteria of a mass screening should be satisfied. It is now increasingly noticed and evident that postnatal and late-onset hearing loss is not detected immediately at the first hearing screening. Objectives The aim of the thesis was to administer a preventive questionnaire, to highlight post-natal onset hearing loss, which aims to sensitize parents and perform the otoacoustic emissions test in order to be able to evaluate the sensitivity of the questionnaire, once cross-referenced the test data with the outcome of the questionnaires. Methods The study was conducted on 203 children with a PASS result at screening. The children selected were divided into three age groups: 11/12 months, 3 years and 5/6 years. All patients underwent otoscopy, otoacoustic emission tests, and all parents completed anamnestic and audiometric observations questionnaires. All of these tests were performed in a vaccination centre. Results Statistical analysis did not reveal large discrepancies between males and females between the three age groups, for the anamnestic questionnaires and audiometric observations. Regarding the otoacoustic test results for the age group 11/12 months 38 males passed the test and 4 failed the test and for females 37 passed the test and 2 failed the test examination. For the age group of 3 years 14 boys passed the exam and 4 did not pass the exam and for girls 16 passed the exam and 1 did not pass it. For the 5/6 age group 41 males passed the exam and 2 did not pass it and for females 40 passed the exam and 4 did not pass it. Conclusions The clinical study has confirmed and demonstrated that the problem of the onset of post-natal hearing loss with a positive result in the otoacoustic emissions test is a fact of real importance that should not be underestimated. It has also been demonstrated that a campaign to raise awareness of deafness towards parents, educators, care-givers could help to understand a possible case of deafness early and possibly intervene for an auditory and linguistic rehabilitation process for the child.
SFONDO Il problema del follow-up successivo allo screening uditivo neonatale è di grande rilevanza. In effetti se la prevalenza dei deficit uditivi alla nascita è 0.6-0.9% non c’è dubbio che ad un anno e mezzo di vita essa sia molto più alta. Il problema di un ‘secondo’ screening però è molto delicato in quanto dovrebbero essere soddisfatti alcuni criteri ‘generali’ di uno screening di massa. È ormai sempre più noto ed evidente che le ipoacusie post-natali e quelle a esordio tardivo non vengono subito rilevate al primo screening uditivo. OBIETTIVI L’obiettivo della tesi è stato quello di somministrare un questionario preventivo, per evidenziare le ipoacusie ad insorgenza post-natale, che miri alla sensibilizzazione dei genitori ed eseguire il test delle otoemissioni acustiche in maniera da poter valutare la sensibilità del questionario, una volta incrociati i dati del test con l’esito dei questionari. METODI Lo studio è stato condotto su 203 bambini con esito PASS allo screening I bambini scelti sono stati suddivisi in tre fasce di età: 11/12 mesi, 3 anni e 5/6 anni. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a otoscopia, test delle otoemissioni acustiche e tutti i genitori hanno compilato il questionario anamnestico e sulle osservazioni audiometriche. Tutti questi test sono stati eseguiti in un centro vaccinale. RISULTATI L'analisi statistica non ha evidenziato grosse discrepanze tra maschi e femmine tra i tre gruppi di età, per i questionari anamnestici e osservazioni audiometriche. Per quanto riguarda i risultati del test delle otoemissioni acustiche per la fascia di età 11/12 mesi 38 maschi hanno superato il test e 4 non hanno superato il test e per le femmine 37 hanno superato il test e 2 non hanno superato l'esame. Per la fascia di età di 3 anni 14 maschi hanno superato l'esame e 4 non l'hanno superato e per le femmine 16 hanno superato l'esame e 1 non l'ha superato. Per la fascia 5/6 anni 41 maschi hanno superato l'esame e 2 non lo hanno superato e per le femmine 40 hanno superato l'esame e 4 non lo hanno superato. CONCLUSIONI Lo studio clinico ha confermato e dimostrato che il problema dell’insorgenza delle ipoacusie post-natali con esito pass al test delle otoemissioni acustiche è un dato di reale importanza da non sottovalutare. È stato dimostrato anche che una campagna di sensibilizzazione della sordità nei confronti dei genitori, educatori, care-givers potrebbe aiutare a capire precocemente un possibile caso di sordità e eventualmente intervenire per un percorso riabilitativo uditivo e linguistico del bambino.
Il valore delle osservazioni audiometriche in ambito familiare nell'individuazione delle ipoacusie post-natali ed ingravescenti. Una ricerca per promuovere il più precocemente possibile lo sviluppo, la preferenza e l'utilizzo del canale uditivo
INNOCENTI, GIORGIA
2021/2022
Abstract
SFONDO Il problema del follow-up successivo allo screening uditivo neonatale è di grande rilevanza. In effetti se la prevalenza dei deficit uditivi alla nascita è 0.6-0.9% non c’è dubbio che ad un anno e mezzo di vita essa sia molto più alta. Il problema di un ‘secondo’ screening però è molto delicato in quanto dovrebbero essere soddisfatti alcuni criteri ‘generali’ di uno screening di massa. È ormai sempre più noto ed evidente che le ipoacusie post-natali e quelle a esordio tardivo non vengono subito rilevate al primo screening uditivo. OBIETTIVI L’obiettivo della tesi è stato quello di somministrare un questionario preventivo, per evidenziare le ipoacusie ad insorgenza post-natale, che miri alla sensibilizzazione dei genitori ed eseguire il test delle otoemissioni acustiche in maniera da poter valutare la sensibilità del questionario, una volta incrociati i dati del test con l’esito dei questionari. METODI Lo studio è stato condotto su 203 bambini con esito PASS allo screening I bambini scelti sono stati suddivisi in tre fasce di età: 11/12 mesi, 3 anni e 5/6 anni. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a otoscopia, test delle otoemissioni acustiche e tutti i genitori hanno compilato il questionario anamnestico e sulle osservazioni audiometriche. Tutti questi test sono stati eseguiti in un centro vaccinale. RISULTATI L'analisi statistica non ha evidenziato grosse discrepanze tra maschi e femmine tra i tre gruppi di età, per i questionari anamnestici e osservazioni audiometriche. Per quanto riguarda i risultati del test delle otoemissioni acustiche per la fascia di età 11/12 mesi 38 maschi hanno superato il test e 4 non hanno superato il test e per le femmine 37 hanno superato il test e 2 non hanno superato l'esame. Per la fascia di età di 3 anni 14 maschi hanno superato l'esame e 4 non l'hanno superato e per le femmine 16 hanno superato l'esame e 1 non l'ha superato. Per la fascia 5/6 anni 41 maschi hanno superato l'esame e 2 non lo hanno superato e per le femmine 40 hanno superato l'esame e 4 non lo hanno superato. CONCLUSIONI Lo studio clinico ha confermato e dimostrato che il problema dell’insorgenza delle ipoacusie post-natali con esito pass al test delle otoemissioni acustiche è un dato di reale importanza da non sottovalutare. È stato dimostrato anche che una campagna di sensibilizzazione della sordità nei confronti dei genitori, educatori, care-givers potrebbe aiutare a capire precocemente un possibile caso di sordità e eventualmente intervenire per un percorso riabilitativo uditivo e linguistico del bambino.File | Dimensione | Formato | |
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